La rivista esperantista Herezulo ha pubblicato una "lettera dalla Russia’’, datata 20-5-1935, nella quale rilevo questo passo: "Forse vi interessa sapere che il nostro famoso giornale Il Senza-dio ha cessato di uscire. Perché? E’ difficile rispondere. Alcuni affermano che manca la carta; altri dicono che Stalin vuole preparare il terreno per un ravvicinamento con il papa e con gli altri capi della Chiesa. Il fatto è che, nel corso delle ultime feste pasquali, le chiese erano interamente piene, ed i giovani comunisti ed atei non hanno fatto niente che possa turbare le cerimonie religiose. La quale cosa faceva contrasto con gli anni precedenti in cui si organizzavano delle manifestazioni”.

Che il famoso giornale Il Senza-dio sia sospeso non mi commuove affatto e se il ravvicinamento tra lo zarismo bolscevico e il Vaticano mi ripugna come tutti i compromessi governativi, la politica di tolleranza nei riguardi del culto greco-ortodosso e degli altri culti mi pare indice di un salutare ravvedimento. Che le chiese siano colme di fedeli dopo diciotto anni di intensa propaganda ateistica è un fenomeno che dovrebbe far riflettere i giovani atei nonché adoratori di Stalin rimpiangenti di non poter più turbare le cerimonie religiose. L’atteggiamento attuale di Stalin in materia di libertà dei culti si richiama strettamente alla legislazione dell’Urss. Di nuovo non v’è che la stretta applicazione di leggi e di decreti fino al 1935 non regolarmente rispettati dalle locali autorità. II diritto al "libero esercizio della libertà di coscienza e di culto religioso” e di protezione "contro qualunque danno o persecuzione che siano inflitti ai credenti a causa della loro fede o del loro culto religioso” è garantito dall’articolo 3 del Decreto del 23 gennaio 1918 ... e l’articolo 127 del Codice Penale stabilisce che "qualsiasi intervento nell’esercizio dei culti religiosi, qualora questi non compromettano l’ordine pubblico o non violino i diritti di terzi, è passibile della pena dei lavori forzati per una durata non eccedente i sei mesi”. Il diritto di affittare, costruire o mantenere in istato appropriato degli edifici destinati ai culti, quello di costituire associazioni religiose e di raccogliere denaro destinato ai culti ed al mantenimento dei loro ministri sono assicurati dall’articolo 10 e dall’articolo 15 e dall’articolo 45 del Decreto dell’8 aprile 1929, dall’articolo 54 del Decreto del 18 aprile 1922.

Mi pare che si possa concludere che la legislazione dell’U.R.S.S. afferma la libertà dei culti e la protegge. Ebbene, dichiaro che pur non praticando alcun culto e non professando alcuna religione sarò nel corso della rivoluzione italiana a fianco dei cattolici, dei protestanti, degli ebrei, dei greco-ortodossi ogni qualvolta costoro rivendicheranno la libertà religiosa per tutti i culti. Dato che ho avuto occasione di constatare che questo mio atteggiamento e questo mio proposito non riscuotono l’assenso generale dei miei compagni di fede e di lotta, credo utile, e lo credo utile perché oltre alla santità del principio ho in vista errori rivoluzionari a mio parere gravidi di danni gravi e di pericoli gravissimi, dire il mio pensiero sulla questione. Ogni intellettuale dovrebbe -ha detto Salvemini nel suo bel discorso al Congresso Mondiale degli Intellettuali- prendere come divisa le parole di Voltaire: "Signor Abate, sono convinto che il vostro libro è pieno di bestialità, ma darei l’ultima goccia del mio sangue per assicurarvi il diritto di pubblicare le vostre bestialità”. Ogni anarchico -dico io- non può respingere questo principio senza cessare di essere anarchico. Quando, nel corso dell’ultimo congresso mondiale dell’A.I.T., dicevo ai delegati spagnoli di considerare non-anarchico, angusto e pazzesco l’anticlericalismo propugnato dalla C.N.T. e da molti elementi della F.A.I. e che uno dei fattori di successo delle correnti fasciste spagnole era questo loro anticlericalismo, avevo sotto gli occhi una deliberazione compilata da anarchici spagnoli nella quale si negava il diritto ai culti di esteriorizzarsi. [...] L’anticlericalismo assume troppo spesso il carattere di Inquisizione... razionalista. Un anticlericalismo illiberale, qualunque sia la colorazione avanguardista, è fascista. Oltre che fascista. L’anticlericalismo illiberale è poco intelligente. Malatesta è sempre insorto contro i fanatici del ... libero pensiero. Riportando da un giornale anarchico questa notizia: "A Barcellona è scoppia ...[continua]

Esegui il login per visualizzare il testo completo.

Se sei un abbonato online, clicca qui accedere, oppure vai alla pagina Abbonamenti per acquistare l'abbonamento online.
Gli abbonati alla rivista hanno diritto all'abbonamento online gratuito!