Giovanni Da Ponte lavora in Publitalia a Milano.

Di Publitalia si sente dire di tutto. Come siete in realtà?
Non posso darvi una risposta da berlusconiano di ferro e dire che siamo bravi, furbi, intelligenti. C’è innanzitutto una verità: il prodotto. Io devo essere sincero, in Publitalia sicuramente c’è gente brava, ma la prima vera motivazione è che noi vendiamo la tv commerciale che, da 15 anni, è l’unico mezzo a muovere le vendite delle aziende italiane. E ovviamente è molto più facile avere una struttura commerciale forte laddove hai un prodotto che non solo è forte, ma fortissimo. C’è una bellissima frase di Brecht: “Puoi fregare una persona una volta, puoi fregare una persona tutte le volte, non puoi fregare tutte le persone tutte le volte”. Noi abbiamo consegnato alle aziende audience commerciali che hanno fatto fare risultati. Ciò non vuol dire che il nostro prodotto si venda da solo, la rete commerciale ha saputo spingere, le capacità imprenditoriali ci sono e hanno contato, a cominciare da quelle di Berlusconi e di chi gli stava intorno.
A prescindere da ogni atteggiamento più o meno critico, va riconosciuto che Berlusconi ha costruito un rapporto di fiducia con i propri dipendenti fondandolo su un rapporto umano di attenzione alle piccole difficoltà, ai piccoli problemi di ognuno. Questo, se non ti fa camminare a due metri da terra, ti fa sentire sollevato: non ti sei mai dovuto occupare di altre cose, non hai mai avuto il problema dell’affitto o della bolletta del telefono.
Si racconta dell’elicottero di Berlusconi messo a disposizione dei dipendenti...
E’ verissimo, è successo più volte. A Montecarlo, una segretaria ha avuto un problema con la figlia, è stata presa, portata in giro per l’Italia e in maniera non appariscente. Un ragazzo di noi si separa, ha problemi con la moglie, se gli serve viene mandato sei mesi distaccato a casa. Saranno pure particolari studiati ad arte, però sono pur sempre piccoli fatti che creano un clima.
Ma anche sul lavoro sei sempre sotto una certa attenzione. Berlusconi è uno che ti chiamava per parlare di un problema di 2 miliardi di fatturato, quando Publitalia ne fatturava già 3000: tu stai lì ad ascoltarlo e ti chiedi: “Ma questo perché si occupa di questa cosa, quando potrebbero farlo altri 12 mila capi tra me e lui?”. Eppure ti chiamava, perché stava lavorando ed essere sempre presente è un esempio che ha sempre stimolato.
Quando facevamo le convention miste con i clienti o le agenzie e c’era anche Berlusconi, ci veniva richiesto di mettere un distintivo di riconoscimento per distinguerci dai clienti, ma nessuno l’ha mai portato: ciononostante Berlusconi sapeva immediatamente se parlava con uno di Publitalia perché in realtà conosceva tutti. D’altra parte anche le selezioni del personale le faceva lui personalmente a Milano, perché anche una persona per Palermo la si prende da Milano, dove c’è l’ufficio di reclutamento del personale.
Insomma, io non mi sento un girasole per cui mi sento motivato a crescere meglio e rigoglioso perché il sole mi illumina quando passa, però posso ammettere che per molti miei colleghi il fatto di avere una pacca sulle spalle, una battuta da uno che mezza Italia smania di conoscere, ti motiva, ti fa sentire importante. Poi, in realtà, lo sai tu per primo che sei utilizzato perché tu rappresenti soldi e quindi porti in casa soldi, o comunque nel migliore dei casi, se non porti soldi, risolvi problemi che è più o meno la stessa cosa, ma questo è così in qualsiasi altra azienda...
Che tipo di rapporti ci sono all’interno di Publitalia?
Le gerarchie esistono e formalmente sono ineccepibili. Sostanzialmente, però, sono eccepibili laddove uno abbia i titoli per eccepire: se io sto perdendo 2 miliardi di fatturato perché il mio capo è un idiota, io posso continuare a scavalcarlo finché non trovo quello che mi dice: “Guarda che hai ragione tu, troviamo il modo di non far sembrare il tuo capo un idiota, prendiamo questi 2 miliardi”. Quindi, è lecito scavalcare, ma muovendosi intelligentemente. Da questo punto di vista Publitalia è una bella palestra, non è come multinazionali tipo Procter & Gamble o Unilever, dove i primi anni sei desk, stai dietro la scrivania, cammini in corridoio con le spalle al muro.
Qui no, se hai grinta fai la tua strada, impari i meccanismi e ti muovi. Certamente, bisogna far soldi. L’idea che ognuno di noi, volendo, può tornare ad essere imprenditore di se stesso è vera. Ad esempio, ...[continua]

Esegui il login per visualizzare il testo completo.

Se sei un abbonato online, clicca qui accedere, oppure vai alla pagina Abbonamenti per acquistare l'abbonamento online.
Gli abbonati alla rivista hanno diritto all'abbonamento online gratuito!