Idolino Bertacco è segretario dell’Unione Gelatieri Artigiani Italiani in Germania (Uniteis).

Quando inizia l’emigrazione verso la Germania della popolazione del bellunese?
A fine Ottocento la gente del Cadore è andata a lavorare in Austria e Germania, all’inizio come boscaioli e carpentieri per la costruzione della linea ferroviaria che da Vienna portava in Germania.
A Vienna i nostri montanari cominciarono a offrire del gelato sul carrettino, per lo più erano persone che avevano acquisito esperienza come cuochi e pasticceri a Venezia, basti pensare ai Colussi che erano di origine zoldana.
Su chi iniziò per primo non abbiamo dati certi, ma sappiamo, perché esiste ancora lo statuto, che nel 1845 c’era una cooperativa di nostri montanari a Milano che vendeva pere cotte, i "Miottati". Nel 1865 un certo Tomea aveva ricevuto dalle autorità di Vienna il permesso di mettere il carrettino del gelato al Prater, la sua è la prima attività di gelatiere documentata. Questo Tomea, insieme a un suo compaesano, un certo Matiuzzi, nel periodo che va dal 1874 al 1890 aveva 24 carrettini in giro per Vienna. Nel 1887 si registra la presenza di gelatai veneti a Budapest. Sempre nell’87 a Vienna sorgono i primi problemi con le corporazioni dei pasticceri che fanno vietare ai nostri l’attività di venditori ambulanti. Allora i nostri vanno sotto i portici, tolgono le ruote ai carrettini e si trasformano in venditori stanziali. All’inizio di questo secolo in ogni città della Germania abbiamo una gelateria. Uno arrivava in una città, stabiliva l’attività, poi chiamava il fratello e lo aiutava a stabilirsi in un altra città, a 20-30 chilometri di distanza. Con questo metodo sono arrivati fino all’ultima diocesi cattolica nel nord della Germania, sopra Hannover. Lì vive ancora una famiglia, i De Lorenzo, che è lì dal 1894 e possiede tutta una sua documentazione in merito: a quel tempo, davano i permessi di sei mesi in sei mesi, c’erano dei regolamenti rigidi per cui non potevano dare il gelato ai bambini non accompagnati da adulti.
Con la prima guerra mondiale, a casa tutti. Il vero boom lo abbiamo tra le due guerre, grazie al buon nome che i nostri gelatieri avevano lasciato in Germania. Il flusso comunque passa sempre per Vienna: tutti i nostri anziani, quelli che oggi hanno ottant’anni, sono passati per Vienna, che era la scuola di formazione.
La zona di provenienza è sempre la stessa?
La manodopera, fin dal 1935, era fatta provenire da questa zona, fino a Conegliano e alla pedemontana. Le aree di provenienza dei gelatieri appartenevano sempre alla provincia di Belluno: la Val di Zoldo e il Cadore che da Pieve di Cadore va verso Cortina, in specifico la valle del Boite e del Maè. Questi valligiani partivano e aprivano l’attività il giorno di S. Giuseppe, il 19 marzo, e tornavano a casa a metà novembre, mentre oggi si parte a fine gennaio e si torna ad ottobre. Dopo la seconda guerra mondiale quelli che erano all’Est hanno perso tutto, si riparte negli anni Cinquanta verso la Germania Federale. Gli stessi lavoranti di bottega cominciano a impiantare proprie attività. Il dipendente, dopo aver fatto il tirocinio, veniva aiutato dal datore di lavoro a mettersi in proprio nei paesi vicini. E’ così che tutti i paesi della Germania che superano i 7-8 mila abitanti hanno una gelateria italiana. Nel museo di Bonn voluto da Khol sulla storia tedesca c’è la ricostruzione di una gelateria italiana nello stile degli anni Cinquanta. Chiaramente il fenomeno comincia ad avere degli imitatori, nascono gelaterie Eis Venezia aperte da turchi o polacchi, ma ci sono sentenze dei tribunali tedeschi che stabiliscono che le gelaterie con marchio italiano devono essere gestite da italiani.
Che rilevanza ha il fenomeno?
Oggi ci sono 3600 gelaterie italiane in Germania, con più di 4000 punti vendita. La forma giuridica è quasi sempre quella dell’impresa individuale, circa il 97%. C’è qualche Srl, che noi dell’Uniteis consigliamo a chi ha una certa età e due o tre figli coinvolti nell’attività. Solitamente, comunque, sono ditte con un unico titolare, o il marito o la moglie, perché, se uno dei due coniugi figura come dipendente, in Germania ha diritto all’assistenza sanitaria e, avendo figli, si ha diritto agli assegni familiari. In Germania ci sono sei corporazioni alimentari e due sottosezioni: la gelateria artigiana e i macellai. Noi non abbiamo la patente di mestiere, ma siamo considerati artigiani a pieno titolo.
Il fatturato, sec ...[continua]

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