Rosi, Marisa, Elisa, Daniela e Patrizia sono operaie alla Zanussi, a Forlì.

Com’è stato il vostro impatto con la fabbrica?
Rosi. Penso che pochi entrino in fabbrica con l’idea del posto fisso. Anche perché appena entri l’impatto è tremendo, alludo proprio al tipo di lavoro, che poi tra l’altro non ti insegna niente. Poi però resti. All’inizio pensi: "Intanto guadagno e nel frattempo cerco qualcos’altro", ma fuori non ti offrono niente di meglio e allora continui a stare dentro.
E’ successo anche a me, io sono entrata nel ’78, dopo un paio di mesi mi sono detta: "Ancora qualche mese poi me ne vado", dopo però mi sono adagiata, mi sono adattata e adesso, per dire, mi trovo bene. L’impatto però era stato veramente tremendo, soprattutto per la catena di montaggio che era a tapparelle: in un minuto e mezzo dovevi montare su un forno due viti e un altro particolare, e così per otto ore di fila. Adesso invece c’è la rulliera e la fase di lavoro è più lunga, anche se è più faticoso. Nella tapparella, infatti, il motore è a fine linea, ogni minuto e mezzo passa un forno, tu ci lavori e passa avanti, invece nella rulliera sei tu che mandi avanti il forno, certo devi rispettare il numero assegnato, però è diverso, tante volte io all’inizio ero costretta a correre dietro ai forni, perché non riuscivo a finirli. Per quanto riguarda invece i rapporti coi compagni di lavoro io mi sono trovata subito bene, il problema è stato solo il lavoro, anche perché le mie aspirazioni erano altre, senza contare che allora lì dentro per le donne l’unica possibilità era di stare in catena. Io adesso lavoro alla rulliera, nel collaudo, dopo 17 anni mi hanno dato il quarto livello e penso che questo sia il massimo a cui potevo aspirare lì dentro. Sono entrata al secondo, dopo sei mesi mi hanno passato al terzo; ora mi hanno dato il quarto perché sono al collaudo, prendo 1.650.000 lire senza i premi. In fondo, c’è gente che dopo venti o trent’anni è ancora in catena al terzo livello.
Marisa. I premi incidono molto, vengono decisi all’inizio dell’anno e dipendono da diverse variabili, come l’assenteismo, o il numero dei pezzi prodotti. I premi sono mensili e di Agi (Area gestione impianti, ndr.), cioè di settore. Da noi infatti non esistono più i reparti, ad esempio il montaggio è stato sostituito da tre Agi: l’Agi forni, che fa solo forni, l’Agi free-standing, che fa la cucina intera, l’Agi piani, che fa solo i piani di cottura. I premi si aggirano sul milione e mezzo l’anno, in più c’è un premio annuale di 600.000 lire, abbiamo tredici mensilità, la quattordicesima non l’abbiamo mai avuta, quindi alla fine si tratta di 130-140.000 lire al mese.
Elisa: Io sono stata assunta quattro anni fa e quando ho cominciato il mio impatto è stato diverso da quello di Rosi, perché dopo il diploma magistrale e due anni da disoccupata, sono entrata lì e mi sembrava di aver trovato il mondo, inoltre mi interessava il lavoro che facevo. Sono stata tre anni in smalteria, dove vengono smaltati i piani cottura, la muffola, ossia l’interno del forno, i fianchi delle free-standing. Quello è anche il reparto più nocivo, perché ci sono smalti con livelli di piombite alti, infatti dopo sono stata trasferita. Io ero conduttore impianto e ogni anno mi dovevo fare l’esame della piombite. Per la piombina l’unica precauzione utilizzata è la mascherina, ma nella smalteria, dove d’estate si arriva a 52° e d’inverno a 35°, è impossibile lavorare con quella roba sulla faccia, io facevo fatica a lavorare coi guanti!
L’impatto con la gente, invece, è stato ottimo, perché erano tutte persone anziane, cordialissime, che mi insegnavano. In seguito sono stata trasferita per mia volontà al montaggio, perché non avevo più la possibilità di fare i turni (la smalteria va solo a turni: dalle 6 alle 14 e dalle 14 alle 22, più il notturno per gli uomini). Al montaggio ho trovato un sistema di lavoro completamente diverso; in smalteria era più tranquillo, qui invece è più duro, devi stare attenta a quello che dici, però mi son trovata bene anche qui e mi piace lo stesso quello che faccio.
Riguardo poi all’idea del posto fisso, son convinta che vivrò e morirò lì dentro, ormai sono tre anni che sono fissa, quest’anno mi scatta l’anzianità, 100 lire in più all’ora!
Per essere assunta ho dovuto fare un colloquio, la domanda d’assunzione adesso è già prestampata, ma io l’avevo scritta personalmente con la macchina da scrivere, ero talmente disperata che avevo chiesto anch ...[continua]

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