Liana Millu vive a Genova. Deportata ad Auschwitz-Birkenau, ha scritto Il fumo di Birkenau, editrice La Giuntina.

Come vede lei la situazione?
La vedo male, molto male, anzi, malissimo, senza sbocchi. Questo dà angoscia, dà un senso di sconfitta. Continueranno ad ammazzarsi l’un l’altro senza risultati, ancora per chissà quanto tempo. Di parole ne ricevono tante, ma né dall’Europa né dall’America sono arrivate le parole che dovevano arrivare all’inizio, quando era necessario e ora è troppo tardi. Fra l’altro i terroristi di tutto il mondo ne trarranno una lezione: qualcuno può imporre la propria volontà e non dare assolutamente ascolto alle parole che vengono dall’Europa e ora anche dall’America. In certi casi, e con certa gente, le parole non bastano. Ci vorrebbero delle sanzioni. Bisognerebbe arrivare a una forza internazionale come in Kosovo, che lo vogliano o no.
La responsabilità sta tutta dalla parte dell’America e dell’Europa: non hanno avuto il coraggio di proclamare subito lo stato palestinese, solennemente e ufficialmente. E se oggi il nuovo stato palestinese avesse richiesto le truppe, saremmo stati legittimati a mandarle. Sharon non avrebbe potuto opporsi.
Gli animi si esacerbano anche qua. Ci sono ebrei che in questi giorni hanno mandato messaggi all’ambasciata di Israele perché “per amore di Israele l’esercito israeliano non commetta crimini di guerra nei territori” e altri che citando proprio Birkenau concludevano che l’unica sicurezza per gli ebrei del mondo sta nella punta dei fucili dell’esercito israeliano…
C’è stato un periodo migliore in cui queste cose non succedevano. Certo, israeliani e palestinesi non si abbracciavano, ma con il povero Rabin queste cose non sarebbero successe. Penso che Sharon sia proprio un uomo nefasto. Fecero fuori Rabin, che era un uomo di pace; ecco, le sembrerà una conclusione forte, ma io credo che oggi Israele si salverebbe se facessero fuori Sharon, perché, lo ripeto, è veramente un uomo nefasto. Che non mi vengano poi a parlare di Birkenau…
Siamo portati ad attribuire a Israele uno statuto di eccezionalità, che gli permette di fare cose che a nessun altro sarebbero permesse. E’ giusto?
Io non approvo assolutamente. Dovrebbe essere uno stato normale. Anzi, all’inizio ci tenevano tanto a dichiarare che erano uno stato normale, e hanno fatto cose grandi, cose bellissime senza ricorrere al ricatto della shoah. Usare la shoah come un ricatto è una cosa che mi indigna.
Non pensavo, comunque, a una strumentalizzazione da parte di Israele, ma a un problema che l’Occidente sente di avere riguardo alla Shoah…
Un problema? Bah, ci credo fino a un certo punto. Il fatto è che l’America ha i suoi interessi che ci sia Israele lì. L’America pensa al suo interesse e il suo interesse è quello di avere un alleato lì.
Capita, ormai, che si accusi di antisemitismo chi critica Israele...
Questa è un’altra delle storture peggiori. Ci sono quelli che dicono: “A torto o a ragione è il mio paese”, e perciò non vogliono vedere i crimini contro l’umanità che commette il governo israeliano. Queste sono persone accecate. Poi ci sono i fanatici. Dopotutto i mali del mondo sono stati fatti sempre dai fanatici. In tutti i paesi e in tutti i tempi. Purtroppo è più facile essere fanatici che essere persone che ragionano, che vedono, equanimi.
E però il pericolo di un ritorno dell’antisemitismo esiste…
Ma è inevitabile che quello che fa Israele in questo momento susciti dei sentimenti antisemiti. Stavo leggendo adesso che in America si stanno formando dei gruppi pro-Palestina. E’ inevitabile ed è anche giustificabile, bisogna riconoscerlo. Quel nefasto Sharon e i falchi israeliani sono moralmente responsabili anche di un risveglio di sentimenti antisemiti nel mondo.
Cosa sta succedendo a suo avviso nella società israeliana?
Non la conosco. Immagino che in questo momento prevalga lo spirito di sopravvivenza e questo agisce indipendentemente dalla chiarezza delle idee. Quando qualcuno è preso dallo spirito di sopravvivenza non pensa ad altro che a sopravvivere. D’altra parte una parte piccola di pacifisti c’era, c’erano dei militari che si erano rifiutati di andare nei territori. Di più cosa potevano fare?
Il fatto è che ad ogni attentato terroristico aumentano gli ex-pacifisti, e i fanatici. D’altra parte se a una madre ammazzano i figli non si commuoverà più se sono ammazzati altri bambini dall’altra parte. Questo è un movimento umano, bisognerebbe essere d ...[continua]

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