una città 45 Bernardo Brumer è in Italia da tanti anni e di mestiere si occupa del legno curvato, quello delle famose sedie Thonet, nella fabbrica delle quali, in Austria, Brumer aveva lavorato. La sua odissea fra i meandri delle leggi razziali, che per altro si faranno presto sempre più bui e senza via d’uscita, inizia all’indomani della loro promulgazione. Brumer cerca l’esenzione vantando le decorazioni della Prima guerra mondiale e l’impegno della moglie nella Croce rossa, la sua adesione al fascismo, l’essere entrambi cattolici. Invano: quando arriva il momentodell’internamento, il suodatore di lavorodi Cesenatico, unabravapersona, riuscirà per diverse volte a farglielo procrastinare, accampando il rischio che la sua azienda, senza Brumer, avrebbe potuto chiudere lasciando senza lavoro i dipendenti. Alla fine, quando si capisce che non ci saranno più rinvii, Brumer ed Elena Rosenbaum, dopo il fallimento di una fuga con documenti falsi, saranno al carcere di Forlì. Ametà dell’agosto del ’44. Restano loro pochi giorni di vita. LA CROCE AL MERITO... le storie
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