una città - n. 295 - settembre 2023

L’ing. Kerbes mi fornisce giornalmente un litro di latte e un altro litro si prende presso un negozio pagando l. 8 invece di l. 5 che è il calmiere. Io bevo un intero litro e così mi sono rimesso un po’. 19 agosto Attilio. 1° Rosh Hodesh di Elul decido irrevocabilmente di troncare di andare a mangiare taref, approfittando che si entra nel mese di Penitenza6. 21 agosto Attilio. L’ing. Kerbes ci racconta che si è formato una specie di comitato inglese-palestinese per riunire tutti gli ebrei sfollati d’Italia bisognosi di aiuto. I suoi parenti si trovano a Porto Recanati, hanno parlato con un ufficiale il quale promise di venirli a prendere e portarli prima a Ancona e poi a Bari. Noi pure visto che siamo privi del tutto di denaro decidiamo di partire benché preoccupati di allontanarci di più dal benedetto di Gaddo, si teme però un bluff. 22 agosto Attilio. Delizie della vita in comune benché camere separate (per modo di dire). Si è tormentati dalle pulci in modo tale che mi formano delle placche su tutto il corpo. Di giorno non si può stare nel corridoio perché c’è una forte corrente d’aria (lastre rotte), di notte si è tormentati dalle pulci, quindi io di notte vado su una sedia in corridoio e di giorno mi distendo sul letto. Comincio a essere preoccupato e di più sono arci che stufo di vedere solamente frati preti monache e cristi enormi e dico qui non si può nemmeno morire, qui si crepa e poi l’umiliazione di andare a prendere la bobba, come diceva la cara Gilda per mia moglie. Quando si potrà riunirci in città nostra? 23 agosto Attilio. Questa mattina verso le 10 ero in stanza e sento chiamare Morpurgo dal corridoio. C’è un soldato inglese e una signorina interprete accompagnati dall’usciere del Comune. Scrivono i nostri nomi su un’apposita cartella, ci promettono di venirci a prendere nei prossimi giorni per portarci nel centro di raggruppamento in una località presso Ancona. Ci promettono anche un alloggio e quello che ci abbisogna e ci raccomandano di preparare tutto per la partenza. Ora speriamo di partire e che sia per bene e poterci incontrare così con il nostro tesoro di Gaddo e di poter riavere la roba lasciata a Ostra Vetere. Qui alla S. Casa non possiamo dire di trovarci bene, siamo in una continua umiliazione che eccita i nervi. 1 settembre Attilio. È partito il Capitano della sussistenza ... si consegnò una lettera per le cugine pregando di interessarsi di trovare Giulio (comincio a temere anche per lui che sia successa qualche disgrazia o caduto nelle mani di tedeschi) e una per la Comunità dove pregavo un prestito di l. 5.000. Si ha atteso inutilmente che il comitato inglese ci venga a prendere e rilevammo però che questi si interessino solamente di Ebrei stranieri, intanto noi Ebrei italiani abbiamo il danno e le beffe. Siamo molto pessimisti, io particolarmente vedo tutto nero, di più anche la salute causa le correnti d’aria ho una bronchite e pure la signora Gina è raffreddata. Se non si parte presto si lascia la pelle. 9 settembre Attilio. Ho insistito che la Signorina Gina scriva una domanda al Comando chiedendo il permesso di andare a Ostra Vetere dicendo che siamo poveri ebrei stati internati. Ora con questa domanda si ha tosto ottenuto il permesso. La difficoltà sta ora nel trovare il trasporto. Qui a Loreto non si può restare, comincia a far freddo e nel rifugio è una continua corrente d’aria per tutte le lastre mancanti. 12 settembre Attilio. Alle 7 di mattina andiamo all’ospedale, dove non si può entrare, si parla con un interprete, capiscono il nostro caso, si fa vedere il permesso dell’Autorità inglese. Ci fa attendere e finalmente alle 9 e mezzo ci dice che fra quaranta minuti partirà un camion per Ancona e che possiamo approfittare. L’ospedale è molto lontano dalla S. Casa e di tutta corsa si va a prendere la propria roba e prepararci per partire. Con molto fatica si arriva in P.zza Galli dove si attende il camion e subito arriva e si prega al conducente del camion di portarci all’ospedale civile di Ancona... Invece il camion prosegue per Falconara dove ci fanno scendere (Ancona è almeno al 50% distrutta, pare un terremoto. Povera Italia!). Qui la signora Gina parla con un ufficiale inglese con il suo inglese che sa, il quale per compassione e molto gentilmente manda a prendere un suo camion e ci porta a Senigallia. 14 settembre Attilio. Vado al Municipio di Senigallia per parlare con il Sindaco e prego dopo aver esposto quanto è successo al mio Gaddo, cioè che si trovava in carcere a Urbino di fare delle ricerche tanto più che da giugno non ho notizie e le poste non funzionano che solamente per uffici pubblici. Il Sindaco dà ordini di scrivere subito a quello di Urbino. Speriamo bene. 15 settembre Attilio. Camion militare per Ostra Vetere non si può avere, quindi finalmente si parte alle 13 con un carrettiere e pago l. 500 di trasporto e alle 15 e mezzo si arriva finalmente a Ostra Vetere. L’accoglienza in paese è veramente commovente. Tutti ci salutano e la signora Gina la baciano e andiamo intanto provvisoriamente in casa dell’appuntato Fanucci. Tutti a Ostra Vetere si informano di Gaddo. Si va in cerca di alloggio, molto difficile, ci sono molti sfollati e di più molte case sinistrate causa il bombardamento... 18 settembre Attilio. Abbiamo finalmente trovato una cameretta con cucina da una parte, buona gente, in via Vittorio Emanuele 2, così siamo finalmente a posto. Oggi è il secondo anno che faccio Rosh Hashanà fuori di casa senza tempio e senza Shofar e di più senza il proprio figliuolo. Iddio ci destini un’epoca di pace e che ci si possa riunire assieme tutti i congiunti e parenti. Penso anche alla cara Elda e famiglia, Guido e alla povera Gilda sola con Marcello, cosa sarà di tutti loro ancora in mano dei barbari?7 19 settembre Attilio. 2° di Rosh-Hashanà. Sto dicendo Musaff8. Viene un capitano, Sig. Marzuccalli e chiede notizie di noi; comprendiamo che lo ha mandato il col. Leuzzi per conto di Giulio e sono felice in tal modo di aver avuto indirette di questo figliolo. E di Gaddo quando potrò averne? Al pomeriggio una città 53 Senigallia, 24/8/1945 Egregio Signore, confido che a quest’ora il Vostro Figliuolo sia tra Voi, o per lo meno abbiate sue buone notizie. Voi sapete che io sono stato un semplice esecutore di ordini e posso garantire che se avessi saputo che il Sig. Gaddo lo avrebbero messo in campo di concentramento, avrei cercato di tutto per evitare ciò, ma ebbi solo l’ordine di portarlo a Senigallia dal Segretario e questo ordine mi fu dato, come ben sapete, dal Maresciallo Mungiguerra. Ora, dopo un lungo periodo di campo di concentramento e ora di carcere, spero sulla Vostra bontà perché mi facciate uscire e perdonare ciò che involontariamente feci. Mentre prego Iddio giusto e misericordioso che aiuti Voi e i Vostri famigliari, Lo prego ancora che Vi illumini per aiutarmi in questo frangente e di ciò Ve ne sarò grato tanto. Vogliate gradire i miei auguri vivissimi con i miei distinti saluti. Devotissimo, Galeazzo Titti. La lettera del fascista le storie

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