una città - n. 295 - settembre 2023

né scrivere, non si ha fiammiferi e molto limitatamente combustibile e si va verso l’inverno. Delizie che l’inverno mi prepara, in una cameretta che non ci si può muovere né un’altra dove possa stare quando fanno pulizie. Iddio ci aiuti. I carabinieri portarono il protocollo di Castelpiano di quei galantuomini di Manoni Luccio, si risponde subito ma io ho perso tutta la fiducia in tutto e per tutto, anche della giustizia. Quando avrà fine questa tortura!!! Senza figlioli e non sapere nulla di loro. Anche i denari incominciano a mancare. 5 novembre Attilio. Un autista per incarico del Cap. Marzuccalli mi portò una lettera del caro Giulio del 20-22 settembre. Egli sa che siamo qui a Ostra Vetere, speriamo che possa venirci a trovare. Del benedetto di Gaddo nessuna notizia, io sono disperato. Iddio benedetto abbia pietà di me. 10 novembre Attilio. Oggi ebbi dal sindaco di Senigallia la comunicazione che quel benedetto di Gaddo si trovava in ospedale di Urbino dal 5 agosto. Il 25 agosto fu preso dai tedeschi, maledetti che siano, che lo hanno portato, dicono, nell’Italia settentrionale. Che sia vero? Io non ci credo. Temo di non vederlo più, povera creatura mia e povero io che lo chiamavo il mio sole. Iddio abbia pietà di me. 20 novembre Attilio. Si scrive alla Prefettura per ottenere ciò che Titti portò via. 7 dicembre Attilio. È oggi un anno che mi portarono via il mio benedetto Gaddo e incominciò il mio cruccio e dolore sempre più grande. Ho voluto fare oggi digiuno per implorare a Dio Benedetto pietà per lui e per me, che possa rivederlo in breve. Da Giulio nulla, dopo la lettera del 20-22 sett., nessuna sua notizia. Sto in pensiero anche per questo figliolo. Iddio ci aiuti e abbia pietà di noi. 8 gennaio 1945 Attilio. Finalmente è giunta una lettera di Giulio con la posta. Pare ora che funzionerà una volta alla settimana, magari, e risposi subito speriamo che possa egli pure venirci come promesso a trovarci. La lettera è del 19-12-44. 24 gennaio Attilio. Domani è la festa della mia adorata sorella Elda. Quando la potrò vedere? Dal mio Giulio nessuna notizia dopo quelle del 19-12 non si vede venire su sue nuove che tanto mi preme di saperlo bene di salute e che se ha fatto pratiche per avere notizie di quell’angelo di Gaddo. Passano i giorni e i mesi e non vedo i miei figlioli. Che esistenza è la mia! Che male feci ad essere sì castigato. Sono oltremodo nauseato di tutto. Il mio Gaddo, non so nulla di lui, mentre ieri è arrivato libero quel famigerato di Titti che fu la causa i tutti i miei dolori. E si parla di giustizia!!! 6 febbraio Attilio. Oggi buona giornata. È giunta una bella lettera del mio Giulio che rinnova la promessa di venire a trovarci. Dice che ha buone speranze di ottenere il regolare permesso. La settimana ventura parte da qui un camion per Roma potrà egli venire con questo? Speriamo!! Ci giunse una cartolina della mia cara Elda di giusto un anno fa, che dice di aver fatto la cura dei raggi e che sta bene. Che sia bontà di Iddio benedetto a che possa rivedere tutti i miei cari prima di morire. E presso i miei correligionari. 14 febbraio Attilio. Oggi si presenta da me un soldato (sergente) della Polizia Militare Americana e mi chiede di Titti. Ho spiegato tutto e che lui mi portò via il mio Gaddo! Faranno qualcosa sul serio? Sono sfiduciato e temo che nulla e nulla avrò di soddisfazione! 16 marzo Attilio. Tristezza, e di Giulio non si vede e non si sa quando verrà qui, era a Firenze si è saputo ciò dai parenti della Signorina. Sono passati 20 mesi che non si vedono. Io sono da due settimane a letto con un forte attacco di gotta al ginocchio. Il morale mio è sotto lo zero. Che peccati ho commesso per essere così castigato e abbandonato! Iddio abbia pietà di me. 19 marzo Attilio. Finalmente ebbi la tanto desiderata visita del mio caro Giulio, il piacere di vederlo fu immenso. Egli mi trovò a letto ancora indisposto. Ci portò un ben di Dio ma più di tutto vederlo mi commosse e mi ricorda chi ancora mi manca, cioè il benedetto Gaddo. Mi promise di tornare a farmi visita. Speriamo che finisca questo flagello. 27 marzo. Attilio. Mi alzai dopo 4 settimane, benché non ancora guarito si prepara per Pesach. Si ebbe le Mazzot tanto da Roma che mi portò Giulio che da Ancona. Più che sufficiente. Mazzot si chiama lehem oni, pane d’afflizione, e io invece dirò Pesach oni fuori casa e senza figli e parenti e un kasherut molto ma molto ridotto. Iddio ci perdoni e ci aiuti9. 26-27 aprile Attilio. Finalmente i fascisti nazisti sono battuti in Italia. In piena ritirata. Genova sino Mestre, Venezia liberate. Mussolini e altri 29 fucilati. Ora speriamo che quel santo di Gaddo si possa trovarlo e che io abbia la fortuna di vedere e allora sì che potrò ben dire Iddio benedetto ci ha protetto e ci ha salvati per qualche cosa. Altrimenti non sarebbe stato meglio per me che a Osimo fossi deceduto? Spero quindi ancora nella bontà e nella grazia di Dio onnipotente e misericordioso. 29 aprile Ho scritto a Osimo per vedere che prima possibile si possa andare a Trieste magari col Vapore... 24 maggio È un mese che quasi la guerra è finita. Del mio benedetto Gaddo nessuna notizia. Il mio Giulio era a Firenze per proseguire verso Bologna a cercarlo. È riuscito? Dubito! Con questa burocrazia...10 C’è Titti! E quando si potrà rimpatriare? Che differenza la giornata di oggi da quelle di 30 anni fa. Così è il mondo. una città 55 Note 1) Attilio Morpurgo era Presidente della Comunità Israelitica di Gorizia. Sposato con Maria Treves, aveva due figli, Giulio e Gaddo. 2) Il diario è scritto a due mani, dalla governante Gina Viterbo e da Attilio Morpurgo. Il corsivo indica le parti scritte da Gina Viterbo. 3) 7 dicembre del ’43. La giornata dell’arresto di Gaddo. In questa pagina sia la signora Gina che il signor Attilio fanno riferimento all’annuncio dato per radio dell’inasprimento delle misure anti-ebraiche. Il Signor Attilio dice che le donne e il figlio per premura nei suoi confronti gliel’hanno taciuto. Da come ne parlerà altre volte si capisce che considera questo un episodio fatale. 4) I tefillin o filatteri sono due piccoli astucci neri di pelle, che vengono legati dagli ebrei con lacci neri di cuoio al braccio sinistro e all fronte e che vengono indossati per la preghiera del mattino nei giorni feriali. Essi contengono, scritti su pergamena, quattro brani biblici. 5) Taref è il cibo impuro, cioè non trattato sencondo le regole della religione ebraica. 6) Rosh Hodesh di Elul è il primo giorno del mese. Il signor Attilio coglie l’occasione per smettere di mangiare taref. 7) Rosh Hashanà è il Capodanno ebraico. Si celebra il 1 e 2 di Tishri (settembre-ottobre). È il momento in cui ciascuno è invitato a preparare il bilancio del proprio operato per difendersi, di fronte al Signore, dalle accuse che gli muoverà Satana. Caratteristica l’usanza di suonare il shofar, il corno di montone, per chiamare al pentimento ogni singolo ebreo. Qui il Signor Attilio pensa alla sorella Elda, rimasta "in mano dei barbari". In realtà, Elda Morpurgo è stata deportata ad Auschwitz il 293-44 e uccisa all’arrivo il 4-4-44. Così, in altra data, un’altra sorella, Pia Elvira. 8) Musaff è la preghiera dei giorni festivi. 9) Pesach è la Pasqua ebraica in ricordo dell’uscita dall’Egitto. Mazzot sono i pani azzimi che si mangiano per l’occasione. Kasher vuol dire puro ritualmente. Legge di purità rituale molto importante nello stabilire la purità o l’impurità dei cibi. In ogni caso è vietato mangiare il sangue: per questo è prescritto un particolare metodo di macellazione. Sono altrettanto vietati la conservazione, la preparazione e il mangiare insieme latte e carne. 10) Il questore dice che Gaddo fu prelevato dal carcere il 7 sett. per destinazione ignota. Ma il 5 fucilarono, il 17 anche e ci sono testimonianze che le fucilazioni furono più di due. Poi l’esumazione c’era già stata e le salme erano di più dei nomi della lista. E siamo nel ’45. Il riconoscimento sarebbe stato possibilissimo. le storie

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