A conti fatti
Gregorio Gobbi, bolzanino, lavora dal 1985 presso l’Astat, l’Istituto provinciale di stati- stica che, in Alto Adige, compie le rilevazio- ni della statistica ufficiale, quali i censi- menti della popolazione e i censimenti lin- guistici. Fra i vari incarichi da lui eseguiti presso l’Istituto, ha svolto il ruolo di istrut- tore e ispettore del personale incaricato del- le funzioni operative (rilevatori e funzionari comunali) e di supervisore della diffusione dei risultati nei censimenti del 1991 e del 2001. Prima di addentrarci nelle particola- rità del censimento linguistico del 1981, può essere utile ricordare cos’è un censimento della popolazione... Il censimento della popolazione è uno stru- mento utilizzato sin dall’antichità (Gesù non nacque a Nazareth, dove vivevano Ma- ria e Giuseppe, ma a Betlemme, loro luogo di origine, dove andarono proprio per adempiere agli obblighi del censimento ) e che oggi fanno tutti i paesi del mondo. Non è altro che un conteggio di quanti siamo in un determinato momento -se governo e am- ministro come Stato un territorio, per po- terlo fare comincio col vedere quanti siamo. Poi ci sono altri censimenti -dell’industria o dell’agricoltura, ad esempio-, ma il censi- mento della popolazione è il primo, il prin- cipale. Si è sempre fatto. Serve a fotografa- re le principali caratteristiche strutturali e socio-economiche della popolazione che di- mora abitualmente in un paese, di confron- tarle con quelle del passato e degli altri Paesi. Ma perché contare la popolazione in tempi moderni, se oggi abbiamo l’anagrafe? Serve proprio per vedere se l’anagrafe fun- ziona, se è tutto in regola, se i nati sono sta- ti iscritti, se i morti sono stati cancellati, se i movimenti migratori hanno avuto un ri- flesso anagrafico oppure no… Fino al 2018 il censimento generale della popolazione anche in Italia si faceva ogni dieci anni, negli anni che terminano in 1. In un determinato momento dell’anno, di solito in ottobre, tutti i residenti venivano chiamati a rispondere a una serie di do- mande individuali e familiari. Dopo il rece- pimento di una normativa dell’Unione Eu- ropea, invece di un censimento generale, ogni dieci anni viene eseguita una rileva- zione annuale, chiamata censimento per- manente e basata sia su fonti amministra- tive che su rilevazioni campionarie. Que- st’anno, dopo lo stop del 2020 a causa della pandemia, partecipano 2 milioni 472.400 famiglie in 4.531 Comuni sull’intero terri- torio nazionale. Quali sono le caratteristiche partico- lari del censimento linguistico in Alto Adige? In provincia di Bolzano negli anni che fini- scono con 1 tutte le persone residenti mag- giori di 14 anni che sono anche in possesso della cittadinanza italiana sono chiamate a partecipare a un censimento linguistico, ovvero a dichiararsi appartenenti a uno dei tre gruppi linguistici riconosciuti in provin- cia: italiano, tedesco o ladino. Già i censimenti del 1961 e del 1971 forni- rono, con una grande ricchezza di informa- zioni, i numeri dei gruppi linguistici. La ri- levazione linguistica venne eseguita in un modo molto semplice: nel questionario del censimento generale della popolazione, stampato in versione bilingue per la sola provincia di Bolzano, all’interno del cosid- detto “lembo staccabile”, necessario al fine del confronto censimento-anagrafe, venne aggiunta una colonna, che non c’era nel modello del resto d’Italia, dove veniva com- pilato il gruppo linguistico per ogni compo- nente della famiglia. L’informazione così raccolta consentiva una serie di elaborazioni non banali (tutte ese- guite allora ancora con il metodo delle sche- de perforate…). Ovviamente non c’era la normativa sulla privacy, quindi anche se il nome e cognome sparivano, restavano mol- tissime informazioni, si poteva sapere ad esempio quanti abitanti di lingua tedesca e quanti di lingua italiana si trovavano in ogni paesino, quanti di questi erano donne, di queste quante erano laureate, ecc. ecc. Nel 1972 entra in vigore lo Statuto di Auto- nomia, che prevede all’articolo 89 la propor- zionale per i posti pubblici e poi, con norme di attuazione successive, si stabilisce di te- nere un censimento dei gruppi linguistici per determinare appunto le proporzioni dei posti pubblici. E invece di contarci come ci siamo contati nel 1971, viene introdotta una norma diversa per il censimento suc- cessivo all’entrata in vigore dello Statuto … Come cambiano quindi le cose nel 1981 per quanto riguarda il conteggio dei gruppi linguistici? Innanzitutto venne tolta l’opzione “altro.” Nel lembo staccabile dieci e venti anni pri- ma era prevista la possibilità di identificar- si con “altro.” Ad esempio, nel 1971 nel co- mune di Montan/Montagna c’erano 121 ita- liani, 1.247 tedeschi, zero ladini, e sei “al- tro,” qualsiasi cosa esso fosse: mistilingui, forse, o stranieri. Nel 1981 invece con il nuovo modello di censimento viene tolta la casella “altro.” Si poteva solo specificare uno dei tre gruppi linguistici -italiano, tedesco o ladino. Non veniva data alcuna altra possibilità. La seconda novità importante era che la di- chiarazione era nominativa: non solo un da- to statistico ma una vera e propria dichia- razione di appartenenza. A partire dal cen- simento 2011 le due cose sono state per for- tuna di nuovo separate, ma nel 1981 fecero l’errore di mettere insieme censimento e di- chiarazione di appartenenza linguistica. Ecco perché il riferimento alle “gabbie etni- che” per descrivere gli effetti del censimen- to: non partecipavi a una mera rilevazione statistica, ma facevi una dichiarazione di appartenenza con nome e cognome e ti in- gabbiavi per almeno dieci anni in un unico gruppo, senza alcuna altra possibilità. La dichiarazione del 1981 era in tre copie. Una restava a chi la compilava, una anda- va all’Istat/Astat, una al Comune, che in- seriva l’informazione in Anagrafe. Se il cit- tadino aveva bisogno di una certificazione si recava in Comune, per dieci anni è anda- ta così. L’Astat nel 1981 riuscì comunque a estrar- re molte informazioni, incrociando i dati (ora sarebbe impossibile per la privacy). Avevamo il codice del Comune, il codice della sezione di censimento, il codice iden- tificativo della famiglia e del componente. Con queste informazioni incrociavamo il gruppo linguistico con tutte le altre infor- mazioni demografiche! Questa formula viene cambiata subito, grazie a una sentenza della Corte Eu- ropea, e già dal 1991 si cambia. Come? Viene aggiunta la possibilità di dichiarare l’aggregazione, non solo l’appartenenza, a un gruppo linguistico. Non si torna alla ca- sella “altro” che veniva offerta nel ’71. È un 10 Un rilevamento che non fotografa più la realtà Da tempo il censimento linguistico in Alto Adige-Südtirol offre un numero massificato, diviso per tre, che non rileva gli enormi cambiamenti nella società, compresa la presenza degli stranieri; dal punto di vista statistico l’informazione ricavata da questo esercizio è azzerata, e dal punto di vista conoscitivo serve a poco o nulla... Intervista a Gregorio Gobbi. nell’81 invece con il nuovo modello di censimento viene tolta la casella “altro.” Si poteva solo specificare uno dei tre gruppi linguistici intervista
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