A conti fatti
escamotage che produce gli stessi effetti giu- ridici della dichiarazione di appartenenza. Il modello del censimento linguistico rima- ne in tre copie (sempre su carta copiativa per evitare dichiarazioni diverse fra loro) ed è trilingue. La prima copia (il foglio A1) è nominativa e viene trasmessa in busta sigillata al Tribu- nale di Bolzano e vale come dichiarazione linguistica, obbligatoria in Alto Adige per partecipare a concorsi pubblici, per richie- dere certi tipi di contributi, per entrare nelle graduatorie dell’edilizia agevolata. Il foglio A2 indica il gruppo linguistico ma è anoni- mo e, in busta sigillata, va all’Astat/Istat per il calcolo della proporzionale. Il foglio A3 ri- mane al dichiarante. Non c’è più alcun co- dice che consenta di incrociare l’informazio- ne resa qui con l’informazione demografica. Ogni altro dato statistico riguardante i di- chiaranti è completamente slegato dal cen- simento linguistico. Le stesse modalità vengono usate nel 2001 quando però, dopo l’entrata in vigore nel 1996 della legge sulla privacy, non vengono più diffusi i valori assoluti di quanti italia- ni o quanti tedeschi ci sono in un comune, ma vengono pubblicate solo le percentuali, i valori assoluti rimangono solo a livello provinciale. Un altro cambiamento fondamentale arriva poi con il censimento del 2011... Nel 2011 il censimento si slega completa- mente dalla dichiarazione di appartenenza linguistica e torna ad essere solamente un dato statistico. Si compila solo un foglio, il modello A2, anonimo appunto, che viene inviato in busta chiusa all’Astat/Istat per il conteggio della proporzionale. La dichiarazione linguistica viene invece fatta individualmente a partire dal 2005, rivolgendosi direttamente al Tribunale, con il solo scopo di partecipare alle selezioni per un posto pubblico, per un contributo, per una casa popolare, come dicevo prima… Chiunque può dichiararsi di un gruppo al censimento e di un altro nella dichiarazio- ne linguistica. Da notare che i cittadini Ue possono effettuare la dichiarazione nomi- nativa di appartenenza o aggregazione da consegnare in Tribunale; tale dichiarazione però è totalmente disgiunta dalle procedu- re del censimento linguistico, come spiega- vo prima. Da questo punto di vista le cose sono molto cambiate rispetto al 1981. In un certo senso le proteste contro le “Nuove Opzioni” met- tevano in guardia contro qualcosa che poi non si è avverato, grazie anche a norme di diritto internazionale che sono state invo- cate per smussare alcuni meccanismi di- chiaratamente discriminatori. Ora il mec- canismo di discriminazione è la residenza -per godere di moltissimi diritti, compreso il diritto di voto, devi risiedere in Provincia da un certo numero di anni. Quindi se sei di lingua italiana o di lingua tedesca e vivi qui da sempre hai gli stessi diritti degli al- tri. Se sei italiano, di lingua italiana, e vie- ni da Bari hai invece meno diritti, esatta- mente come uno che viene dall’Africa. Devi avere la residenza da qualche anno, e poi ne riparliamo. Quest’anno a ottobre tutti i cittadini residenti in Alto Adige verranno chia- mati a rispondere a quale gruppo lin- guistico appartengono, o a quale si ag- gregano. Dal punto di vista statistico, che cosa fotografa questo tipo di cen- simento? Da tempo non è più la fotografia della real- tà. Dal punto di vista statistico l’informa- zione ricavata dal censimento linguistico è azzerata. Non conosciamo sesso, età, non abbiamo nessuna caratteristica socio-demo- grafica dei partecipanti. L’unica elaborazio- ne possibile è la suddivisione dei tre gruppi, in percentuale a livello comunale e com- prensoriale, e anche in valore assoluto a li- vello provinciale. È una cosa molto diversa dal censimento del 1971 o del 1981 quando era disponibile tutta una serie di dati! Ora esiste sì un’indagine totale (tutti i cittadini residenti verranno chiamati a rispondere, non solo un campione), ma il risultato sarà un numero massificato diviso per tre che non tiene più conto delle enormi modifiche date soprattutto dall’arrivo degli stranieri che, se non hanno acquisito la cittadinanza italiana, non partecipano al censimento lin- guistico. Quindi all’appello mancano gioco- forza migliaia di persone che vivono, lavo- rano o studiano in Alto Adige ma non hanno la cittadinanza. Dal punto di vista statistico una percentuale non banale. Ad esempio, nel 2011 hanno partecipato al censimento linguistico 51.371 persone in meno delle persone residenti censite (504.643 unità) -la differenza è dovuta alle persone con dimora abituale, ma tempora- neamente assenti alla data del Censimento che non hanno quindi potuto rilasciare la dichiarazione, alle persone che non hanno voluto rendere la dichiarazione di apparte- nenza a gruppo linguistico e, per la mag- gior parte, agli stranieri residenti censiti che non possono partecipare. Nel corso degli anni all’Astat abbiamo pen- sato che è necessario comunque offrire un’informazione statistica sugli aspetti lin- guistici della popolazione, per cui nel 2004 abbiamo creato il Barometro Linguistico, un’indagine campionaria sulla popolazione residente. A ogni cittadino inserito nel campione abbiamo chiesto moltissime cose inerenti la lingua -la propria lingua madre, l’uso che fa della lingua madre e di altre lingue, la dichiarazione di appartenenza, la conoscenza dell’altra lingua e di altre lin- gue, sul lavoro che lingua viene parlata... Il primo Barometro lo abbiamo pubblicato nel 2004, il secondo nel 2014, e il terzo sarà nel 2024... Il risultato di questa indagine è una ricca informazione statistica, chiaramente non è suddivisa per comune, ma almeno riguarda tutti i residenti -ci sono anche gli stranieri! Il tutto dovrebbe servire a capire come cambia la società, questo è lo scopo delle nostre statistiche, che è molto di più rispet- to a diffondere quei due numeri in croce che offre ora il censimento linguistico! Per farvi un’idea, nel questionario del Ba- rometro linguistico, è inserita anche la do- manda “Ritiene che il gruppo al quale ap- partiene sia svantaggiato nel campo del la- voro?”.La risposta generale è che il 30% de- gli intervistati, nel 2014, ha risposto anco- ra: “Sì, a volte”, e un ulteriore 5%: “Si, sem- pre”! E quando guardiamo a come sono divise le risposte per gruppi linguistici: “Si, sempre” per gli italiani 14%, i ladini il 5%, i tedeschi il 2%; “Sì, a volte” gli italiani 55%, i ladini 36%, i tedeschi il 21%. “No” ri- spondono il 78% dei tedeschi, il 59% dei la- dini e il 31%. Il censimento, dal punto di vista conosciti- vo, serve a poco o a nulla, mentre questa indagine è molto più ricca... Nel censimento linguistico manca il 10% della popolazione, una porzione di popolazione anche qualita- tivamente significativa... e poi non rileva chi si sente mistilingue! Nel Barometro esi- ste anche questa possibilità, nel complesso di tutte le opzioni possibili! Un po’ compli- cate da leggere, ma disponibili nei risultati dello studio. Malauguratamente i dati del Barometro linguistisco hanno trovato ben poca attenzione da parte della politica lo- cale... Una notevole mole di dati e informa- zioni statistiche su cui, nel tempo, fiorisco- no impietose le ragnatele del disinteresse. (a cura di Simonetta Nardin) 11 se sei italiano, di lingua italiana, e vieni da Bari hai invece meno diritti, esattamente come uno che viene dall’Africa intervista
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