A conti fatti
sconcertante è che queste istituzioni l’ab- biano “bevuta”, che siano state condiscen- denti anche gli organi di garanzia nazionali ed europei, e soprattutto la Commissione europea che, sotto diverse guide italiane, ha poi archiviato la procedura di infrazio- ne. Tradendo in tal modo la loro vocazione istituzionale e abdicando in maniera scan- dalosa all’unica funzione per cui dovrebbe- ro esistere: mantenere fermi e tutelare i di- ritti fondamentali e comunque non benedi- re simili operazioni. Ovviamente, tutto questo era legato anche alle solite condizio- ni mutevoli della politica italiana, dove il governo italiano si trova spesso ad avere bi- sogno dei voti della Svp. L’immigrazione, l’apertura del merca- to del lavoro pubblico e anche di tutto il settore delle provvidenze pubbliche a non cittadini, non residenti o addi- rittura comunitari o non comunitari, sono tutte problematiche che hanno quali incidenze sul sistema locale di- segnato sulla proporzionale e il censi- mento? Nel corso del tempo, il fenomeno della cre- scita del numero sia di cittadini comunitari che extracomunitari legittimamente resi- denti nella provincia di Bolzano, e che in quanto tali hanno diritto di beneficiare -in termini di parità con i cittadini- anche dei diritti e delle facoltà condizionati dalla pro- porzionale, e quindi dalla dichiarazione et- nica, ha a sua volta progressivamente mes- so a nudo i limiti derivanti dalla rigidità di tale impianto. La realtà dell’immigrazione ha recentemente costretto la politica ad ammettere la possibilità di rendere la di- chiarazione in questione anche a categorie di persone di variegatissima provenienza o “appartenenza” etnica o nazionale, palese- mente non riducibili all’originaria logica et- nica ed esclusivistica del sistema autonomi- stico. È evidentemente un sistema che, per quanto riguarda la proporzionale e, di con- seguenza, la connessa dichiarazione di ap- partenenza, sta ormai raggiungendo i mar- gini estremi della sua compatibilità con la attuale composizione -e con le tendenze di evoluzione- della società sudtirolese. È un assetto -politico, ideologico e quindi giuridico- partito nel 1981 con la pretesa di rendere stabile e cristallizzato in eterno il “condominio” costituito dai soli tre gruppi linguistici che se ne considerano proprieta- ri, ma che ora -e non da oggi- si ritrova con una composizione sociale sempre più irri- ducibile a tale ingabbiamento. Oggi la di- chiarazione -di appartenenza o di aggrega- zione a uno dei tre gruppi linguistici rico- nosciuti- può essere resa, oltre che da tutti i cittadini comunitari, pure non residenti, e dai loro familiari anche extracomunitari; e così altresì da tutti i cittadini extracomu- nitari con titolo di soggiorno stabile, ossia dopo i cinque anni di residenza. Ne segue che ogni anno si aggiunge, presumibilmen- te, qualche migliaio di dichiarazioni nuove di persone che, in realtà, si collocano com- pletamente al di fuori della logica origina- ria di tale normativa e che la spingono pro- gressivamente oltre il limite entro cui può ancora avere un senso. Gli istituti della proporzionale e della dichiarazione etnica hanno ormai sempre più le sembianze di meri simulacri ideologici ma che, verosimil- mente, saranno ancora a lungo difesi con- tro la realtà come, del resto, tutti i dogmi ipocriti di questo mondo. (a cura di Giorgio Mezzalira) 9 gli istituti della proporzionale e della dichiarazione etnica hanno ormai sempre più le sembianze di meri simulacri ideologici intervista
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