Achtung Volkszählung! Attenzione al censimento!

del “pacchetto” e delle tre corporazioni etniche, al di fuori delle quali non c’è salvezza. Il censimento e la dichiarazione di appartenenza a uno dei tre gruppi, per essi è quindi un’opzione particolarmente drammatica. Sarà come dover decidere “per chi tenere”, “da che parte stare” (ad esclusione “dell’altra”, s’intende!), dove assimilarsi: una divisione che spaccherà persino le famiglie; i fratelli dai fratelli, i coniugi tra di loro. Per i figli forse qualcuno penserà alla reintroduzione del metodo “salomonico” della... spartizione! È da osservare che non si tratta solo di “singoli” casi (magari a migliaia) ma anche di situazioni collettive vere e proprie, particolar- mente frequenti in alcune zone della Bassa Atesina e in alcuni quar- tieri urbani, dove – talvolta da molti decenni – ogni confine nitido tra i gruppi sarebbe arbitrario e artificio so, e spesso semmai dettato da opportunità politiche o convenienze economiche assai più che da reale identità culturale e linguistica. Anche qui il carattere di “opzione forzata” del censimento risulta particolarmente pericolosa e chiaramente strumentale a una pervicace linea di “decontaminazione e pulizia etnica”. 4. Gli “alloglotti” Nel Sudtirolo esistono alcune centinaia di cittadini italiani di prove- nienza estera o appartenenti a minoranze nazionali non radicate par- ticolarmente nel Sudtirolo, ma in altre parti d’Italia (inglesi, francesi, fiamminghi, slavi, ecc. nel primo caso; sloveni, zingari, ladini friula- ni, francofoni valdostani, ecc., nel secondo). Chi di costoro volesse godere dei diritti civili del Sudtirolo (case popolari, pubblico impiego, cariche elettive, ecc.) dovrà per forza “iscriversi” a uno dei tre gruppi linguistici ammessi, coartando – ov- viamente – la propria reale identità. 5. E chi non si vuol far “classificare”? Oltretutto è pensabile che esistano anche dei cittadini che non desi- derano essere considerati appartenenti esclusivi e legalizzati a una

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