Achtung Volkszählung! Attenzione al censimento!

113 Attenzione al Censimento! tori vengono praticamente ricattati a votare per liste «mono-etniche» in cui non corrano il «rischio» di vedere eletto un rappresentante di lingua diversa dalla propria che poi sposterebbe la «proporzionale» a svantaggio di una parte dei suoi elettori. Si vuole forse negare la nostra esistenza di «bilingui» perché giuri- dicamente e burocraticamente non comprimibile entro le categorie «riconosciute»? Dobbiamo forse continuare a subire l’assimilazione forzata e l’attribuzione coattiva a un singolo gruppo linguistico per poter esercitare i nostri diritti civili e politici, per avere posti di lavoro e case e così via? Dobbiamo subire la costrizione (per noi e, peggio, per i nostri figli) di « dichiararci » come ci viene imposto in molte occasioni e come tra poco, ormai, nel censimento del 1981 minaccia di succedere a tutti? Per noi una simile «scelta» significa dover rin- negare una parte della nostra personalità, della nostra cultura, della nostra stessa umanità. E dovremmo forse continuare ad accettare una situazione in cui i no- stri figli non troveranno mai una scuola loro congeniale e dovranno subire una scissione e un inserimento forzato? Dovremmo mentire opportunisticamente per tutta la vita e subire una coartazione nella nostra stessa identità, perché attualmente nel Sudtirolo è ammes- so esistere ed esercitare i propri diritti solo in quanto o «tedesco» o «italiano» o «ladino» (ognuno rigidamente separato dall’altro)? Vogliamo forse correre il rischio di vedere reintrodotti j certificati di discendenza di infausta memoria (già ora nell’ambito della scuola si applicano qua e là criteri e decisioni che finiscono per essere «ac- certamenti d’ufficio» dell’appartenenza linguistica)? Verrà persino il momento in cui i «matrimoni misti» e i rapporti sessuali «interrazzia- li» troveranno una sanzione legale e penale? È accettabile che in uno Stato che voglia essere democratico e in un ordinamento autonomo che dovrebbe ampliare gli spazi di libertà e di autodeterminazione, i diritti e i doveri dipendano dall’appartenen- za etnica o linguistica (invece che, per esempio, dalla conoscenza e dall’uso delle lingue)? E che questa appartenenza oggi debba essere dichiarata e domani, magari, accertata d’ufficio? È accettabile che

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