Die Politik der richtigen Dinge: Alexander Langer oggi

42 tratta di una questione che sicuramente ha tormentato le notti di Alex, anche perché resa più incomprensibile se paragonata al senso civico e all’amore per il paesaggio che la cultura tedesca era già in grado di manifestare, soprattutto nei confronti della cura del territorio, nel ri- spetto della sua storia e nelle politiche contro l’inquinamento prodotto dall’uomo. La coscienza come Bewusstsein , come la intendeva Alex, va distin- ta in un aspetto logico , legato alla conoscenza e alle proposizioni di verità che ci rendono più consapevoli, e in un aspetto etico , esterno alle dinamiche della mente e più attento alle proposizioni di credenza. Questo secondo aspetto custodisce l’etica della responsabilità e il suo principio, come sosteneva Hans Jonas 22 , o anche solo quella ragione media di cui parlava Kant. Fede e sapere si incontrano in un momento introspettivo, tanto caro anche alla letteratura biblica e in modo parti- colare a quella patristica. Alex si è astenuto dal fare l’obiettore di coscienza al servizio militare – allora non riconosciuto dalla legge –, mentre è stato uno dei promotori dell’obiezione al censimento etnico a cui la provincia autonoma di Bol- zano aveva costretto i suoi cittadini. Questa netta presa di posizione gli ha impedito di partecipare alla competizione elettorale come candidato sindaco della città di Bolzano. La parola d’ordine da lui usata in questa occasione è stata Traditori etnici ma non transfughi , per testimoniare il desiderio di voler creare opinione diversa all’interno dello stesso grup- po etnico e non essere esiliato sull’altro fronte insieme all’istanza che si vuole rappresentare. Una riflessione matura sulla coscienza umana deve percorrere tre di- versi sentieri. Il primo è quello della coscienza individuale , il più pro- blematico perché legato unicamente alle dinamiche dell’io e del non-io (per seguire l’intuizione di Fichte), delle contraddizioni della finitez- za, della percezione del proprio essere limitato come costitutivamente orientato verso il suo opposto: non c’è finito senza infinito. Non c’è concetto di limite che non includa la prospettiva del suo superamento. 22 Cfr. H. Jonas, Il principio responsabilità , a cura di P. P. Portinaro, Einaudi, Torino, 2009.

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