Die Politik der richtigen Dinge: Alexander Langer oggi
44 raggiungimento di una consapevolezza universale: « Proletari di tutti i paesi, unitevi! » 23 . Non solo, questa ondata rivoluzionaria sarebbe stata in grado, grazie all’apporto della classe dirigente del partito e al crollo del capitalismo, di instaurare quantomeno le premesse per un nuovo modello di società comunista. Perno di questa concezione è la catego- ria del bisogno , ed è forse il punto più debole, perché dal bisogno, come ha ricordato anche Adorno, non nasce automaticamente la coscienza. Quando si è avvicinato a questa forma di utopia socialista, Alex non ha mai rinunciato a interpretarla in maniera non ortodossa (anche Lotta Continua era in fondo un esperimento politico aperto alle nuove istan- ze giovanili, a un mondo alternativo ad ogni ristrettezza ideologica). La coscienza collettiva non può sostituire quella individuale. L’idea stessa che la coscienza del proletariato dovesse essere superiore o più solidale di quella dei contadini montani era per lui insostenibile, come lo era il carattere tutto sommato violento di una teoria rivoluzionaria come quella marxista-leninista fondata sulla lotta di classe e sulla dit- tatura del proletariato 24 . Pensare che la coscienza fosse creata dal bisogno e dalla prassi rivolu- zionaria, scavalcando il passaggio antropologico delle convinzioni per- sonali, per la sensibilità di Alex risulterà inaccettabile. In La cura per la natura, da dove sorge e a cosa può portare , in conclusione afferma: « L’esigenza di giustizia, derivante dalla presa di coscienza ecologica, è forse più profonda e radicale rispetto al marxismo o ad altre dottrine economiciste o di ridistribuzione del progresso; senz’altro più solidale e universale delle diverse correnti nazionaliste » 25 . L’intersoggettività, l’agire comunicativo che forma la coscienza co- 23 K. Marx, F. Engels, Manifesto del partito comunista , lo cit. nella bella edizione di Edizioni Lotta Comunista, Milano, 1998, p. 99. 24 Per ricordare le parole di Marx: « I comunisti sdegnano di nascondere le loro opinioni e le loro intenzioni. Essi dichiarano apertamente che i loro obiettivi possono essere raggiunti solo con la sov- versione violenta di tutto l’ordinamento sociale esistente. Le classi dominanti tremino davanti a una rivoluzione comunista. I proletari non hanno nulla da perdere in essa fuorché le loro catene. Hanno un mondo da guadagnare » , Ivi. 25 Relazione al “Secondo incontro latino-americano di cultura, etica e religione di fronte alla sfide ecologica”, tenutasi a Buenos Aires nel 1990 e organizzato dai Frati francescani di Montevideo, ora in: Alexander Langer. Una buona politica per riparare il mondo , cit., p. 174 (nostra la sottolineatura).
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