Die Politik der richtigen Dinge: Alexander Langer oggi

7 Introduzione Il venticinquennale della scomparsa del politico e attivista Alexander Langer si era aperto, con un gesto gravido di significato, con i festeggiamenti del compleanno nella sua Sterzing (Vipiteno, in italiano), a pochi chilometri dal Brennero, proprio mentre la pandemia muoveva i suoi primi passi in Italia. Non si poteva fare scelta migliore: Alex, come lo chiamano coloro che l’hanno conosciuto, è ancora una figura presente e viva, fecondo modello d’ispirazione, pungolo e fonte di riflessione per tante realtà e associazioni, donne e uomini, provenienti da diverse generazioni ed esperienze. A un quarto di secolo dalla sua scomparsa, questo “esile mito” del secondo Novecento italiano ed europeo continua a interrogarci con la sua inquieta mitezza e le sue aperture, ma anche con tutta la sua radicalità. Langer non fu profeta, ideologo o legislatore, nonostante la sua spiccata capacità, che in tanti gli riconoscono, di anticipare molti dei nodi più importanti del nostro tempo. Langer è unmito dell’età dell’ermeneutica. Non impone dogmi, verità preconfezionate da propinare a schiere di adepti e accoliti in silenziosa adorazione. Ci interroga, piuttosto, con la sua presenza/assenza, spingendoci a rimettere in discussione la nostra parziale visione del mondo, rovesciando le esitazioni, le nostre complicità, anche involontarie, e i nostri limiti; e spingendoci soprattutto ad agire. La sua è un’eredità che si compone di domande assai più che di risposte, di dubbi assai più che di certezze, e che ci pone costantemente di fronte, senza miopie o facili scappatoie, alla realtà sorta dopo la caduta del Muro e con la fine del socialismo reale in tutta la sua irriducibile, dura complessità. Il contesto della pandemia, che ha segnato questa ricorrenza, ci costringerà presto (già avviene oggi, peraltro) a rivedere abitudini consolidate di prassi e di pensiero, ponendoci con maggiore urgenza di fronte a sfide antiche e nuove: dalla crisi ambientale alle diseguaglianze, dall’odio per il diverso fino alla minaccia di cancellazione che incombe su tante realtà cosiddette marginali, ma che, al contrario

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