Gordan Paunovic è tra i fondatori di Radio B 92, vive e lavora a Belgrado.

Ti chiedi cosa pensano i serbi "normali", di cosa parlano magari quando si ritrovano assieme la sera. I "serbi normali": non so cosa significa questa espressione. Molti di loro veramente non sanno cosa sta succedendo in Kosovo in termini di brutale bestialità, dato che non è certo una cosa che possono vedere alla tv serba. Tutto ciò che sanno è che ci sono i terroristi dell’Uck e dall’altra parte la polizia serba e l’esercito iugoslavo che li combattono.
E se glielo chiedi, ti racconteranno una cosa del genere: gli albanesi hanno sempre voluto la secessione, per questo devi combatterli. Ora sono in una brutta situazione, ma del resto non volevano vivere in Serbia, volevano il Kosovo indipendente, era questo il problema. Anche quando c’era l’autonomia, tra il ’74 e l’89, volevano di più, volevano dichiarare l’indipendenza (la cosiddetta "contro-rivoluzione" nel 1981 quando il vecchio esercito della Yugoslavia, Jna, in pochi giorni fermò l’insurrezione). E’ questo che ti sentirai dire sul Kosovo dalla gente comune.
Ora vorrei però che tu leggessi questa lettera -assieme alla mia risposta-mandatami da alcuni ragazzi sulla questione Kosovo-Serbia.

E’ veramente una cosa triste quella che sta accadendo in Yugoslavia.
Nel corso degli ultimi nove anni abbiamo guardato l’esercito iugoslavo attaccare quasi tutti i paesi vicini.
E’ cominciata con la Slovenia e la Croazia, poi è stata la volta della Bosnia e adesso il Kosovo. Attaccavano i vicini solo perché chiedevano l’indipendenza. Rivendicavano libertà, liberazione e il diritto a diventare nazioni indipendenti e non comuniste. E tutti infine ce l’hanno fatta. Eccetto il Kosovo che sta ora lottando per la propria sopravvivenza.
Per nove anni abbiamo assistito allo stupro di 20.000 donne (anche bambine di soli 8 anni), al massacro e alla distruzione sistematica dei propri vicini da parte dell’esercito iugoslavo. Ormai non sono rimasti loro molti amici. Del resto hanno cercato di spazzarli via. Adesso il Kosovo sta subendo la pulizia etnica. Sono state scavate fosse comuni, sono state distrutte case, uccisi animali e tutto per un pezzo di terra. Tutto ciò è stato fatto per potersi liberare dei propri vicini, a qualsiasi costo. Così possono prendere possesso di più terra.
Un dato: il Kosovo è costituito per il 90% da albanesi kosovari e questi sono sotto l’occupazione e la pressione dell’esercito serbo ormai da molti anni.
Non possono nemmeno parlare la propria lingua.
Per nove anni noi abbiamo guardato questo massacro sistematico senza compiere alcuna azione!
Ricordate nel 1993, a Sarajevo furono costretti a mangiare i corpi dei morti, per sopravvivere durante l’inverno, perché l’esercito iugoslavo aveva deciso di usare il cibo come arma. Ed era lo stesso posto dove solo due anni prima avevamo assistito alle olimpiadi invernali.
Chiunque si alzi e dica che la Nato sbaglia con questa guerra contro la Yugoslavia, ovviamente non ha letto i giornali e guardato i telegiornali per gli ultimi nove anni. Il fatto è che la Nato si è mossa troppo tardi, avrebbe dovuto muoversi contro l’esercito iugoslavo molto molto prima.
Per gli ultimi nove anni non abbiamo assistito a una guerra nei Balcani, abbiamo assistito a un massacro!
E tutto in nome del nazionalismo. Insomma non diversamente dalle mete di Hitler!
Per favore, quale altra possibilità aveva la Nato?!
Come mai non abbiamo mai sentito un serbo alzarsi e manifestare in nome della gente che il suo esercito e il suo governo vogliono cacciare?
Chi in Serbia è contro la pulizia etnica, il nazionalismo, e contro il massacro e lo stupro di popolazioni innocenti?! La tecnocrazia pretende di fare un progetto di pace adesso. Ma cosa avete fatto negli ultimi nove anni per difendere i vostri vicini?
Credo che oggi alla Yugoslavia sia rimasta un’unica possibilità, e sarà molto dolorosa. Devono levarsi contro l’uomo che li ha messi nella situazione in cui sono oggi.
E quell’uomo è il loro leader, Slobodan Milosevic.
E’ un dittatore e un fascista. Non c’è un modo carino per sintetizzare tutto questo. Con quell’uomo al potere, o chiunque altro segua tali ideali nazionalisti e fascisti, non ci può essere alcuna vera pace per i Balcani o per la Yugoslavia. E a meno che i giovani e tutta la gente della Yugoslavia non si alzino in piedi e si assumano il rischio, la Yugoslavia rimarrà quella nazione arretrata e odiata che è oggi. Quando ...[continua]

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