Galia Ackerman, André Gluksmann, Romain Goupil, Alexandre Guinzburg, Gilles Hertzog, Bernard Henry Lévy, Barbara Spinelli

Noi veniamo qui a Mosca, come Europei desiderosi di parlare a degli Europei. Noi veniamo qui come ammiratori di una Russia alla quale dobbiamo tanti musicisti, tanti pittori, tanti scrittori e tanti resistenti all’oppressione totalitaria.
Noi veniamo qui come amici di un popolo che fu preda delle peggiori maledizioni del XX secolo, guerre, campi di concentramento, comunismo, nazismo, sterminii, miserie, mafie, corruzioni e menzogne. A un amico gli si deve la verità, non l’adulazione. Noi veniamo per dire che nulla giustifica il martirio inflitto al popolo ceceno dagli aerei, dall’artiglieria, dai carri armati, dai soldati dell’armata russa. Nessuna pretesa lotta contro dei “banditi” o contro il terrorismo giustifica l’annientamento delle popolazioni, bimbi, malati, anziani compresi. Sfidando le convenzioni internazionali che ha sottoscritto, la Russia si rende colpevole di crimini di guerra e di crimini contro l’umanità. Bisogna parlare con chiarezza e chiamare un crimine con il suo vero nome, e discutere razionalmente dei mezzi per fermare la nuova guerra fredda appena avviata.
Cessate il fuoco immediatamente, negoziate ufficialmente con il Presidente eletto legittimamente sotto controllo europeo (Osce), Aslan Maskhadov. Le elezioni sono già macchiate del sangue dei Ceceni. Non ripetete gli sterminii di Stalin. L’anno 2000 non deve aprirsi con l’apocalisse di Grozny.