Il problema è se gli Stati Uniti e gli Stati dell’Unione europea -l’Occidente- siano disposti o no ad accettare, o addirittura a favorire, l’esistenza di Stati indipendenti nell’area cosiddetta islamica e in particolare stati indipendenti a prevalenza araba in una zona del mondo da cui proviene una materia prima al momento fondamentale per loro: il petrolio.
Il resto -la natura dei governi, le ideologie, i confini degli Stati, le dinamiche sociali- viene dopo. Ci si può chiedere: cosa vuol dire indipendente?
A questo mondo nessuno Stato è veramente indipendente, neppure il più potente di tutti, anche quando dichiara di agire unilateralmente. Le interdipendenze economiche e politiche, la natura intrinsecamente internazionale della produzione, del commercio e della finanza, la natura multinazionale di molte imprese, le istituzioni internazionali, i trattati vincolano fortemente anche gli Stati più potenti. Lo stiamo riscoprendo proprio ora. Ci sono solo Stati molto, molto potenti e Stati estremamente dipendenti, fino alla insignificanza e al totale controllo della forza da parte non solo di Stati ma anche di soggetti privati esteri, passando per la gamma di tutte le situazioni intermedie.
Ci si può chiedere: è stata indipendente l’Italia del dopoguerra con le basi americane, svincolate di fatto non solo dall’esecutivo ma anche dalla giurisdizione, con il forte condizionamento della politica estera, la conventio ad escludendum nei confronti dei comunisti, con Gladio, di cui ha fatto parte un Presidente della Repubblica, le guerre di spie, Ustica, ecc.? O la Repubblica federale tedesca, divisa in zone di occupazione, con la frontiera tra i due blocchi in casa, un esercito straniero importante sul proprio territorio, ecc.?
Certo non totalmente indipendenti, ma con elezioni vere, uno sviluppo economico innescato anche da un piano internazionale, ma sostenuto all’interno, cambiamenti di governo importanti, scelte strategiche autonome o relativamente autonome.
Si potrebbe dire per gli Stati ciò che si dice per gli uomini: che gli uomini sono esseri sociali, che ogni morte d’uomo ci diminuisce perché facciamo parte dell’umanità, ma anche che ogni uomo è un’isola e ognuno muore solo.
Con indipendente intendo dire indipendente come la Cina, come l’India, come la Russia, come la Germania. O anche, scendendo nella scala, come il Brasile, come la Turchia, come il Marocco -che, forse per sua fortuna, non ha petrolio.
Non come l’Egitto o l’Arabia saudita, che non reggerebbero un giorno se venisse meno il puntello economico e militare degli Stati Uniti. Come l’Iran piuttosto, che non è un modello ma certo è uno Stato più pluralistico di molti altri, di cui il governo degli Stati Uniti sembra pensare che esiste, purtroppo, ma bisogna distruggerlo.
Indipendente non è e non sarà il governo irakeno il cui presidente del consiglio in pectore, agente della Cia, è stato accantonato perché lavorava anche per gli iraniani mentre quello in carica sembra dipenda da una parte sola. Senza contare l’esercito di occupazione, la Nato, la guerriglia, il terrorismo, e tutto il resto.
Indipendente non è e non sarà la Palestina, se il quadro e le tendenze attuali restano immutati. Si può solo dividersi tra chi prevede il consolidarsi di un apartheid, con Gaza annesso di fatto all’Egitto, con controlli aggiuntivi da parte della potenza dominante, e la Cisgiordania smembrata in enclaves da respingere di fatto verso la Giordania, e chi prevede l’espulsione verso i paesi confinanti, il completamento della cacciata, in stato di necessità, come chiede anche Benny Morris, se le circostanze si aggravano.
La rivolta popolare eternamente emergente ed eternamente repressa, la insignificanza, la inesistenza della normale dinamica sociale, l’antioccidentalismo, l’estremismo, prima marxista poi islamico, sempre nazionalista, che abbiamo visto svilupparsi in Nordafrica e in Medio Oriente nell’ultimo mezzo secolo, sono anche il risultato di una evoluzione bloccata, che si imbatte ad ogni piè sospinto in una forza insuperabile o nella corruzione, sempre possibile perché alla fine il petrolio paga tutto.
Si può obbiettare che i paesi arabi emergenti non hanno lasciato molte scelte all’Europa e agli Stati Uniti. Che monarchie corrotte -ma invincibili da una potenza occupante, come i senussi di Cirenaica- sono state sostituite da regimi militari fascisteggianti - come Gheddafi in Libia, che ha come moglie principale una dei senussi- o Nasser ...[continua]

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