La lettera di Annalena Tonelli è di giugno. Da allora la situazione in Somalia è in parte migliorata, almeno per quel che riguarda il mercato nero, che è crollato in seguito all'arrivo degli aiuti, e per i voli internazionali che sono ripresi. Ma le bande armate restano padrone della situazione, incombono pericoli di ogni genere, e fame, denutrizione e malattia continuano quotidianamente a fare vittime soprattutto fra i bambini. Ringraziamo i familiari per averci concesso di pubblicare questa lettera di Annalena, che più di ogni articolo, ci permette di "entrare" dentro alla sua "missione".

12 giugno
Carissimi, è l’una di notte. Mi ero appena addormentata che Saad mi ha chiamata... purtroppo troppo tardi... era già in un mare di popò diarrea e allora ho appena finito di pulirlo e di lavare il materasso e il pavimento e sistemarlo di nuovo tutto avvolto in lenzuola pulite e in una coperta perché questa casa è piena di correnti ed io ne godo ma sono senz’altro micidiali per i miei bambini che tossiscono molto. Soprattutto Saad in questi ultimi giorni ha ripreso a tossire come all’inizio.
...Mi pare che vi stessi dicendo che già da più parti mi assicurano che nel corso di questi sei mesi di mia assenza da Mogadiscio tutti i laureati che erano rimasti nel paese dopo l’esodo incessante di tutto il ‘91 dopo la cacciata di Siyad Barre se ne sono andati o si stanno organizzando per andarsene... e ogni commento è in loro favore perché l’opinione generale è che non ci sono speranze per il futuro di questo paese... Io penso a queste migliaia e migliaia di poveri abbandonati, provati al di là di ogni umana possibilità di prova, e per loro, per la loro sofferenza e per la loro umanità voglio solo vivere e morire, ma sono ugualmente convinta che non ci sia futuro. I vecchi, i cosiddetti elders, sono tutti corrotti, disonesti al punto che spesso sento con violenza dentro che saranno vomitati il giorno del giudizio perché troppo orrendi per essere neppur degni di un giudizio... Continuano a riempire i loro magazzini di cibo rubato e a non venderlo fino a quando i prezzi del mercato vanno talmente su che loro vendono riso e granoturco e zucchero e olio come se vendessero fiorini d’oro, non aprono la loro casa neppure ai parenti poveri, ai rifugiati fuggiti da orrori di violenze, uccisioni e torture e saccheggi e razzie di campi e di bestiame, continuano a scegliere per le posizioni di potere, che non hanno mai cessato di attribuire nonostante l’assenza di un vero governo, le persone più notoriamente disoneste del passato regime... proprio oggi si commentava amaramente a tavola... Hilary (Croce Rossa) ci ha raccontato gli ultimi incontri con gli anziani che continuano a dominare e continueranno a farlo finché avranno vita e dopo ce ne saranno altri come loro... pensate che hanno scelto come commissario regionale una sporca figura del passato regime famoso perché sfruttava tutto e tutti e faceva un business vendendo perfino la sabbia del mare e impedendo che altri la prendessero gratuitamente...

E’ il 13 giugno. Sera. Un miracolo è avvenuto grazie a Mario perché io mai l’avrei organizzato se non per qualcun altro. Ho comprato ieri un generatore seminuovo per centoquaranta dollari e ora scrivo alla luce di un tubo al neon qui nella mia casa. I bambini miracolosamente dormono dopo aver corso e giocato tutto il giorno con una carica di gioia di vivere così travolgente che tutti li riempiono di coccole e carezze tanto sono adorabili: è la gioia incontenibile di chi si sa scelto e amato... lo struggente desiderio di ogni nostra vita.
Mario continuava a dire fin dal primo giorno che era impossibile lavorare senza generatore... veramente anche lui nei vari paesi dell’Africa in cui era stato non aveva quasi mai goduto della luce elettrica ma qui tutto era talmente duro che gli pareva impossibile e inaccettabile non vedere più nulla alle sei e mezza di sera e dover trovare vene introvabili al lume del fainus o di pile sempre eccessivamente fioche perché quando si trovano le pile sono tutte vecchie e semiscariche e durano niente e le lampadine saltano di continuo nel bel mezzo delle situazioni e delle operazioni più delicate... il tracollo l’aveva dato ai primi del mese quando il balcone della sua nostra casa è crollato spaccando il femore a un bambino del feeding centre e scaraventando nel pentolone del brodo bollente un muratore che faceva lavori lì vicino... “Dio si è veramente dimenticato di questa gente!” è stato il suo amarissimo e tesissimo commento appena mi ha visto arrivare trafelata di corsa perché lui mi aveva chiamata urgentemente... E’ chiaro che il peso l’aveva tutto lui che doveva sistemare la gamba fracassata mentre io mi sono occupata dell’uomo... e ci ha messo ore perché non l’aveva mai fatto e perché è un perfezionista e non ha una gran fiducia in se stesso... e intanto si era fatto scuro e lui pativa e sudava come un Cristo in croce... No, Annalena, non è possibile lavorare nel buio. Troppi sono i casi gravi gravissimi... sono tutti gravissimi... Ed è così che un suo amico dei tempi di Qorioley è stato incaricato pressantemente di trovare e sistemare un generatore come infatti è avvenuto. Continuerà a funzionare? Non so. Resta il fatto del miracolo di questa sera proprio quando era arrivato un messaggio da Hilary che domani andrà a Mogadiscio con Finn e che si offre di far partire le nostre lettere se vuole Dio. Io mi sento sfiduciata dopo che Hilary ci ha confermato l’interruzione di tutti i voli... quando mai le nostre lettere e i nostri messaggi arriveranno fino a voi?
Questa guerra ha scatenato un’indifferenza di fronte alla morte e alla sofferenza degli altri, dei parenti più cari che è sconvolgente per noi e sicuramente inimmaginabile per voi... le madri sono felici della morte dei loro figli: un peso in meno che loro non si sentono di portare... Mario grida, anch’io a volte... l’indifferenza di questa gente, la loro apparente anaffettività mi spacca dentro... i bambini muoiono tutti con fatica, con sofferenza... le madri stanno accanto ai corpicini senza vita, senza un gesto senza una parola... per ravvivarsi tutte solo quando si tratta di mangiare... ma io non parlo delle mamme affamate e allucinate appena arrivate dal Sud e dall’Ovest o dal Nord... parlo di madri che stanno con noi da tempo, che mangiano tre volte al giorno... e poi parlo di quelli che non hanno problemi di mangiare: uguali.
Intanto si è fatto mattino. Non so più come faremo a comunicare perché gli aerei sia di ICRC (Croce Rossa Internaz.) che di UNICEF non volano. Ho sentito che le organizzazioni si servono di piccoli aerei privati ma non più con la frequenza di prima. Forse mi ripeto, comunque è avvenuto che un intero aereo ICRC è stato preso da quelli che avrebbero dovuto proteggere l’aeroporto. Stessa cosa per un grosso aereo dell’UNICEF tra l’altro pieno di “unimix” il prezioso porridge per i bambini tanto più prezioso perché nessuno ha portato latte. Noi tempestiamo per il latte da sempre perché non si trova più sui mercati da tempo e quando se ne trova un sacco lo vorrebbero vendere a peso d’oro. Intanto la nave da 7000 tonnellate di riso e fagioli che la ICRC tentava di scaricare da un mese e più a Jesira a pochi Km da Mogadiscio è stata tutta saccheggiata e praticamente nulla è arrivato ai poveri. Cioè, per essere più precisi e farvi capire come avvengono queste cose: Jesira ha un proprio harbour (porto), è come Marka, forse ancora più laboriosa per le operazioni di scarico. Siccome Mogadiscio porto non era sicuro, il cibo per le cento cucine aperte a Mogadiscio e per gli ospedali si è tentato di scaricarlo a Jesira... problemi infiniti di mare, di corruzione, di furti, di attacchi e razzie dei morian, di elders mestatori... in un più di un mese i delegati di ICRC sono riusciti a scaricare la metà della nave... praticamente le briciole sono arrivate ai poveri. Intanto è arrivata la conferma che Mogadiscio porto era tranquillo per cui le rimanenti 3500 tonnellate sono state dirottate su Mogadiscio. Là in meno di due giorni tutto era stato scaricato senza problemi, ma il terzo giorno, tutto, fino agli ultimi granellini è stato rubato dai potenti mentre si trovava ancora dentro alla dogana. Allora ICRC e UNICEF hanno dato un ultimatum: o viene loro garantita la sicurezza della distribuzione degli aiuti o loro si ritirano dalla Somalia. Comprensibile che nessuno ne possa più di questo paese abbandonato dagli uomini, ma chi sarebbe che dovrebbe garantire la sicurezza? Non c’è governo e non ci sarà. C’è un margine di sicurezza solo all’interno delle zone controllate da un clan. Tutta Mogadiscio è divisa in zone appartenenti a una tribù: questa è la realtà. E poi la realtà è che il paese è nelle mani dei morian (bande di delinquenti) armatissimi e ignorantissimi e nelle mani degli affar jebble che vuol dire “quattro tasche” perché questi vecchi non si accontentano di due tasche come è stato negli ultimi vent’anni e forse in parte anche prima e che sia i morian che gli affar jebble quando si tratta di divisioni, vendette per uccisioni si spaccano e stanno fermamente divisi fra tribù e clan. Nel frattempo la “nostra nave” (di ICRC) è andata a scaricare a Kisimayu e noi non abbiamo più speranza di avere cibo della ICRC qui a Marka.
Da Mogadiscio è un sogno sperare di poter avere qualcosa... tutto viene portato via lungo il percorso... solo i commercianti locali viaggiano indisturbati e operano praticamente indisturbati. E’ vero che ognuno di loro gira con fucili e mitragliatrici, ma non è questo. E’ che fra loro non si toccano. Le molte barche e piccole navi arrivate dal Kenya o dall’Arabia per conto di commercianti somali hanno potuto scaricare senza problemi a parte quelli molto laboriosi del mare... anche ora c’è una piccola nave al largo e senz’altro scaricherà senza problemi... portano zucchero, farina, carburante, tè, caffè, spezie, detersivi... e quasi sicuramente armi e munizioni.
Il tempo passa e Hilary parte. Il danaro riuscirete a farmelo avere?. Se Starlin parte e torna presto ce la faremo altrimenti dovremo fermare tutto. Fra dieci giorni io debbo ricominciare a comprare tutto sui mercati. Sono agli sgoccioli delle trenta tonnellate di riso e fagioli della ICRC. MSF (Medecins sans frontieres) ha portato 50 sacchi di UNIMIX prima e poi 20 sacchi di soya milk porridge dei bambini e loro se lo godono con l’aggiunta di zucchero e di olio. Calcolate sempre in termini di mille dollari al giorno.
Prima di chiudere una cosa bellissima..Ho diviso il recinto della mia casa in due parti. In una nutriamo un centinaio di ciechi, epilettici e handicappati gravi, mentali e vecchi. Adar, una mia ex malata di Belet Weyne è arrivata dall’Etiopia dove era fuggita perché è originaria di là, una Ogaden, e lava questi brandelli di umanità ferita, cioè fa loro il bagno in un bel “bagnetto” che mi hanno costruito nel giardino accanto a un “bel” gabinetto per loro e per i bambini, e poi lava i loro stracci, li cosparge di benzil benzoato per la scabbia, li rade per liberarli dai pidocchi... Dall’altra parte ho fatto costruire una grande tettoia e i bimbi tubercolosi che stanno tornando alla vita stanno alcune ore all’asilo... ho trovato due maestre e imparano a contare, a cantare e giocano e giocano... un vero incanto. Da due giorni poi un mio malato mi ha portato la fisarmonica con cui preparava i bambini a cantare durante le manifestazioni del passato regime. Assieme a lui sono venuti altri tre che componevano la banda e ora istruiscono i bambini affascinati... ed è così che da due giorni mentre la gente muore di fame, di stenti e di malattia e di abbandono fuori dalla porta della mia clinica, ogni giorno... nel retro i bambini cantano, i grandi suonano, le maestre gridano kow (uno), laba (due), sadda (tre), affar (quattro), shan (cinque)... vita.
con tutto l’amore,
annalena