Circa un anno fa, all’inizio di agosto -i colpi di scena si fanno sempre in quel periodo- la Direzione scolastica Regionale comunica informalmente che non darà più insegnanti per Chance. E’ la tante volte preannunciata fine del progetto che avviene nel peggiore dei modi. Come era già successo l’anno precedente, la Regione interviene per il recupero: paghiamo noi anche gli insegnanti. Il progetto Chance prosegue. In realtà già in questo modo il progetto è stravolto, non più la collaborazione di quattro istituzioni importanti (Miur, Comune, Regione, Università) ma solo la Regione. L’assessore mi convoca e dice: lo facciamo solo se ci sei tu, sei l’unico che può garantire. Dopo quaranta anni di esperienze che avrebbero dovuto mettermi in sospetto, come il più ingenuo dei ragazzini ci credo ed accetto. Nel frattempo, senza dirlo a me -che certamente sarei stato d’accordo- convocano da Trento, dove si è trasferito, Marco Rossi Doria, credo per offrirgli la direzione del progetto e visto che lui non accetta (il diavolo ci mette la coda ed io lo so in diretta perché lo incrocio mentre esce dal Palazzo della Regione) trovano un altro ‘uomo di fiducia’, ma questo io non lo sapevo. Perché chi scrive va bene a tirare la carretta ma non ad apparire: uno che si incatena sotto la Regione -questa è solo l’ultima di una lunga serie di malefatte- non può avere la ‘rappresentanza del progetto’, soprattutto se -come mille volte mi è stato rimproverato- ha accesso diretto ai mezzi di comunicazione di massa, che sono quella diavoleria che disturba i manovratori di ogni colore.
Arriviamo a settembre e come sempre non accade nulla. Io scrivo in un Blog, Adriano Sofri rilancia sul Foglio, Bassolino ‘ghe pensi mi’ interviene, chiama Sofri, scrive al Foglio e garantisce un milione di euro (naturalmente nessuna comunicazione arriva a chi scrive considerato nella fattispecie una pedina in una partita che solo i grandi possono giocare).
Dunque c’è il milione che ormai viene distribuito come quello del signor Bonaventura. Nel frattempo i funzionari regionali preposti e tutti gli uomini del presidente, l’unico provvedimento concreto e celere che prendono è quello di riprendersi indietro 650.000 euro di quelli stanziati l’anno precedente e che non sono ancora stati spesi grazie al sabotaggio della stessa Regione (dodici insegnanti previsti per realizzare il progetto non si sono mai visti, e ancora nessuno ha dato uno straccio di spiegazione). Il milione di euro in realtà è solo 350.000, anzi, poiché il precedente progetto era triennale, passiamo da 2,6 milioni in due anni a 1,650 milioni, ossia un milione in meno. Non dico più niente di questo tipo perché sarebbe una storia lunga e complicata. Voglio solo dire, che quello che alcuni miei concittadini connotano come mio brutto carattere, consiste nel non stare al mio posto e nell’andare a vedere e verificare anche i conti. Io ho taciuto, per il semplice fatto che nessuno voleva sentire ed i bravi amici -giornalisti, colleghi, ‘maitre a penser’- non volevano sentire, e ritenevano che bisognava fare fronte unico alle elezioni. Ma ti pare il momento di andare a fare le bucce, a perdersi dietro questi dettagli tecnici! Chissà se ora dopo essersi fumati 400.000 voti in un colpo solo capiscono che uno dei motivi per cui hanno perso e continueranno a perdere è la passione per il fronte unico al cui riparo accadono schifezze di ogni tipo.
Il progetto, come risulterà chiaro a breve, con quel finanziamento perderà i due terzi della sua consistenza: invece di seguire i ragazzi per tre anni fino al conseguimento della qualifica, sarà di un solo anno, la sola licenza media: un ritorno al 1998 l’unica volta in cui si è ritenuto che il progetto potesse avere solo questo obiettivo; per i successivi dieci anni abbiamo lavorato soprattutto sulle qualifiche. I lettori di questo giornale che hanno letto gli articoli di Carla Melazzini, le sue interviste, le interviste a Valerio e Olimpia, sanno che il suo impegno principale negli ultimi sette anni è stato per i percorsi professionali, e che gli unici veri risultati li abbiamo visti a tre o quattro anni di distanza. Invece si decide di tagliare il progetto in questo modo e senza neppure una discussione per trovare alternative che pure c’erano e sono state illustrate in numerosi documenti protocollati (la parola protocollo va sottolineata, perché il punto di partenza di ogni comportamento anti-istituzionale è il salto del protocollo, la non traccia ...[continua]

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