2 novembre 2010. Demenza
Nel 2010, nel mondo la spesa connessa alla demenza è stata stimata in 604 miliardi di dollari. Il 70% dei costi sono stati sostenuti in Europa e Nordamerica, con una preponderanza dei costi informali (cure familiari). L’Alzheimer è la forma più comune di demenza. L’ultimo Rapporto dell’Alzheimer’s Disease International ha stimato in 35,6 milioni il numero di di persone affette da demenza oggi, con la prospettiva che diventino 65,7 milioni nel 2030 e 115,4 milioni nel 2050.
Se la demenza fosse un paese, sarebbe la diciottesima economia del mondo, se fosse una multinazionale, sarebbe la prima, superando la Wal-Mart e la Exxon.
(Alzheimer’s Disease International)

5 novembre 2010. Trapianti
Sul numero di novembre de Le Scienze, Robin Marantz Henig pone una questione drammatica: è etico togliere la vita a una persona per darla a un’altra?
Con migliaia di pazienti in lista d’attesa per un trapianto, i medici si stanno interrogando sulle regole relative alla dichiarazione di morte di un donatore di organi. I chirurghi dei trapianti devono aspettare un determinato arco di tempo dopo il decesso per espiantare gli organi di un potenziale donatore, nel frattempo, però, a causa della scarsità di ossigeno, gli organi si degradano. E comunque, il processo stesso della morte potrebbe rendere inservibili gli organi. La determinazione precisa del momento della morte è dunque sempre più cruciale. Gli eticisti sono andati oltre e hanno iniziato a domandarsi se è necessario che un paziente sia "completamente” morto prima dell’inizio dell’espianto.
(Le Scienze)

10 novembre 2010. Caterpillar
Caterpillar sta rinviando la consegna di decine di escavatori D9 -per un valore di 50 milioni di dollari- ai militari Israeliani. Ne ha parlato il Jerusalem Post il 25 ottobre e la notizia è apparsa anche su Channel 2 tv.
Si tratta di escavatori armati che vengono impiegati per distruggere illegalmente case e frutteti delle famiglie palestinesi. Gli stessi usati quando venne uccisa la pacifista americana di 23 anni Rachel Corrie sette anni fa, mentre cercava di difendere la casa della famiglia Nasrallah a Gaza.
Le notizie dicono che le consegne attualmente sono state sospese perché i genitori di Rachel, Cindy e Craig Corrie, stanno intentando una causa civile nei confronti del governo d’Israele presso un tribunale a Tel Aviv.
Caterpillar e il governo Usa non hanno confermato la notizia, ma non l’hanno neppure smentita. Nel frattempo è partita la "U.S. Campaign to End the Israeli Occupation” per sensibilizzare il governo. Finora sono state raccolte più di 17.000 firme nella petizione a Tiaa-Cref, un importante fondo di investimento, per chiedere di disinvestire da Caterpillar e da altre società che traggono profitto dall’occupazione Israeliana.
(Jewish Voice for Peace)

16 novembre 2010. Una redazione di robot
Una start-up del North Carolina, StatSheet, ha lanciato, il 12 ottobre scorso, un network di ben 345 siti Internet dedicati alle squadre di ogni Prima Divisione e universitarie del basket Usa. Tutti gli articoli sono scritti da un robot o, meglio, da un generatore automatico di algoritmi. A parlarne è TedCrunch, sito web americano specializzato in nuove tecnologie. Ne aveva già accennato Le Monde nel marzo 2009, dove si descriveva StatMonkey, un programma di intelligenza artificiale sviluppato all’università del Northwestern, a Chicago: "[Stats Monkey] lavora in maniera automatica dalla A alla Z. Comincia scaricando le tabelle di cifre pubblicate sui siti della Lega del basket e li mette insieme: risultati minuto per minuto, azioni, strategie collettive, incidenti... Poi classifica questa massa di informazioni e ricostruisce lo svolgimento della partita in linguaggio informatico. L’operazione successiva è quella di andare a cercare nel suo vocabolario frasi ed espressioni fatte, figure retoriche e parole chiave del linguaggio sportivo. Alla fine scriverà un articolo senza errori grammaticali”.
StatSheet ha stoccato circa 500 milioni di statistiche, 10.000 dati e 400.000 frasi modello, il tutto in venti tipi di articoli diversi. Questo sistema alimenta i 345 siti di cui sopra, i loro account Facebook e Twitter. Il tutto senza giornalisti.

17 novembre 2010. Diaspora
"Il problema più grande di chi usa facebook è l’idea che tutti siano amici. Anche io quando usavo facebook facevo una certa confusione. Avevo cominciato comunicando con i miei veri amici, ma dopo un po’ ricevevo richieste di amicizia da parte di perfetti sconosciuti. E mi pareva maleducato rifiutare. Quindi accettavo. Ne è venuto fuori un ambiente nel quale non capivo con chi stavo parlando: sembravano amici ma non sapevo chi fossero”. Daniel Grippi, insieme ad altri tre amici, sui 20 anni, dell’università di New York, apriranno a fine novembre Diaspora, un social network che a differenza di Facebook è open source, ma soprattutto restituisce all’utente la proprietà delle informazioni che lo riguardano e che intende condividere con un gruppo di amici. Sul piano tecnico, non si tratta più di uno strumento esclusivamente online, ma di un software che occorre scaricare sul proprio computer, di modo che l’intero contenuto di ogni profilo resti sul pc che lo ha generato. Le prime versioni circolate non hanno entusiasmato i programmatori, però evidentemente l’esigenza è sentita se in poco tempo i ragazzi hanno racimolato duecentomila dollari.

18 novembre 2010.
Cameron e la democrazia cinese
Il 10 novembre scorso il Primo Ministro britannico, in visita ufficiale in Cina, ha affrontato il tema della democrazia e dei diritti umani. Cameron ha parlato di fronte agli studenti dell’Università di Pechino: "La crescita della libertà economica ha portato grandi benefici alla Cina e al mondo. Spero che questo possa portare a un’apertura dal punto di vista politico, perché sono convinto che la migliore garanzia alla prosperità e alla stabilità è rappresentata dal fatto che il progresso politico e quello economico vadano di pari passo. La Gran Bretagna deve sottostare perennemente alle norme dello stato di diritto. Questo ci pone dei limiti, e talvolta può essere persino frustrante, ma in ultima analisi siamo convinti che questo renda il nostro Governo migliore e il paese più forte... Siamo convinti che più l’opinione pubblica britannica è informata sui temi che riguardano la nostra società, più facile è per il governo britannico prendere decisioni equilibrate e sviluppare provvedimenti in grado di avere la fiducia dei cittadini”.
Prima della partenza per la Cina, sulle pagine del Guardian Cameron era stato invitato da Ai Weiwei -artista e dissidente cinese- a prendere la parola sul tema della democrazia in Cina. Chi lo sa, forse lo ha ascoltato.
Non andrebbe nemmeno trascurato il fatto che l’obiettivo del viaggio della delegazione inglese -cooperazione economica tra i due Paesi, nella prospettiva di arrivare ad un volume di scambi pari a 62 miliardi di sterline entro il 2015- pare non sia stato reso vano da questa dichiarazione: la Rolls Royce si è infatti aggiudicata un contratto da 1,2 miliardi di sterline per la fornitura di motori alla compagnia China Eastern Airlines.

20 novembre 2010. Chip in pillola
La Novartis sta sviluppando una pasticca con incorporato un microchip, che spera di far approvare in Europa entro i prossimi 18 mesi. Il chip viene attivato dagli acidi dello stomaco e trasmette informazioni al medico attraverso internet o uno smartphone.
(www.physorg.com)

24 novembre 2010. Saharawi
Sale a 19 morti, secondo il Fronte Polisario, il bilancio delle vittime dell’attacco lanciato da Rabat, l’8 novembre, contro un accampamento-protesta alle porte di El Aiun, capitale del Sahara Occidentale.
Aminatou Haidar, più volte incarcerata dalle autorità marocchine, è tornata a denunciare il comportamento di Rabat, responsabile, secondo l’attivista, di aver "pianificato e calcolato” l’attacco contro l’accampamento saharawi, sorto il 10 ottobre scorso alle porte di El Aiun per reclamare uguali diritti e protestare contro il trattamento di favore riservato ai coloni marocchini. La mattina del blitz, a New York, contemporaneamente si riunivano i delegati di Marocco, Fronte Polisario, Mauritania e Algeria, nel tentativo di sbloccare i negoziati per trovare una soluzione alla questione del Sahara Occidentale. Il vertice, condotto sotto l’egida delle Nazioni Unite, non ha prodotto alcun risultato. Le due parti rimangono ferme sulle proprie posizioni: il Fronte Polisario chiede un referendum per l’autodeterminazione del popolo saharawi, mentre Rabat insiste sulla proposta, avanzata nel 2007, di un’ampia autonomia amministrativa, sotto la sovranità marocchina.
(Nigrizia)

26 novembre 2010. Sette metri quadrati
Secondo il Comitato Europeo per la Prevenzione della Tortura, sette metri quadrati sono lo spazio minimo sostenibile per un detenuto in cella. Ad oggi, denuncia "La Gazzetta del sud”, la Casa Circondariale di Borgo San Nicola, a Lecce, può garantire ad ogni recluso non più di tre metri quadrati.
Il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria comunica, per l’ennesima volta in pochi mesi, che le condizioni di vivibilità nel carcere leccese sono ben al di sotto dell’essenziale. I diritti umani fondamentali sono, così, calpestati. I posti disponibili sarebbero, a norma di legge, circa 660; oggi siamo a quasi 1500 presenze. Le norme igienico-sanitarie sono un lontano miraggio: persone affette da patologie, anche gravi, non ricevono i trattamenti adeguati; temperature estive che superano i 50 gradi: celle di 9 metri quadrati con tre detenuti dentro, compreso il water ed il letto a castello a tre piani che costringe qualcuno a dormire con la fronte a 30 cm dal soffitto.
(Ristretti Orizzonti)

27 novembre 2010. A scuola di menzogna
Il 25 novembre, Le Monde ha pubblicato un lungo pezzo di Patricia Jolly su quanto avvenuto in una scuola francese due anni fa. La storia ruota attorno a due figure, quella del quindicenne Maxime e quella del suo professore, Jean-Luc Bubert, 38 anni, di cui 15 passati a insegnare fisica e chimica.
Il 16 settembre del 2008, Jean Luc, esasperato dall’ennesimo ritardo di Maxime, già noto per il suo carattere un po’ turbolento, aveva preso l’iniziativa di convocare i genitori. Maxime era uscito dal colloquio in lacrime per l’umiliazione e pieno di rabbia. La vendetta arrivò presto: Maxime accusò il professore di avergli dato un pugno in faccia, così forte da rompergli un dente. Niente di vero, come gli inquirenti avranno più tardi -troppo tardi- modo di verificare, dopo una segnalazione anonima. Il dente, diranno i periti, era malmesso da mesi. Intanto però il danno era fatto ed era grave, tanto più che nello stesso periodo Jean-Luc stava trattando con l’ex moglie l’affido del figlio. Jean-Luc Bubert, dopo dieci ore trascorse in gendarmeria, senza chiedere né avvocati, né tranquillanti, quel giorno è tornato nel suo appartamento e intorno alla mezzanotte si è suicidato.
Dopo aver ritrattato la sua versione, Maxime è stato recentemente condannato a quattro mesi di carcere e a un periodo di sorveglianza. Il suo avvocato, nella difesa, ha chiesto che si tenesse conto del fatto che c’era stato sicuramente desiderio di vendetta, ma che la responsabilità del suicidio andava condivisa con quegli adulti che l’avevano incoraggiato nel perseverare nella sua menzogna. Tra questi il padre, invalido e disoccupato, e pure l’ex moglie di Jean Luc, che a sua volta ha spinto il padre di Maxime a denunciare il professore.
Il 27 ottobre di quest’anno, giorno del processo per "denuncia calunniosa” contro Maxime, che oggi ha 17 anni, il ragazzo ha chiesto perdono, ma in aula non c’era il suo professore ad ascoltarlo.
(www.lemonde.fr)

28 novembre 2010. Alluvione
A distanza di quasi un mese dall’alluvione che ha colpito il Veneto, pare che al Comune di Vicenza siano arrivate solo 150 richieste di risarcimento da attività commerciali e industriali e 300 da privati. Il sindaco quando l’ha saputo si è spazientito e durante un suo intervento è sbottato: "Insomma, chiedete. Non fate i soliti vicentini ‘lavora e tasi’”.

29 novembre 2010. Diritto all’oblio
Cancellarsi da Facebook, si sa, è difficile. Eliminare il proprio profilo è relativamente facile ma fare sparire tutte le informazioni inserite -da noi stessi o dagli amici- rasenta l’impossibilità. Questa situazione, oltre a preoccupare gli utenti, non è gradita nemmeno a Viviane Reding, Commissario Europeo per la Giustizia, i diritti fondamentali e la cittadinanza, la quale ha annunciato un prossimo intervento legislativo da parte dell’Unione Europea.
"La protezione dei dati personali è un diritto fondamentale e per garantirlo abbiamo bisogno di norme chiare e coerenti. Dobbiamo inoltre aggiornare la nostra legislazione perché faccia fronte alle sfide poste dalle nuove tecnologie e dalla globalizzazione”. L’anno prossimo l’Europa si dedicherà allo studio di una serie di norme che istituiscano e assicurino il cosiddetto diritto all’oblio per tutti gli utenti di Internet: se infatti Facebook è l’esempio più evidente di questa necessità, il Commissario Reding intende abbracciare tutti i fenomeni della Rete. L’intento complessivo è limitare la raccolta dei dati personali allo stretto necessario garantendo un’informazione chiara e completa sull’utilizzo di questi dati e soprattutto la possibilità di una loro rimozione completa.
Se l’obiettivo è chiaro, sarà interessante capire quali misure pratiche l’Europa vorrà che i siti adottino per raggiungerlo: un principio semplice da enunciare può rivelarsi estremamente faticoso o addirittura impossibile da mettere in pratica, fermo restando l’uso responsabile dei dati personali da parte di chi li raccoglie e la massima attenzione da parte di chi li fornisce.
(www.zeusnews.com)

30 novembre 2010. Elezioni in Moldavia
Lunedì molte badanti residenti in Italia si sono chiamate esprimendo delusione per l’esito delle elezioni: "Ecco, hanno vinto i comunisti”. Pensando ai figli e al loro stesso menage, sempre alle prese con visti e documenti, avevano sperato vincesse il candidato filoeuropeo, tant’è che, tra loro, c’era stato un forte passaparola per spingere le "colleghe” a usare il loro giorno di riposo per recarsi nei seggi, dislocati però in poche città.
Resta un dato positivo, quello dell’affluenza, arrivata al 60%, probabilmente proprio grazie alla mobilitazione dei moldavi all’estero, che poi sono soprattutto badanti. In quasi tutte le sedi estere designate si sono registrate lunghe file. A Mosca, Parigi, ma anche Verona, Padova e Bologna, sono addirittura terminate le schede elettorali e si è ricorso a schede improvvisate che purtroppo rischiano di essere dichiarate non valide.

30 novembre 2010. Poveri di diritti
Riceviamo e pubblichiamo.
Scriviamo questa mail per raccontare quanto è accaduto il 23 novembre 2010 nel rione Esquilino, in particolar modo quello che è accaduto davanti alla sede della nostra associazione, Focus-Casa dei Diritti Sociali.
Da anni, grazie agli interventi dello sportello di orientamento e ai corsi di italiano per migranti, molti italiani e stranieri che vivono una condizione di vulnerabilità si rivolgono alla nostra sede per costruirsi un percorso di integrazione. Sanno di poter contare su professionisti (medici, avvocati, insegnanti, assistenti sociali), attivisti dei diritti umani e volontari dedicati ai "poveri di diritti”.
Alle ore 17.00 abbiamo visto comparire sul ballatoio cinque poliziotti che si sono posizionati di fronte alla porta del nostro sportello di orientamento, da dove se ne sono andati 45 minuti più tardi, dopo che avevano "conversato” con un nostro avvocato.
Hanno subito iniziato ad identificare tutte le persone evidentemente straniere che uscivano dalla nostra sede. Siamo usciti anche noi per chiedere alla polizia cosa stesse accadendo e ci siamo resi conto che c’era un grande dispiegamento di forze dell’ordine, quattordici-quindici volanti presidiavano la strada sulla quale si affaccia la nostra sede; inoltre l’accesso al ballatoio era chiuso dai poliziotti che bloccavano le scale e la rampa, identificando tutte le persone che transitavano -evidentemente straniere.
La risposta della polizia alle nostre richieste di informazioni è stata "E’ una normale operazione di controllo”. Normale controllo: con unità cinofile, pullman e una quindicina di volanti e poliziotti ovunque in divisa e in borghese? Uno dei poliziotti a quel punto ci ha chiesto se all’interno del nostro ufficio ci fossero altri stranieri, e ci ha intimato di farli uscire per essere identificati. Abbiamo chiesto se avessero un mandato, una volta appurato che ne erano sprovvisti, abbiamo richiuso la porta cercando di prendere tempo e contattare i nostri legali. [...] La polizia è rimasta per circa due ore fuori dalla nostra sede, anche se dopo l’arrivo dei nostri avvocati la situazione è cambiata...
(Rete supporto afgani)

1 dicembre 2010. Aids
Oggi nove donne incinte sieropositive su dieci vivono in Africa, dove ogni giorno nascono mille bambini con l’Hiv. La maggior parte di loro non riceve alcun trattamento e la metà non arriva al secondo anno di vita. Solo la metà delle donne incinte africane ricevono gli antivirali. Senza questi farmaci, il 40% dei loro figli è destinato a nascere sieropositivo. Con questi farmaci il tasso precipita al 5%.
(Le Monde)