Lei per definire la situazione algerina rifiuta l’espressione “guerra civile”?
Non penso che ci sia una guerra civile perché non c’è una parte della popolazione civile contro l’altra, ci sono dei gruppi islamisti, armati, che vogliono prendere il potere approfittando di una difficile situazione economica e sociale. Sulle cause che hanno portato a tale situazione si discute e non so darvi una risposta chiara, so solo che non sono d’accordo con chi vuole farle risalire al tempo dell’indipendenza. Fatto sta che si tratta di gruppi, non di una parte della popolazione contro l’altra. Ci sono anche fratture nelle famiglie ma come immagino ci siano state durante l’occupazione tedesca in Francia e in Italia, fra fascisti e antifascisti. Questo però non autorizza a parlare di guerra civile, nel senso, per esempio, di quella spagnola. La stragrande maggioranza della popolazione non vuole la guerra e non vuole l’odio ma non ha alcun mezzo, per manifestare la propria opposizione ai gruppi armati, se non quello di scendere in strada.
Io non sono partita a causa dei miei vicini, che è gente come me, ma a causa dei gruppi armati che venivano ad ogni ora della notte ad uccidere X o Y. La guerra civile è quando i vostri vicini si augurano che vi uccidano: ecco perché, secondo me, questa non è una guerra civile. Non è neppure una guerra di religione in senso stretto, l’Islam viene preso come causa di guerra, ma non lo è per nulla. E’ vero che nella costituzione del ’63 l’Islam era la religione ufficiale dello Stato, ma non c’erano affatto manifestazioni importanti del potere religioso sulla vita corrente, era un Islam de bonheur, una specie di religione di accoglienza, di condivisione, di solidarietà, ma niente affatto di mitragliette alla mano. Era una religione “per l’altro”, della tolleranza, non “contro l’altro” come vogliono gli islamisti.
In Italia si è avuta l’impressione che il Fis, vincitore delle elezioni, fosse ormai largamente maggioritario nel paese e che l’intervento dell’esercito fosse un vero e proprio colpo di stato.
I media spesso hanno dato un grande risalto al montare di una contestazione religiosa senza mettere in risalto che già alle legislative questa stava calando e il Fis aveva perso la maggioranza assoluta. Bisogna sapere come sono andate le elezioni. Adesso non posso essere assolutamente precisa perché sono partita senza portare nulla con me.
Alle elezioni municipali del 1990, quando i partiti per la prima volta si poterono organizzare e presentare, il Fis ebbe 4.431.000 voti, cioè il 54% dei votanti. Al primo turno delle legislative del 1991, cioè solo un anno dopo, ha perso 1 milione di voti, ma ha avuto un gran numero di seggi per un meccanismo elettorale che non sto adesso a spiegare, che però non rifletteva più la volontà della maggioranza degli elettori.
Inoltre va rimarcato che le elezioni furono truccate pesantemente, non solo nelle urne manipolando le schede, ma soprattutto ai seggi, manipolando le persone. Per esempio nel caso degli analfabeti, alle elezioni municipali c’erano dei numeri accanto alle liste, il Fis era il 6, e dappertutto nei seggi chi votava doveva passare in mezzo a due ali di ragazzi che ripetevano: “Sei, sei, sei; sei, sei, sei”. Alle legislative, poi, dove non c’erano i numeri, agli analfabeti distribuirono dei pezzi di spago della misura esatta fra il bordo della scheda e il simbolo del Fis, cosicché gli analfabeti potessero segnarlo. Oppure i militanti del Fis entravano per votare, non votavano, ma prendevano la scheda bianca, la segnavano e la davano poi, già votata, a un analfabeta che entrava, chiedendogli di portare fuori la scheda bianca che gli avrebbero dato nel seggio, questa a sua volta veniva risegnata in attesa del prossimo e così di seguito. Il mio nome, poi, era segnato tre volte di seguito nella lista elettorale, mi chiesero di firmare tre volte sul registro, io risposi di no, perché votavo una sola volta: se avessi firmato, a loro restavano due schede in più da aggiungere alla mia. Credo che questo sia avvenuto su grande scala.
Ora con un risultato elettorale così illegittimo, che comunque non dava la maggioranza assoluta agli integralisti, con il Fis che proclamava che in caso di vittoria elettorale al secondo turno non ci sarebbe stata più democrazia, ma si sarebbe instaurata una teocrazia, si può chiamare colpo di stato la decisione dell’Alto Consiglio di Stato, di prendere in mano le redini dello Stato? La decisione di far rit ...[continua]

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