Pierre Riches ha insegnato negli Stati Uniti, in Pakistan, Uganda, Giappone, Nuova Zelanda. E’ stato per vari anni parroco nei pressi di Roma. Ha pubblicato Note di catechismo per ignoranti colti e La fede è un bagaglio lieve, entrambi negli Oscar Mondadori, La leggerezza della croce da Leonardo e Pietro da Gallucci. E’ stato ed è amico di molti scrittori e pittori, fra cui William Burroughs, Hannah Arendt, Iris Murdoch, Marguerite Duras, Elias Canetti, Lou Reed, Francesco Clemente, Fabio Mauri, Luigi Ontani e altri.

Partiamo dall’attualità?
La prima affermazione è che la Chiesa è sempre fonte di sacramenti e da lì non si scappa, perciò è sempre importantissima. Se però parliamo della Chiesa, come dire, più funzionale, il discorso cambia. Come lei ricorderà io ero abbastanza speranzoso su questo Papa, perché è molto intelligente, invece mi pare che stia facendo poco.
Io vedo tre aree molto importanti, in cui la Chiesa dovrebbe impegnarsi: la prima, che in realtà sarebbe la terza, è la questione del clima, e lì, insomma, il Papa si adegua. Dice un po’ di banalità, però si vede che ne è preoccupato, e fa sì che anche gli altri se ne preoccupino. Non ho da rimproverargli, perché il problema è molto difficile e si sa così poco cosa fare, che non si può pretendere da lui di fare molto di più.
Ci sono due aree, invece, che mi paiono molto importanti: una è la mancanza di sacerdoti, che significa la mancanza di Eucaristia per il popolo, e lì, invece, mi pare molto grave che non abbia fatto di più. Io ci speravo. Le soluzioni sono parecchie, non tocca a me giudicare quali siano le migliori, ma certamente una sarebbe quella di reintegrare i molti preti che hanno lasciato il sacerdozio, col permesso della Chiesa, per sposarsi. Molti di questi vorrebbero essere reintegrati. Credo che siano parecchie migliaia, dunque sarebbe un bel cambiamento. Già a molti preti anglicani in Inghilterra e a molti preti episcopaliani in America, una volta diventati cattolici, pur con moglie e figli, si è permesso di operare da preti normali. Mi pare assurdo che non si allarghi questo agli altri. E questa sarebbe una prima soluzione.
Un’altra sarebbe quella di ordinare uomini sposati. Non credo che sarebbe bello che i preti celibi cominciassero a cercar fidanzate in parrocchia, perché sarebbe un po’ un pasticcio, però tanti uomini sposati, maturi, potrebbero benissimo diventare preti. E anche lì ci sarebbe un largo spazio da aprire.
Dico subito, ma l’ho già detto, che per me il celibato è una cosa molto importante, da difendere e incoraggiare. E infatti si continuerebbe ad avere il celibato dei religiosi. Però di fronte al gravissimo problema della mancanza di preti per l’Eucaristia, mi pare che il Papa dovrebbe affrontare la cosa veramente con più impegno.
La terza area “problematica” è quella sessuale, sulla quale, pure, mi pare che non si sia mosso affatto. All’inizio si è parlato parecchio di cercare di vedere il modo di dare la comunione almeno a certuni dei divorziati, oltre a quelli che già hanno il diritto, a quelli che forse sono meno in colpa, insomma di rivedere tutta questa faccenda e ha lavorato, se non erro, una commissione, ma poi è stato tutto messo a tacere e non se n’è parlato più. C’è tutto il problema dell’Aids, dei contraccettivi. Come già, credo, vi ho detto l’altra volta, Paolo VI non intendeva codificare o dogmatizzare l’Humanae vitae, lo so direttamente da monsignor Lambruschini, che presentò l’enciclica alla sala stampa del Vaticano; invece Giovanni Paolo II l’ha un po’ più dogmatizzata, per così dire, e credo che questo Papa abbia resistito, quando Giovanni Paolo II voleva proprio farne un dogma in piena regola. Credo che sia stato proprio Ratzinger a sconsigliarlo. Però anche lì bisognerebbe allargare, particolarmente per quanto riguarda l’uso dei contraccettivi dove c’è l’Aids, e in vari altri casi che non sto adesso ad elencare.
Anche per la questione dell’omosessualità: è assurdo dire che l’omosessualità è una cosa non naturale, perché tutti ormai sanno che è una cosa naturale. Anche se in natura non c’è una grossissima percentuale di omosessuali, però ce n’è un numero sufficientemente alto per poter dire che è una cosa naturale non solo nel mondo umano, ma anche tra gli animali. Dunque è un’assurdità che la Chiesa non riconsideri questo problema. Ma l’omosessualità è una piccola parte, è tutto il piano sessuale che non viene affrontato per niente.
Ecco, credo che basti per dire la mia ...[continua]

Esegui il login per visualizzare il testo completo.

Se sei un abbonato online, clicca qui accedere, oppure vai alla pagina Abbonamenti per acquistare l'abbonamento online.
Gli abbonati alla rivista hanno diritto all'abbonamento online gratuito!