Stephan Lausch, già fondatore dell’Ekö Institute, è oggi animatore dell’Iniziativa per più democrazia in Trentino Alto Adige.

Come nasce l’iniziativa per più democrazia in Sud Tirolo?
Il nostro impegno è cominciato dopo l’incontro con il parlamentare svizzero Andreas Gross, che avevamo invitato all’Ekö institute per una serie di conferenze su che cosa impedisca la svolta ecologica. Noi, infatti, siamo dell’avviso che la politica di per sé è un elemento cruciale nel capire i motivi per cui la svolta non si realizza, dato che ciò dipende anche da una maggior partecipazione dei cittadini alla politica. Così ci siamo rivolti a un parlamentare svizzero, che peraltro è la persona forse più competente sulla democrazia diretta a livello europeo, proprio perché ci raccontasse un po’ le esperienze in quel paese.
Andreas Gross, infatti, è promotore dell’iniziativa "Eurotopia", un movimento che si batte per l’introduzione, soprattutto nella costituzione europea, di forme e strumenti di democrazia diretta, con la possibilità per i cittadini di decidere, attraverso delibere popolari, sulle questioni che ritengono importanti. Ecco, per noi quell’incontro è stato decisivo per lanciare un’iniziativa a favore dell’introduzione di strumenti di democrazia diretta anche qui in Alto Adige.
Va subito chiarito che in Alto Adige questo è possibile in base allo statuto di autonomia; l’art. 60 dà infatti alla regione la competenza di regolamentare referendum e proposte di legge popolari. Ma, ripeto, questa è un’opportunità data soltanto alle regioni con statuto autonomo. Qui, comunque, la legge regionale che prevede il nuovo ordinamento degli statuti comunali, con la possibilità della delibera civica a livello comunale, è stata introdotta soltanto nel ’93 e soltanto in forma opzionale. Quindi il comune può decidere se prevedere la delibera civica, però non è costretto a farlo e, qualora preveda la delibera civica, questa può anche non essere vincolante per il consiglio comunale, ma semplicemente consultiva. Invece, essendo questi statuti una sorta di costituzione per i comuni, i cittadini avrebbero almeno dovuto avere la possibilità di modificare lo statuto in base alle proprie convinzioni ed esigenze.
Tu hai studiato, in particolare, l’introduzione di forme di democrazia diretta in Baviera...
In Baviera, nel ’95, è avvenuta una votazione popolare che ha portato all’introduzione della delibera civica a livello comunale. Questo è stato possibile in base a una specifica disposizione contenuta nella costituzione bavarese che, appunto, a differenza di quella di tutti gli altri länder tedeschi, prevede l’iniziativa legislativa popolare, anche se con soglie molto alte di accessibilità allo strumento. In pratica i cittadini possono presentare un disegno di legge e poi arrivare a una consultazione popolare, ed è questo lo strumento che è stato utilizzato per introdurre la delibera civica a livello comunale. Questa specificità della Baviera si spiega col fatto che Hoegner, primo ministro della Baviera nel secondo dopoguerra, nel periodo nazionalsocialista era stato in esilio in Svizzera e lì aveva conosciuto la democrazia diretta. Convinto dell’efficacia di questa forma di democrazia aveva fatto in modo che questo strumento venisse introdotto anche nella costituzione varata in Baviera subito dopo la seconda guerra mondiale.
La soglia di attuazione di tale disposizione, come dicevo, è però pazzesca. Per presentare un disegno di legge sono necessarie, su una popolazione di 10 milioni, 25.000 firme e una volta presentato il disegno di legge è la Corte Costituzionale a valutare se la richiesta è valida o meno. Se viene ritenuta valida, i cittadini devono sostenere ancora una volta la richiesta di votazione popolare, raccogliendo in due settimane l’appoggio del 10% degli aventi diritto al voto, che in Baviera equivale a 870.000 persone.
Nonostante questi impedimenti, però, attraverso un’azione civica i promotori sono riusciti a costruire una rete di promozione della democrazia diretta in tutta la Baviera, con migliaia di persone attive a livello comunale e circondariale, e sono stati in grado di coinvolgere la popolazione a un punto tale che è stato possibile raccogliere in quel breve arco di tempo addirittura il 13% degli appoggi.

In due settimane sono infatti arrivati a un milione e 200 firme, e questa è stata la premessa per portare quel disegno di legge alla votazione popolare.
Nel frattempo c’era stata una contropropos ...[continua]

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