Daniel Amit, professore presso l’Istituto di Fisica dell’Università La Sapienza di Roma, è fondatore del Fronte Democratico per la pace.

E’ passato un anno dal giorno in cui si è insediato il governo Sharon, quali sono i risultati?
Ha portato a una chiarificazione della situazione in tempi molto più brevi di quelli che ci sarebbero voluti con un governo di centro-sinistra. Già da parecchio tempo, anche prima degli Accordi di Oslo, è diventato un fatto strategico della situazione in Medio Oriente che la politica israeliana sia ostaggio dei coloni. Nemmeno in passato, con nessun governo c’è stata una politica indipendente dalla potenza dei coloni, sia in senso fisico, sia per le loro proiezioni dentro lo Stato. Infatti s’è visto, malgrado l’eccitazione per gli Accordi di Oslo, e tutti i premi Nobel e quant’altro, che dalle aree occupate non si è spostato nemmeno un colono. Anzi in questi sette anni dalla firma degli Accordi di Oslo gli insediamenti si sono espansi, si sono rafforzati, sono stati armati, hanno ammazzato il primo ministro e hanno vinto le elezioni.
Questi mesi del governo Sharon hanno portato a quello che constatiamo: non c’è opzione di pace tra chi occupa, frammenta e sfrutta in modo inaccettabile i Territori (il West Bank, o Cisgiordania, o Palestina, comunque li si voglia chiamare e la Striscia di Gaza) e chi, dall’altra parte, dovrebbe subire un’occupazione senza fine. I palestinesi non hanno mai perso un’occasione di avere uno stato perché un’occasione non c’è mai stata. Nemmeno a Camp David nell’Ottobre 2000 dove c’è stato un prendere o lasciare, una vaga proposta inaccettabile. Nessun palestinese l’avrebbe sottoscritta, salvo un quisling palestinese sostenuto dallo stato d’assedio con le armi israeliane. Ed è proprio un quisling che Sharon vuole imporre ai palestinesi; per fare questo è necessario arrivare alla delegittimazione definitiva di Arafat: quello che sta succedendo in questi giorni con l’avvallo di Bush.
Tu dici che laburisti e destra hanno fatto la stessa politica. Cosa contraddistingue allora la destra?
Non certo l’ideologia economica perché anche il centro-sinistra, il Labour, ormai è liberista. E’ il fatto che a destra c’è gente anti-araba, razzista. Questa è una destra tipo anni Dieci e Venti del Novecento, di gente che parla apertamente di odio razziale; il ministro Zeevi era equiparabile a un nazista, poi c’è quel ministro russo, Liberman…
Clinton, recentemente in Israele, avrebbe dichiarato che Arafat ha effettivamente perso una grande occasione a Camp David, quando lui era presidente degli Usa...
Clinton diceva bugie sapendo di mentire quando era presidente e non ha perso il vizio. E’ un vizio che lo accomuna a Sharon. E’ noto che Ben Gurion, fin da quando Sharon era un giovane e brillante ufficiale, aveva colto che mentiva sistematicamente per raggiungere i propri fini. Ma è l’intero corpo politico israeliano ad essere formidabile nel far ricadere le responsabilità sui palestinesi e nel farsi passare per vittime, mentre non è stato in grado, come non lo è tuttora, di affrontare la questione dei coloni.
Non intende affrontarlo o teme le conseguenze di un eventuale rimpatrio?
Molta gente teme il conflitto interno qualora venissero rimossi gli insediamenti. Devo dire che molti di noi di sinistra lo sospettavamo da molto tempo, ma non ce lo siamo mai detto apertamente.
Ora il Likud, però, ha fatto capire a tutti che, se non si cambia radicalmente approccio alla questione degli insediamenti, non c’è soluzione diversa da quella in atto. Ciascuno dovrà farsi carico di decidere se gli va bene o no. Una situazione che trent’anni fa ci sembrava impossibile potesse durare a lungo, è andata avanti fino ad oggi. E potrebbe durare ancora parecchio. I paesi arabi filo-occidentali non prendono posizione, hanno paura che scoppino rivolte di massa; Mubarak lo teme, ma quei regimi autoritari sembrano controllare l’ordine pubblico. Dipenderà anche dall’andamento dell’economia israeliana, che finora non è andata peggio di quella europea, malgrado la guerra. Perché Israele è in stato di guerra.
Sembra che per il Likud sia preferibile l’occupazione sine die del West Bank alla sicurezza dei cittadini...
Di fatto è così, ma nessun teorico della destra si pone la questione in questi termini. Anzi, essi identificano occupazione e sicurezza. Dicono: “Non ci si può fidare, intendono cacciare via i coloni, vogliono fare pulizia etnica, noi non possiamo permetterlo… sono ...[continua]

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