L’Andos è un’associazione nazionale impegnata nella prevenzione del tumore al seno. Fatima Bucciarelli è presidente del gruppo di Albano Laziale, Rosa Pia Gagliardi è la segretaria, Noris Bovi e Titina Scarpato volontarie.

Potete raccontarci come è nata la vostra associazione, da chi è formata, che compiti avete?
Rosa Pia Gagliardi. L’Andos è oggi un’associazione nazionale, divisa sul territorio in vari comitati locali, nati progressivamente in varie città italiane. Negli anni ’70 il tumore al seno era una cosa che spaventava: c’era molta disinformazione al riguardo e le strutture specializzate erano poche, per cui le donne non sapevano a chi rivolgersi. A fondare l’associazione nel 1976 fu Luisa Nemez, un’infermiera di Trieste, proprio allo scopo di dare un supporto psicologico e una guida a livello sanitario alle donne che affrontavano la malattia. Piano piano la cosa si è allargata e sono sorte diverse organizzazioni locali, ognuna delle quali ha una certa autonomia sul proprio territorio ma deve comunque fare riferimento alla struttura nazionale. Logicamente la zona delle Tre Venezie resta quella a maggiore concentrazione di comitati locali, perché lì l’associazione è presente da trent’anni, però man mano la diffusione sta scendendo e oggi i comitati locali crescono anche al Sud: ad esempio due anni fa ne è sorto uno in Sicilia, a Catania, ma d’altra parte a Napoli neanche conoscono l’associazione. Noi siamo il comitato Andos di Albano Laziale, siamo tutte volontarie e seguiamo le donne sia prima dell’intervento che nella fase post-operatoria, in cui molte si trovano sole; cerchiamo di offrire un aiuto psicologico organizzando un gruppo di psicoterapia ogni 15 giorni con una dottoressa. Oltre a questo, però, diamo un supporto di tipo fisico, cioè facciamo la fisioterapia per le donne a cui a seguito dell’intervento si gonfia il braccio. Si tratta di una fisioterapia particolare, un linfodrenaggio, sempre gratuito, fatto presso la nostra sede, in una stanzetta a parte. Le fisioterapiste sono infermiere professionali perché seguono un corso pagato dall’Andos nazionale, ma restano volontarie.
Fatima Bucciarelli. Io invece lavoro anche nella fase pre-operatoria: vado in corsia a fare assistenza prima che subiscano l’intervento o posso addirittura accompagnarle fino in sala operatoria per dar loro coraggio. Anche quando escono dall’operazione io e un’altra signora andiamo a parlare con loro. La nostra presenza accanto all’ammalata è davvero una questione molto delicata perché tra le pazienti c’è chi l’accetta e chi no.
Dobbiamo essere il più possibile sensibili a questo. Infatti il tentativo di aiuto da parte di estranee (poiché in effetti noi siamo delle sconosciute per queste donne) potrebbe risultare invasivo. Per ovviare a questo problema si è deciso che in ospedale, al letto della donna ammalata, vanno solo le donne già operate al seno, come me, perché sappiamo come parlare loro.
Rosa Pia. Sì, questa infatti è un po’ una regola dell’Andos, per cui chi avvicina l’ammalata deve essere una donna che è stata già operata, perché ha vissuto l’esperienza sulla propria pelle.
Fatima. Le donne sono un po’ titubanti quando ti vedono arrivare, ma quando dici loro che tu stessa sei stata operata (da 13 anni o da 5 anni o 10, non importa), allora le vedi tranquillizzarsi e subito cominciano a chiedere, chiedere. E noi rispondiamo a tutto, raccontiamo un’esperienza, la nostra, a cui possono fare riferimento, diamo consigli concreti perché sappiamo bene di cosa si parla. Quando arriviamo sono tutte rabbuiate e invece quando andiamo via sorridono, sono più rilassate.
Quella è la nostra soddisfazione di volontarie, andare lì e riuscire a far sorridere una signora, ecco.
Rosa Pia. Le altre volontarie come me hanno compiti di altro genere, io ad esempio sono la tesoriera dell’associazione.
Titina Scarpato. Io invece faccio lavoro di segreteria al reparto di senologia di Albano, rispondo al telefono, do appuntamenti, informazioni, eccetera. Come volontarie, infatti, diamo anche un supporto consistente presso la struttura pubblica dell’ospedale San Giuseppe di Albano. Il centro di senologia che è nato qui è piuttosto importante a livello del Lazio, è intasato di richieste mentre il personale è scarso, così ci siamo offerte di collaborare e di dare una mano anche a livello organizzativo e di segreteria. Il martedì e il giovedì, ad esempio, che sono le giornate utili per prendere appuntamento, due vo ...[continua]

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