Una città n. 282

una città 31 un dialogo trito da tutt’ altro che da una mitologia etnica. Che non vogliano tornare sotto la Russia persone nate da genitori russi e che hanno parlato prima il russo -nella pagella di Zelensky il voto meno brillante era quello in lingua ucraina. Non si deve campare di illusioni: ma c’è un’Ucraina di cui si può sperare un patriottismo costituzionale -ed europeo: l’Europa esiste soprattutto oltre il suo confine. L’altra notte ti ho sentita a Fahrenheit, con Loredana Lipperini. Nella stessa puntata Daniela Brogi parlava del suo libro sopra “Lo spazio delle donne”, in quella improvvisa tragica attualità, di tutte quelle donne spostate - sfollate, profughe -che lasciano “il loro posto”, “il focolare”, che vi avessero o no uno spazio tutto per loro, agli uomini, decisi o costretti a restare, aspettando di battersi “casa per casa”. Hai visto che perfino i russi invasori rifiutano gli uomini in alcuni loro cosiddetti corridoi umanitari. E del resto il machismo più efferato è capace di distinzioni a suo modo cavalleresche: le donne si stuprano, gli uomini si ammazzano. A Srebrenica si separarono i maschi, dai ragazzi in su, dalle donne e i bambini, prima di passare alla macelleria. Alla radio avete parlato dell’appello di tante femministe russe, bel documento di intelligenza e di coraggio. Dice che “La guerra porta con sé non solo la violenza delle bombe e dei proiettili, ma anche la violenza sessuale... La guerra in corso, come mostrano i discorsi di Putin, è anche combattuta all’insegna dei ‘valori tradizionali’... Questi ‘valori tradizionali’ includono la disuguaglianza di genere, lo sfruttamento delle donne e la repressione statale contro coloro il cui stile di vita, autoidentificazione e azioni non sono conformi alle ristrette norme del patriarcato”. Dice anche che “la Russia ha dichiarato guerra al suo vicino. Non ha concesso all’Ucraina il diritto all’autodeterminazione né alcuna speranza di una vita pacifica. Dichiariamo che la guerra è stata condotta negli ultimi otto anni su iniziativa del governo russo. La guerra nel Donbas è una conseguenza dell’annessione illegale della Crimea... e il riconoscimento delle repub-

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