una città 13 lo vediamo. Ripeto, forse ora la comunità internazionale inizia a rendersene conto. Speriamo che questo possa fare la differenza e fermare tutto questo. Il vostro è un movimento di resistenza nonviolenta. Usate i video e la mobilitazione per combattere... Crediamo nella resistenza nonviolenta. Non vogliamo più violenza nelle nostre vite. Certo non è una scelta facile se dall’altra parte subisci una violenza quotidiana contro di te, la tua famiglia, la tua gente. La realtà è che viviamo sotto questa autorità, viviamo sotto questa occupazione, capisci? Un giovane che vuole semplicemente avere un pezzo di terra dove poter vivere in pace, dignità e sicurezza, cosa può fare? Ammazzano le persone per il solo fatto di essere qui, parlo di civili… Sono cresciuta in una famiglia che crede e si impegna nella resistenza nonviolenta per difendere questo villaggio. Abbiamo bisogno che la comunità internazionale veda la verità. Le nostre armi sono le nostre macchine fotografiche; andiamo sul campo a documentare la verità affinché la gente sappia. Fare questo è in nostro potere. Svolgiamo poi diverse attività per sostenere il popolo palestinese e per resistere a questa occupazione. Noi non ci arrendiamo, andremo avanti fino alla fine. Non abbiamo scelta, dobbiamo credere nella pace. Dobbiamo credere che un giorno il mondo vedrà ciò che sta accadendo in Palestina e reagirà. Noi cerchiamo di dar voce alla sofferenza che la nostra gente sta affrontando in questo momento a Masafer Yatta e in generale in Cisgiordania. Qual è la situazione per una giovane donna? Sono orgogliosa di quello che faccio. Come donna, cerco di sostenere e incoraggiare le altre donne nella comunità. Oggi le donne sono in prima linea nella resistenza nonviolenta: operano dovunque si trovino, a casa, nei campi, a scuola… A ispirarmi è stata la figura di mia nonna, che è morta circa tre anni fa. Aveva 96 anni ed era l’icona di questa nostra lotta. Ha vissuto l’evoluzione dell’occupazione e ha attraversato tutte le guerre, la Nakba, la pulizia etnica e infine l’apartheid. Ci raccontava la storia della sua vita e di come ha resistito a tutto questo. Nel mio piccolo, spero di poter portare avanti il suo esempio, anche per le nuove generazioni. Perché quello in corso è il tentativo di cancellare l’identità palestinese. Quindi la no- mio padre ha ricevuto un ordine di demolizione addirittura per la tomba di sua madre. Riuscite a capire?
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==