una città 48 n. 312 6/2025 “Dopo sei mesi dalla morte di mio fratello arrivò una telefonata. Era di un israeliano, un ebreo, che mi raccontava di come suo figlio fosse stato preso e ucciso da Hamas. Aggiunse che voleva incontrarmi e parlare con me dei nostri cari perduti e del nostro futuro. Rimasi stupefatto, non potevo crederci: un israeliano a cui noi palestinesi avevamo ucciso un figlio voleva parlare con me, un palestinese.... Gli risposi che era il benvenuto. E così vennero. C’era Roni Hirshenson, che aveva perso due figli, uno in un attentato e l’altro suicidatosi dopo aver perso il miglior amico a Gaza... Entrarono a casa nostra, si sedettero, e cominciarono a raccontare... C’era tutta la mia famiglia, mia madre, i miei fratelli, le nostre mogli, e man mano che sentivo i loro racconti cominciai a piangere: anche tra gli israeliani c’era qualcuno che soffriva e che capiva la nostra sofferenza”. Ali Abu Awad (tratto da Per mano, una città, 2005)
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==