Una città n. 283

L’ultimo giubileo che io ricordi è quello d’argento del 1977. Una festicciola in una strada anonima, tavolacci tenuti su da cavalletti con tovaglie di carta, striscioni colorati, salatini e torte. Ragazzini ubriachi di birra scadente che vomitavano nei vicoli. Uomini vestiti con gli abiti delle mogli a correre in gare improvvisate. Insomma, nulla più che uno scalcinato raduno di paese, in una di quelle giornate calde di un anno in cui gli inglesi cominciavano a riprendersi a stento da una disastrosa inflazione. In altre zone del paese si svolgevano parate con carri allegorici, gare di braccio di ferro, bancarelle con il merchandising della famiglia reale, monete commemorative del giubileo da 50 pence. In quell’anno la Regina, accompagnata dal Principe Filippo, visitò 36 contee e partecipò a un’infinità di piccoli incontri: alunni delle scuole che recavano in dono bouquet di fiori, strette di mano con le autorità locali, qualche escursione fluviale. Piccoli interventi strutturali, come la linea Jubilee della metropolitana, ed ecco fatto il giubileo: almeno in apparenza, c’era l’idea che la Regina stesse riunificando il paese. Era molto difficile essere repubblicani in quella settimana del 1977. Lo sarebbe stato ancora di più nel 1997, quando la Principessa Diana rimase tragicamente uccisa. In tutto il paese, in ogni piccola comunità si richiedeva a tutti di firmare i libri delle condoglianze. Serviva molto coraggio per rifiutarsi di farlo. Fu una grandissima manifestazione di lutto condiviso per una persona che il cittadino comune non aveva mai neppure incontrato. C’era il dolore per la morte di una principessa, ma anche il rimpianto per un tempo ormai perduto di fiducia innocente nella Famiglia Reale, spazzata via da una serie di scandali che si addicevano più a una soap opera televisiva che a una monarchia. Che fine aveva fatto la favola? Molti rimpiangono una famiglia reale che si poteva “vendere” come senza macchia, irreprensibile. Avevamo almeno quello, in un mondo sempre più complesso; era qualcosa in cui credere. Forse è vero, abbiamo sempre bisogno di divinità che abitino in cima alla collina. La Regina è universalmente rispettata per le sue doti di servitore pubblico -una dote demodé, a quanto pare. Che succederà quando non ci sarà più? Che farà la gente, dopo l’ondata di commozione per la sua dipartita? Non c’è nessuno, nemmeno tra i componenti più giovani della famiglia, che sia degno di prendere il suo posto. Sarà forse l’opportunità di ripensare a come ci consideriamo come paese, un paese tanto distorto dal suo sistema classista. Le condizioni in cui versiamo sono ben più simili a quelle del 1977 di quanto vorremmo. All’epoca l’inflazione era al 12,4%, e i prezzi dell’energia (stando a quanto scriveva il “Daily Mail”) erano schizzati al 40%… comunque meno dell’incredibile aumento del 54% di questo giubileo gemello, per non parlare dell’inflazione, che va a briglia sciolta. Chi sa, oggi, chi siamo, o dove stiamo andando, o perché continuiamo ad accettare così tante ristrettezze, per così tanto tempo? Ma il modo in cui stanno le cose, che poi è come è sempre stato, funziona. La Regina c’è sempre stata, con il suo spirito di servitore pubblico, a salutare dal balcone di Buckingham Palace, ma anche le folle sono sempre sotto quel balcone, a ricambiare il saluto. Dopo 70 anni sul trono -a prescindere dalle mie opinioni personali- devo dire che la Regina ha sempre dato alle persone un senso di sicurezza, il senso per cui ci sarà sempre un’Inghilterra, ci sarà sempre il cricket nel green del paese, e la marmellata per il tè delle cinque. Ora, per tanti, man mano che la Regina invecchia, l’idea della sua assenza dal trono è sempre più inimmaginabile, ed è un altro elemento che va ad aggiungersi all’ansia che ci attende negli anni che verranno. una città 43 lettere, rubriche, interventi Ecco le nostre proposte: - rinnovo cartaceo: € 70; - abbonamento online: € 30 - primo ingresso: € 40 - abbonamento regalo: € 40 - rinnovo o regalo abbonamento estero : € 100 (Europa) - 120 (resto del mondo) - rinnovo “una città” sostenitore: € 100 modalità di pagamento: - Cc. postale n. 12405478 - Una Città Soc. Coop., via Duca Valentino 11, 47121 Forlì. - bonifico bancario sul conto intestato a Una Città Soc. Coop. presso Intesa Sanpaolo IBAN IT68R0306913298100000013815 -tramite internet: www.unacitta.it/it/abbonamenti-e-libri/ per informazioni: tel 0543-21422 339-1135921 unacitta@unacitta.it - www.unacitta.it Regala una città a un amico o amica, a una biblioteca comunale o di quartiere o di un carcere, a un centro sociale, a un’associazione o, anche, al tuo sindaco o a un dirigente di un partito.

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