Una città n. 283

una città 7 lita Svjatoslav, due persone giovani, istruite, di altissima cultura, dotate di una mentalità strategica e onestà intellettuale. Insomma, per quel che riguarda la lingua, la cultura, la chiesa, possiamo dire che in pochi mesi Putin ha fatto per la loro ucrainizzazione quello che non sono riusciti a fare tutti i dirigenti ucraini in trent’anni dell’Indipendenza! Dicevi che oggi è in ballo la ridefinizione dei confini orientali dell’Europa. È così, ma tale ridefinizione non può prescindere da una rifondazione dell’idea d’Europa, civiltà che si basa su precisi valori, sulla libertà, sui diritti civili, sulla inviolabile sovranità dei popoli. Quindi si tratta di confini politici, ma anche culturali e morali. Quando poi parliamo di valori, intendiamo anche precise responsabilità correlate a questi valori. Io credo fortemente nel progetto europeo. Senza questa Europa, spesso paradossalmente quasi inconsapevole dei suoi valori, tante cose perdono senso nella civiltà di oggi: l’Europa è riuscita a costruire un modello di vita unico e nobile. Il modello che oggi l’Ucraina sta difendendo. Nel corso di questa guerra abbiamo registrato la debolezza di tante istituzioni. Troppo spesso Onu, Osce, addirittura la Croce Rossa sono sembrate quasi inutili. L’incapacità dell’Onu di gestire le crisi, limitandosi a esprimere l’immancabile “profonda preoccupazione” è diventata proverbiale. Oppure ricordiamo la storia del Memorandum di Budapest. Un altro prezzo salato che ora paga l’Ucraina. Fino al 1994 l’Ucraina è stata la terza potenza nucleare al mondo; in seguito, sotto la pressione dell’Occidente, ha rinunciato al suo arsenale atomico. Contestualmente Stati Uniti, Gran Bretagna e Russia con quel Memorandum si sono impegnate a difendere l’integrità territoriale dell’Ucraina. Il Memorandum è stato poi sottoscritto da Francia e Cina. Adesso la Russia lancia sull’Ucraina i missili sottratti all’Ucraina e minaccia di distruggere l’Occidente con le armi atomiche che quest’ultimo le ha consegnato. Insomma, un Memorandum così non è altro che carta straccia! Resta il fatto che l’Ucraina risulta forse l’unico paese al mondo ad aver rinunciato volontariamente alle armi atomiche. E l’ha fatto senza la retorica pseudopacifista che sentiamo oggi così spesso in Italia. Per poi essere accusata di “neonazismo” da parte della Russia In questi mesi l’Ucraina ha vissuto qualcosa di fatale: la consapevolezza di poter ti chiamano “neonazista” quelli che usano come simbolo della guerra la lettera Z, una mezza svastica Dimitri Kozatsky

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