una città - n. 295 - settembre 2023

una città 48 27 marzo 1944 Carissima mia Afra e carissimo Ernesto, finalmente è venuto nel nostro esilio un amico e ci ha portato insieme alla gioia di vedere qualcheduno caro anche le Vostre tanto desiderate notizie. Siamo tanto contenti che state relativamente bene e che Ernesto sta al sicuro o quasi. Se anche avrei tanto desiderato di sapere che Ernesto già comincia a camminare, d’altra parte si deve ringraziare la provvidenza che in questa sia pur dolorosa maniera lo ha aiutato a passare quasi indisturbato questi momenti critici. Noi stiamo bene, come bene si può stare in questa situazione. Io almeno posso abbastanza muovermi sempre nella speranza che non mi pigliano, perciò vado a fare la spesa a Cesena, etc., etc. Mamma non esce come di fatto non è nemmeno uscita o rarissime volte a Cesenatico. B(ernardo) non va mai a Cesena e anche poco nemmeno vicino -per lui il pericolo è più grande essendo un uomo e conosciuto molto. Adesso per cambiare posto, io per mio conto andrei via piuttosto oggi che domani, ma siccome per il momento non sembra che ci sia un imminente pericolo, allora abbiamo deciso di aspettare ancora, anche perché viaggiare senza documento l’avv. ci ha sconsigliato. Sarei stata tanto tanto contenta di venire a Milano o vicino per essere vicino a Voi e verderVi di nuovo, ma anche questo per tante ragioni, specialmente per le difficoltà di viaggiare con la mamma, etc., etc, ci è stato sconsigliato. In fondo il pericolo è dappertutto e qui sembra ancora meno, speriamo almeno. Dio mio, mi sembra impossibile che verrà il giorno che potrei andarmene di qui! Ma tu Afra hai detto sempre “pazienza” e allora pazienza ancora e ancora -e verrà il giorno per poterci rivedere e poi avremo tanto da raccontarci! Vi abbraccio con tanta nostalgia, salutami molto anche tua mamma e grazie tanto per tutta bontà e amore che hai per Ernesto. A rivederci!! Elena Rosenbaum, 27 marzo E ALLORA PAZIENZA ANCORA E ANCORA...

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