Una città n. 282

una città 17 voro, incrementando il lavoro nero, e anche questo creerà dei problemi. Le destre polacche hanno già cominciato a soffiare sul fuoco: “Noi diamo sussidi di trecento euro a queste persone per poter vivere, ma anche noi abbiamo un sacco di gente che avrebbe bisogno di un aiuto per vivere…”. Insomma, la situazione è gestibile nella misura in cui rimane limitata nel tempo. Se viene meno lo sbocco, la prospettiva, può davvero trasformarsi in una bomba, scatenando in Europa una quantità di problemi perfino più gravi della fornitura del gas per le nostre cucine e per le nostre imprese. Non so quanti se ne stiano rendendo conto fino in fondo. Dall’altra parte bisogna dire che questa situazione di guerra guerreggiata, di vittoria che doveva avvenire in tre giorni e non è avvenuta, anch’essa non può continuare così, perché ha un costo enorme anche per la Russia. Se una tale situazione si protrarrà per altre tre-quattro settimane, secondo alcuni analisti americani, è probabile che ci sia un colpo di stato militare in Russia. I militari sono molto arrabbiati. Per quel poco che sappiamo, la guerra è stata decisa da Putin insieme all’apparato di sicurezza che lui ha ingrandito a dismisura, ma contro il parere dell’esercito. Perché l’esercito sa benissimo due cose: primo, che negli ultimi venticinque anni la Russia ha impiegato molti soldi in armi stratosferiche, da guerre stellari, che però in questo contesto non servono a niente... Anche il famoso ricatto atomico “Se mi fate arrabbiare pigio il bottone” non esiste, perché chiunque sa che se pigi il bottone due minuti dopo non ci sei più neanche tu. In Russia il bottone ce l’hanno tre persone: Putin, il ministro della difesa che è un generale, e il comandante in capo delle forze armate. Quindi due militari e Putin. Beh, su quei due militari io ci scommetterei la testa che quel bottone non lo pigerebbero mai. L’esercito quindi è arrabbiato per questa scelta di aver speso tutto in cose supersoniche per poi ritrovarti con dei carri armati pessimi che ti si aprono come il burro quando gli ucraini sparano i missilini che gli hanno dato gli inglesi: ma poi c’è il fatto che le truppe non vogliono combattere. Pare che molti dei russi fatti prigionieri abbiano raccontato di non avere capito perché stanno combattendo contro gli ucraini che loro per primi considerano dei russi. Una delle cose più terribili che un giorno dovrà essere imputata a Putin è che gli ucraini, al di là di tutto, amavano i russi. Tra russi e ucraini ci sono tante cose in comune. I più grandi scrittori, Bulgakov, Babel, Gogol sono ucraini. Gli ucraini con cui ho parlato mi dicevano: “Io i russi non li odio, non capisco perché ci facciano queper centocinquant’anni un popolo di trenta-quaranta milioni di persone odierà i russi, mentre prima li amavano Fotoreserg

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