Una città n. 282

una città 21 cose: per esempio non si riesce più a prenotare ai poligoni di tiro, perché ci sono file d’attesa infinite. Vista l’opacità della logica russa, la difficoltà di capire i loro obiettivi, non è inimmaginabile che Putin possa considerare di allargare la guerra. E il fatto che io non veda come questo potrebbe essere nel suo interesse non significa che non sia un’opzione perché io non vedo nemmeno come l’invasione contro l’Ucraina fosse nell’interesse russo, eppure Putin l’ha fatto. In secondo luogo, noi siamo la stazione di transito più importante per gli aiuti all’Ucraina. Lavrov già dieci giorni fa ha dichiarato che ogni trasporto di armi per l’Ucraina sarebbe stato un target legittimo, il che in guerra è naturale, ma ancora più legittimo sarebbe bombardare l’aeroporto dal quale partono questi trasporti terrestri. Quell’aeroporto è in Polonia, nella città di Rzeszow sulla frontiera ucraina. Infine, le nostre autorità hanno dato prova di un’incredibile logorrea, prima con il pasticcio del trasferimento dei Mig polacchi in Ucraina, in cui gli americani hanno eguagliato la stupidità polacca. Poi c’è stata la missione di Kaczynski con i premier ceco e sloveno a Kiev, un atto di solidarietà molto coraggioso, che gli ucraini hanno accolto con grande favore, salvo che poi Kaczynski, una volta là, ha parlato di una missione Nato di pace in Ucraina. Ma una missione di pace, che è una buonissima idea, si fa quando c’è una pace da mantenere. Prima di allora, una tale missione è una missione militare, con le armi, in cui si spara. Poi sempre Kaczynski ha cercato di spiegare che la sua idea era di mandare dei soldati nei territori dell’Ucraina non occupati, per proteggerli dai russi. E quando arrivano i russi cosa succede? Questi soldati dovrebbero sparare, quindi sarebbe di nuovo guerra. Non solo: visto che i territori non occupati sono soprattutto quelli sulla frontiera con la Polonia, che erano originariamente polacchi, Lavrov, che non è uno stupido, ha subito denunciato il “complotto polacco” per riprendersi i vecchi territori orientali. Escludo che ai nostri governanti, così miopi, sia anche solo balenata quest’idea, ma con la paranoia che circola, una tale propaganda potrebbe funzionare. Detto tutto questo, la metà della popolazione oggi sostiene l’idea di una presenza armata Nato in Ucraina. La cosa interessante è che più si ci si sposta vero Occidente, più l’appoggio è grande. Il maggiore sostegno a questa idea è nelle provincie sulla frontiera tedesca e sul mar Baltico. Ora, queste mosse poco responsabili dei nostri governanti non influenzeranno la politica della Nato, ma certo in Polonia stanno rafforzando la sensazione che esista un reale pericolo di guerra. Il gruppo di Visegrad è in crisi. È una notizia positiva? Il gruppo di Visegrad sarebbe contento di essere in crisi, in realtà è in fallimento: non esiste una politica comune dei quattro stati di Visegrad. La delusione reciproca tra Varsavia e Budapest è immensa. La cosa più divertente è che i nostri governanti ora ci dicono che l’alleanza con Orban è stata tutta colpa di Donald Tusk, il presidente del Partito popolare europeo, di cui Fidez era un membro importante. Quindi la narrazione è che noi siamo stati sempre dei bravi patrioti anti-russi: è stato Tusk, il collaboratore dei russi, dei tedeschi, a metterci a letto con Orban. È più o meno questo il livello di propaganda. Visegrad di fatto non esiste già più e non mi sembra possa facilmente resuscitare perché i governi non hanno più niente in comune: tra Polonia e Ungheria è guerra aperta. Ma pure tra Polonia e repubblica Ceca la situazione è tesa, anche per via dei problemi di inquinamento della miniera di Turow, che si trova al confine. C’era un’intesa intergovernativa che non è mai stata messa in atto. E poi c’è la Slovacchia, che è ridotta a una specie di piccola colonia ceca, per cui “chi se ne frega”, e i slovacchi sono molto contenti di ripagarci con lo Kiev fino a ieri uno stato che avesse minacciato di fare guerra a un altro sarebbe stato già perdente, oggi...

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