Una città n. 285

una città 30 internazionalismo stesse caratteristiche di violenza, tanto da poter essere definito come una guerra a bassa intensità. In oltre trentacinque anni si è registrato un numero molto elevato di persone assassinate dalle milizie private assoldate dai latifondisti, dai gruppi di pistoleros al servizio delle compagnie brasiliane o multinazionali e dalle forze armate. Complessivamente, dal 1985 al 2019 sono state assassinate 1.589 persone, con una media di 46,7 omicidi all’anno. Nel 2021 sono state uccise 35 persone, tra cui esponenti del movimento dei Sem terra, leader delle tribù native dell’Amazzonia ed esponenti quilombolas. Si tratta di uno scontro che nessun governo è mai riuscito ad attenuare o a ricomporre. Il Movimento dei Sem Terra (Mst) è l’organizzazione che meglio ha interpretato la volontà di riscatto dei contadini poveri brasiliani. Altre organizzazioni hanno preferito strumenti più tradizionali come scioperi, manifestazioni, mobilitazioni collettive, marce, eccetera. Il Mst, che ha avuto origine negli stati meridionali, come Santa Caterina e Paranà, si è poi diffuso in 24 dei 26 stati del Brasile e attualmente coordina circa 600.000 famiglie di contadini poveri organizzati in migliaia di accampamenti e insediamenti. Come si svolge un’occupazione di terra? Quando un gruppo di famiglie contadine, organizzate dal Mst, inizia un’occupazione di terreni privati o del demanio, sorgono accampamenti provvisori, poi, se vengono riconosciuti dalle autorità pubbliche, questi accampamenti di tende si trasformano in veri e propri villaggi di case in mattone. Solitamente perché un terreno occupato venga riconosciuto come improduttivo e privo di una funzione sociale e venga definito terreno di riforma ci vogliono anni e ogni occupazione si trasforma così in un lungo conflitto con la controparte. Possono sorgere cause giudiziarie estenuanti della durata di decine d’anni. Ogni volta che avviene un’occupazione i contadini si espongono quindi a un lungo periodo di precarietà, in attesa che una sentenza del tribunale trasformi l’occupazione illegale in un insediamento definitivo. Allora i contadini fondano da zero dei nuovi villaggi, agrovilas, piccole città agricole. Stendono un piano urbanistico, estraggono a sorte tra le famiglie gli appezzamenti di terreno dove verranno costruite le case, tracciano le strade, le piazze, individuano il luogo dove sorgerà la chiesa, la scuola, l’ambulatorio, il bacino per l’acqua, il campo sportivo, e poi le case vengono costruite collettivamente, con un rapporto di mutualità e con l’aiuto di tecnici, architetti, geometri che si mettono gratuitamente a disposizione. Parliamo di interi villaggi costruiti autonomamente dal basso. In questo modo il movimento dei Sem Terra è riuscito a insediare sulla terra brasiliana, come abbiamo detto, circa 600.000 famiglie contadine. Il fatto è che in Brasile ci sono altri quattro milioni di famiglie di contadini poveri che continuano ad aspirare a un appezzamento di terra da coltivare. Una volta “conquistato” un terreno, il movimento ne suddivide una parte tra le famiglie contadine e un’altra viene destinata alla coltivazione con un sistema cooperativo. È, a tutti gli effetti, un sistema misto di impresa privata a carattere familiare e di economia mutualistica, in cui prevalgono i principi della cooperazione e della solidarietà. Di fatto questo modello misto privato-sociale è molto flessibile. Ci si è arrivati attraverso una serie di tentativi e di errori: in passato ci sono stati periodi in cui si è cercato di promuovere un sistema di cooperazione anche in modo coatto, con un certo dogmatismo; in altri periodi, invece, si è lasciato spazio a un tipo di lavoro più tradizionale, quello appunto della piccola proprietà a carattere familiare, nella quale il soggetto del lavoro è la stessa famiglia che lavora la terra ricevuta dall’occupazione. Ci sono state spinte diverse, nella storia dei Sem Terra, ma col tempo il movimento si è assestato su un certo pragmatismo che ha fatto comprendere come il modello più adatto fosse quello misto, che viene incontro contemporaneamente alle esigenze delle famiglie, la cui aspirazione prevalente è sempre stata quella di avere un piccolo terreno di proprietà, e alle spinte al lavoro cooperativo, più affine ai criteri ideologici e culturali cari al movimento dei Sem Terra. Quali sono le radici politiche del movimento? Il pensiero di Sem Terra sorge da tre componenti culturali che si intersecano in modo inestricabile: la cultura cattolica, soprattutto della teologia della liberazione, l’umanesimo socialista e marxista e la cultura popolare contadina brasiliana. Sono tre approcci che circolano molto liberamente e in modo creativo, senza eludersi a vicenda e senza entrare in conflitto. C’è una sorta di socialismo che definirei “australe”, molto diverso dalla tradizione della sinistra europea. Il modo in cui in America Latina viene vissuto il tema della rivoluzione è completamente diverso da come viene vissuto da noi in Europa. Il punto di riferimento non è la rivoluzione bolscevica: quando un brasiliano pensa alla rivoluzione socialista ha come punti di riferimento quella cubana e messicana, rivoluzioni che hanno avuto una loro evoluzione diversa da quella della rivoluzione sovietica. Anche le sinistre in Brasile, come negli altri paesi dell’America Latina, sono divise tra loro ma senza quel tasso di dottrinarismo e settarismo che ha dilaniato la storia della sinistra europea. Questa è una caratteristica estremamente interessante. Per un militante brasiliano dei Sem Terra, Rosa Luxemburg non è stata la leader del movimento spartachista, ma una donna che ha lottato per i poveri, e Gramsci non è stato il primo segretario del Partito comunista italiano, ma un uomo colto che si è messo dalla parte degli operai… Un altro modo di vedere le cose. Il fatto che nei Sem Terra sia la famiglia, e non l’individuo, il soggetto della lotta politica, è una specificità molto importante; questo non ha impedito che negli anni si sviluppassero politiche molto avanzate anche in termini di questione di genere, parità uomo-donna… Senza dubbio uno degli aspetti peculiari del movimento è proprio questa centralità della famiglia e non della persona. D’altra parte, indipendentemente dai principi ideologici ai quali i movimenti contadini possono essersi ispirati nel passato, è la famiglia che occupa la terra, e non gli uomini, o i giovani, da soli. È la famiglia inalle assemblee che governano le occupazioni, uomini, donne, anziani e bambini, sono tutti soggetti a uguale diritto dal 1985 al 2019 sono state assassinate 1.589 persone, con una media di 46,7 omicidi all’anno

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==