Una città n. 285

una città 31 tera, la donna, l’uomo, gli anziani, i bambini: sono loro che incominciano a lavorare la terra, che costruiscono la prima tenda sotto la quale vivere. Il movimento ha avuto il merito di riconoscere questo fatto ineludibile. Molto spesso, già nelle prime occupazioni, davanti alle colonne della polizia che avanzava per attaccare gli insediamenti si formavano barriere composte dalle donne accovacciate per terra, con davanti a sé i bambini; e dopo i rastrellamenti degli uomini, erano le donne e i bambini a presidiare la sede della polizia per far rilasciare gli arrestati. Insomma, il soggetto dell’occupazione della terra è la famiglia e nel corso di questa mobilitazione i ruoli tradizionali dell’uomo e della donna vengono rimescolati: così si è cominciato a ridiscutere su chi dovesse fare cosa, e il vecchio modello patriarcale su cui si reggeva la famiglia contadina brasiliana tradizionale è stato messo radicalmente in discussione. Il movimento dei Sem Terra ha colto questo aspetto che i vecchi movimenti contadini, che rappresentavano i lavoratori salariati, ignoravano. Quelli erano movimenti prevalentemente maschili ed erano gli uomini che partecipavano alle manifestazioni, ai cortei, agli scioperi. Ma per un’organizzazione che si fonda sull’occupazione di terra, questo modello entrava in crisi. Avendo riconosciuto la centralità della famiglia, fin dalle prime lotte, nel movimento Sem Terra è stato ampliato il diritto di voto. Alle assemblee che governano le occupazioni, uomini, donne, anziani e bambini, sono tutti riconosciuti come soggetti a uguale diritto. Ci racconti del ruolo delle donne nel movimento. All’interno del movimento dei Sem Terra si è creato sin dall’inizio un forte movimento di donne che ha rivendicato l’adozione del modello paritario, caratteristico della fase più conflittuale, anche nella gestione ordinaria degli accampamenti e delle comunità ormai stabilizzate. Il movimento delle donne, in altre parole, è cresciuto all’interno stesso del movimento dei Sem Terra e fa parte della sua storia. Con il tempo le donne hanno preteso la parità all’interno di tutti gli organismi direttivi, sia a livello nazionale che decentrato, nei singoli accampamenti. Faccio un esempio: gli accampamenti sono organizzati per piccoli nuclei di dieci famiglie che formano ciascuno un coordinamento il quale deve essere formato per statuto da un uomo e da una donna. Tutti i piccoli coordinamenti di zona poi eleggono un organismo di secondo livello, il coordinamento di accampamento, che a sua volta prevede una presenza paritaria di uomini e donne. E così di seguito, sino agli organismi di direzione del movimento a livello nazionale. Anche i corsi di formazione svolti all’interno degli accampamenti (il movimento svolge una grande attività di formazione professionale e politica per i suoi militanti) devono avere un numero pari di partecipanti uomini e donne. Inoltre, all’interno degli accampamenti dei Sem Terra c’è oggi una forte mobilitazione affinché i diritti di proprietà della terra siano riconosciuti sia per gli uomini che per le donne. Nel modello tradizionale le donne non godevano del diritto alla proprietà della terra, che è sempre stata intitolata al marito; era sempre lui a trattare con le istituzioni, le banche, i venditori, gli acquirenti, i commercianti. La donna era relegata in casa, a governare la cucina, ad accudire i bambini, a curare il piccolo orto domestico. Questo, come sappiamo, non valeva certo solo nella tradizione contadina brasiliana. Tutto questo nei villaggi dei Sem terra sta cambiando in modo visibile. Le donne hanno trasformato il lavoro dell’orto in un’opportunità di emancipazione perché hanno cominciato a coltivarlo con criteri agro-ecologici e a fornire i mercati locali di piccole quantità di prodotti di nicchia a prezzi vantaggiosi. Nello stesso tempo hanno costituito cooperative di fitofarmaci o di prodotti dolciari di pregio con l’aiuto di università o istituti che hanno messo a disposizione i corsi di formazione necessari. Le donne Sem Terra non hanno fatto la scelta di separare la rappresentanza femminile da quella maschile, come è avvenuto talvolta in altre organizzazioni sindacali brasiliane, o in India e in Africa, dove le donne, non vedendosi riconosciute nelle organizzazioni di tipo patriarcale maschile, hanno costituito sindacati loro. Nei Sem Terra sono rimaste dentro, ma si sono battute per ottenere gli stessi livelli di rappresentanza, di peso, di importanza degli uomini. Poi negli accampamenti esistono anche piccoli gruppi di sole donne in cui si affrontano i problemi specifici della condizione femminile. Colpisce nel movimento la coerenza le donne Sem Terra non hanno fatto la scelta di separare la rappresentanza femminile da quella maschile, come altrove Mst

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==