Una città n. 285

ex di sinistra”. Il fatto che la mia critica verso una potenza che si dichiarava socialista e di sinistra non assomigliasse per nulla alle critiche avanzate dalle mie controparti borghesi; il fatto che persone di sinistra difendessero veramente i diritti dei lavoratori polacchi, a differenza, per dire, del cinico atteggiamento di Ronald Reagan che da un lato si diceva sostenitore di Solidarnosc e dall’altro lottava per distruggere i movimenti sindacali negli Stati Uniti- ecco, tutto questo non contava niente per chi, a sinistra, era preoccupato di ritrovarsi con posizioni che lo avrebbero messo “dalla stessa parte” dei suoi nemici interni. Questo è del tutto contrario a qualsiasi principio internazionalista, anzi direi che dare un lasciapassare a un imperialismo solamente perché il Paese che lo fa si oppone al Paese che secondo te lo fa di più, è proprio un atteggiamento americano-centrico. Incolpare gli Stati Uniti per l'invasione russa dell’Ucraina equivale a incolpare il Partito comunista tedesco per l’assassinio di Rosa Luxemburg. In effetti, se il Partito non avesse organizzato alcuna rivolta, eventualità cui i Freikorps e il governo avevano chiaramente fatto capire avrebbero reagito, nessuno le avrebbe sparato. In politica, gli stati sono sempre sottoposti a provocazioni. Ma non per questo sono tenuti a reagire nel peggior modo possibile. Il problema della Nato Naturalmente, la Nato è sempre stata fonte di malcontento per la Russia. L’Occidente aveva capito che la prospettiva di un ingresso dell’Ucraina era inaccettabile per Mosca, tant'è che la stessa Nato aveva più volte ribadito che non c’era alcun piano per cominciare le procedure di adesione, pur senza mai ritrattare formalmente la dichiarazione del 2008 secondo cui questo era un obiettivo di lungo periodo. Davvero Putin ha invaso l’Ucraina per tenere la Nato fuori dal paese? Opporsi alla Nato è un conto, ma dare inizio a una guerra che inevitabilmente porterà a un rafforzamento dell’organizzazione atlantica ci fa capire che non è questa la questione chiave. Se l’obiettivo fosse stato veramente quello di escludere un’adesione ucraina alla Nato, alla Russia sarebbe bastato circondare il paese con le sue truppe annunciando al mondo che era pronta a invadere. Avrebbe poi sospeso ogni piano d’attacco, nell’attesa di colloqui straordinari per ribadire la neutralità ucraina. Se questi fossero falliti, la Russia avrebbe anche potuto dare il via a un’incursione limitata ai soli territori già controllati dai separatisti e minacciare un’escalation se non fosse stato raggiunto un accordo sul ruolo Nato nel paese. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, poco dopo l’invasione, ha affermato che era disposto a discutere la questione della neutralità; Putin avrebbe potuto scegliere altre vie, diverse dalla guerra totale, per occuparsi della questione che in così tanti hanno affermato essere la preoccupazione principale della Russia. Dunque, ci dev’essere stato qualcos’altro in gioco. E non è certo qualcosa di nascosto. Sono anni che Putin esprime le sue idee sul destino dell’Ucraina. Nel luglio 2021, il presidente russo ha scritto (forse di suo una città 19 internazionalismo democratico ma davvero c’è ancora qualcuno che vede qualcosa di sinistra in Putin? g

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