Una città n. 285

una città 23 collaborato nei progetti internazionali. Lui era direttore del dipartimento investimenti e project management del Comune di Mariupol. Si occupava dei progetti per la città, scuole, parchi, spiagge, di strategie di sviluppo, eccetera. I miei amici di Potenza mi hanno risposto subito e mi hanno aiutato a trovare un’abitazione nella loro città, dove oggi vivo. Mio marito al momento si trova in Olanda: ha firmato un contratto per lavorare a un progetto internazionale per la ricostruzione dell’Ucraina e di Mariupol. Tu lavori all’università, continui a fare lezione? Sì, la mia università è rimasta in attività con le lezioni a distanza. Abbiamo deciso di concludere quest’anno accademico per tutti gli studenti. Dall’anno prossimo cercheremo di capire che futuro avrà la nostra università. Il nostro rettore ha preso la decisione di portarci a Kiev. Rimarremo un’università simbolo di questa guerra, di questa resistenza, e tuttavia bisognerà anche pensare a una strategia per salvarla. La mia facoltà è quella di lingue straniere, quindi tantissimi miei colleghi sono già andati a vivere all’estero. Come del resto ho fatto anche io, in attesa del momento favorevole per ritornare a Kiev, oppure in un’altra città. I tuoi studenti oggi dove sono? Io dico sempre che sono un po’ come le stelle nel cielo: sparsi in tutto il mondo. Ieri con i miei colleghi abbiamo preparato un documento in cui è indicata la posizione dei nostri studenti. Ebbene, molti sono all’estero, alcuni anche in Russia, altri invece hanno deciso di rimanere a Mariupol. Nella nostra facoltà di lingue straniere, la maggior parte degli studenti sono ragazze, quindi non combattono. Conosco dei ragazzi che fanno parte della difesa territoriale, che aiutano l’esercito ufficiale ucraino a organizzare la resistenza. Ci sono queste formazioni di volontari che danno una sorta di assistenza, un aiuto all’esercito. Come vedi ora la situazione? La mia città oggi è un cimitero. Mariupol è rimasta nel mio cuore, ma c’è una catastrofe umanitaria. Siamo in estate, fatico a immaginare la situazione sanitaria, senza acqua, senza elettricità... Nelle scorse settimane ha fatto discutere la proposta di legge ucraina che vorrebbe bandire la letteratura russa dai curriculum scolastici… Per me la letteratura russa è come la letteratura francese, italiana, polacca, è una parte della letteratura mondiale. Ogni opera d’arte però è anche portatrice di idee, di ideologie. Alcuni autori russi, nelle loro opere, talvolta condividono le aspirazioni imperiali del loro paese. Il fatto è che la Russia ha sempre una macchina della propaganda molto forte, e quelle della Russia imperiale o della Russia sovietica sono entrate profondamente nella mente del popolo russo. Gli autori, gli artisti russi nelle loro opere spesso condividono queste idee imperialiste, l’immagine di una nazione che può dettare le regole a tutto il mondo. Allora, che dire, da un lato è giusto e doveroso leggere le opere degli autori russi, quelli classici, ma dall’altro lato io oggi come ucraina non le leggerei, non ce la farei. Non so se mi sono spiegata... Ripeto, la cultura russa fa parte del patrimonio culturale mondiale, ma bisogna prendere in considerazione che la propaganda russa ha avvelenato la mente del popolo russo. Io non so più come distinguere un buon russo da un cattivo russo. I soldati russi sono arrivati nella mia città, hanno distrutto la mia vita e io ho visto solo la bandiera russa. È un argomento abbastanza doloroso, tanto più che adesso c’è un odio verso i russi... Un odio che prima non c’era... Assolutamente. Però allo stato attuale è così: oggi vedo i russi come degli assassini. Sono venuti per “liberare” -che parola assurda- il territorio ucraino... dagli ucraini! Ma che logica c’è? E poi dove sono questi nazisti? Mariupol ospitava il battaglione Azov, ma non sono dei nazisti. C’erano dei ragazzi con idee di estrema destra, ma erano una ristretta minoranza rispetto ai la mia città oggi è un cimitero, c’è una catastrofe umanitaria, fatico a immaginare la situazione sanitaria fotoreserg

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