Una città n. 285

una città 33 Contrariamente a quanto si pensa in Europa, la percezione che ho avuto io è che Lula sia ancora molto popolare in Brasile e abbia una possibilità concreta, anche se non scontata, di vincere. Il Pt sta cercando in questo momento di costruire delle alleanze con il centro moderato, che, come nel 2003, è l’unica condizione che gli permetterebbe di vincere. Sappiamo bene però che anche un nuovo governo Lula non riuscirà a fare una riforma agraria, perché la forza che ha la bancada ruralista, il complesso di forze politiche che sostengono la grande borghesia agraria e le multinazionali del settore agroalimentare, del legno e del settore minerario, è troppo forte per permetterlo. Ciò che ci si può aspettare da Lula è una minore pressione nei confronti dell’Mst, una relativa tolleranza nei confronti degli insediamenti e degli accampamenti che già si sono formati e, forse, una repressione un po’ più blanda nei confronti di quelli che si andranno a formare. Non molto di più. Sem Terra è anche uno dei fondatori della Via Campesina, un’organizzazione internazionale di agricoltori… Il movimento della Via Campesina è stato fondato in Belgio nel 1993, e in quel frangente Sem Terra è stato uno dei soggetti più importanti per la sua costituzione. Direi anzi che la cultura su cui si basa il movimento Via Campesina riprende molti dei punti del programma elaborati da Sem Terra nel corso della sua storia. Se pensiamo alla questione di genere, anche le donne della Via Campesina hanno rivendicato una presenza egualitaria in tutti gli organismi di direzione del movimento. L’Onu ha votato nel 2018 la Dichiarazione dei diritti dei contadini e dei lavoratori nelle aree rurali, Dichiarazione che ha fatto propri molti dei contenuti elaborati dal movimento dei Sem Terra. Direi che stiamo assistendo a un’espansione della cultura elaborata sin dalle origini dal movimento brasiliano anche all’interno dell’organizzazione che i contadini si sono dati sul piano internazionale. Da questo punto di vista, inoltre, non va sottovalutata la vittoria che i contadini indiani hanno ottenuto nel novembre scorso, quando il governo Modi ha dovuto rinunciare alla riforma agraria che aveva varato un anno prima dopo le mobilitazioni dei contadini con l’occupazione di una parte della periferia di Nuova Dehli. Credo sia stata una grande vittoria di tutto il movimento contadino e, quindi, se pure avvenuta in un altro posto del mondo, anche dei contadini brasiliani. Lei è stato ospite nelle loro case. Ha un ricordo personale, per concludere? Ricordo un accampamento isolato, lontano da ogni centro urbano e situato in una zona impervia e ricoperta di una intricata foresta. Era un paesaggio affascinante, ma selvaggio e primitivo. Sembrava di aver abbandonato ogni scampolo di civiltà. Nell’accampamento le baracche, ricoperte di paglia, erano disperse, lontane tra loro e unite da stradine di terra battuta che correvano lungo crinali scoscesi in un continuo saliscendi, come di montagne russe. Rimasi tre giorni, piuttosto preoccupato perché una pioggia battente aveva trasformato le stradicciole in fiumi di fango e temevo di non potermi muovere per chissà quanto tempo. Ero ospite di una coppia di contadini con due loro nipoti adolescenti in una casupola disadorna con il tetto che faceva acqua e un grande focolare a legna. La donna, di circa cinquant’anni, mentre chiacchieravamo, lavorava con impegno a impastare e a cuocere una quantità impressionante di dolci in una specie di forno. Non poteva lavorare nei campi perché pioveva e allora lavorava in casa per preparare i dolci per una festa che dopo alcuni giorni si sarebbe organizzata per il compleanno della donna più anziana dell’accampamento. Rimasi piuttosto sorpreso quando in un angolo appartato della capanna intravvidi due scaffali pieni delle opere, ben tenute, di Marx, Engels e Gramsci. La mia ospite si era laureata prima in agronomia e poi in filosofia con una tesi, appunto, su Gramsci. (a cura di Stefano Ignone) in un angolo appartato della capanna intravvidi due scaffali pieni delle opere, ben tenute, di Marx, Engels e Gramsci... Nella foto: Ricarda ritratta nella sua abitazione. È stata operaia metalmeccanica, sindacalista e fondatrice, assieme a Lula, del sindacato metalmeccanico brasiliano. Ora vive nell’accampamento “Quilombo Campo Grande” nello stato di Minas Gerais, dove è una leader riconosciuta. Aldo Marchetti

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