Cos’è la sharing economy? E soprattutto cosa si condivide nella cosiddetta economia della condivisione? Cosa mettono in comune l’autista e il passeggero di Uber? Il proprietario e l’ospite temporaneo di Airbnb? Le studiose inglesi Giana Eckhardt e Fleura Bardhi si sono poste la domanda e la risposta che si sono date è che non si condivide niente. Al di là della legittimità e opportunità di far entrare nel mercato altri soggetti, è la definizione di sharing economy ad essere in discussione. Eckhardt e Bardhi propongono infatti di parlare più propriamente di economia dell’accesso, di affitti temporanei. Quello che emerge dai loro studi è che chi aderisce alle varie piattaforme web non è interessato a incontrare altra gente, ma prevalentemente a risparmiare e ad avere un buon servizio. Infatti gli utenti di Airbnb, quando possono, preferiscono usare la casa in assenza del proprietario (senza quindi essere costretti a condividerne lo spazio). Non a caso lo slogan di Uber è "Better, faster and cheaper than a taxi”. Eckhardt e Bardhi arrivano a chiedersi se il minore successo del concorrente Lyft, che offre lo stesso servizio puntando però sulla socializzazione ("Siamo un amico con una macchina”) non sia dovuto al fatto che enfatizza troppo l’aspetto della condivisione! (Harvard Business Review)
10 febbraio. Fake news
In tempi di fake news e post-verità, "Le Monde” ha proposto ai suoi lettori un motore di ricerca che promette di verificare la veridicità delle informazioni. Si chiama Decodex. "Liberation” ha subito segnalato che il quotidiano, in questo modo, si erge a giudice e parte in causa contemporaneamente. Ma la vera obiezione riguarda lo stile, da qualcuno definito "orwelliano”: in base a quale diritto un mezzo di informazione può giudicare gli altri affidabili o meno? "Liberation” fa maliziosamente notare come i giornalisti pro-globalizzazione abbiano tutti semaforo verde e gli altri rosso. Alla fine, a essere affidabili risultano solo le posizioni in sintonia con la "linea” del giornale. Il conflitto d’interesse rende l’intera operazione quantomeno dubbia, se non preoccupante. Tant’è che qualcuno ha evocato perfino un Ministero della verità. Però il problema resta… (liberation.fr)
18 febbraio. Niente capo
"Crisp” è una società di consulenza informatica svedese con 40 dipendenti. Tre anni fa, al momento di scegliere un nuovo capo, a qualcuno è venuta un’idea: e se facessimo senza? La proposta è stata presa seriamente, così sono state analizzate le mansioni del capo: molte si sovrapponevano a compiti già assegnati a membri dello staff, altri potevano essere condivisi tra tutti. Verificata la fattibilità della cosa, i dipendenti sono partiti. Due-tre volte all’anno organizzano sessioni di quattro giorni in cui si decidono le linee guida; poi, nel lavoro quotidiano, i dipendenti vengono incoraggiati a prendere decisioni autonome. Non è un esperimento raro, soprattutto per le startup del settore informatico; nel 2013 Zappos, un grande rivenditore online di abbigliamento, ha adottato quella che viene definita "olacrazia”, un’organizzazione orizzontale e collaborativa. Non senza ripercussioni; nell’immediato, un quinto dei suoi dipendenti si è licenziato. A Zappos hanno commentato così: "L’autogestione non è per tutti”. (bbc.com)
20 febbraio. Mortalità infantile
Buone notizie dall’ultima analisi globale di Lancet sulla mortalità infantile: dal 1990 al 2015 i decessi sotto i 5 anni sono calati del 53% (però l’80% delle morti si verifica ancora in Africa subsahariana e sia). Le cause principali dei 5,9 milioni di bambini morti nel 2015 sono le complicanze delle nascite premature e le polmoniti. (Le Scienze)
22 febbraio Anestesia senza ritorno
Il 2 febbraio in Francia è stata emanata una legge sul "fine vita” che garantisce ai pazienti affetti da una patologia senza speranza di guarigione e che provoca dolori refrattari alle terapie il diritto di "dormire fino alla morte”, grazie a una "sedazione profonda e continua”. Nel corso della discussione sono state sollevate preoccupazioni rispetto a una possibile banalizzazione nell’accesso a questa opzione. Qualche medico in effetti lamenta come nei primi giorni si sia presentato qualche familiare con la richiesta: "Ho visto la legge, mia madre deve essere sedata stasera”. La maggior parte dei medici però non si aspetta grandi cambiamenti rispetto al passato: la sedazione rimarrà una pratica eccezionale, riservata a ...[continua]
Esegui il login per visualizzare il testo completo.
Se sei un abbonato online, clicca qui accedere, oppure vai alla pagina Abbonamenti per acquistare l'abbonamento online.
Gli abbonati alla rivista hanno diritto all'abbonamento online gratuito!