Per anni mi sono occupata e ho combattuto per l’aborto legale (non per l’aborto e basta) e quindi mi sento di poter fare alcuni commenti in proposito. L’attuale Corte Suprema statunitense è reazionaria, integralista e antiabortista. Ciò detto, in cinquant’anni i Democratici e chi era a favore dell’aborto legale non si sono impegnati e non hanno approvato una legge anche quando erano in maggioranza. Forse la maggioranza lo era solo a parole. Hanno continuato a dipendere da una sentenza che in pratica decriminalizzava (come avrebbero voluto i radicali in Italia) ma non legalizzava l’interruzione volontaria di gravidanza, tant’è che nessun ospedale pubblico negli Usa ha mai eseguito aborti, sono solo tutte cliniche private. Vero è che alcuni stati, quale la California, rimborsavano i costi dell’aborto privato (per esempio eseguito dai family planning centers, quindi da cliniche private ma come fossero consultori privati e non tutte a scopo di lucro), ma nessun ente pubblico lo eseguiva. Obama non l’ha inserito nell’Obama-care (certo doveva mediare, ma sempre sulle donne?) e quindi l’intervento non era coperto dal servizio sanitario pubblico, come nemmeno la contraccezione, cosa che la lascia molto vulnerabile a futuri attacchi. Insomma, in cinquant’anni anni i democratici hanno avuto più occasioni per far passare una legge che lo rendesse legale e non solo depenalizzato, ma non lo hanno fatto per le loro divisioni interne. Non si può dimenticare che la conferenza dei vescovi americani ha plaudito la decisione della Corte e che i democratici hanno molti cattolici tra i loro elettori. La Corte Suprema poi non ha reso illegale l’interruzione volontaria di gravidanza ma, molto più subdolamente, l’ha delegata agli stati e quindi quelli antiabortisti l’hanno subito vietata. I giudici lo hanno potuto fare perché non era una legge federale ma solo una sentenza. Mi dicono che parecchie organizzazioni si fossero preparate da tempo mettendo su cliniche ai confini degli stati anti-abortisti, ma chiaramente non basterà. Le donne torneranno ad avere difficoltà enormi, a essere umiliate e controllate. La risposta immediata del Presidente è di diffondere la pillola abortiva, che tuttavia in questo caso non verrà somministrata in un contesto medico, esponendo a denunce le donne che dovessero ricorrere all’ospedale. A una bambina di 10 anni, stuprata da un illegale, hanno negato l’Ivg nell’Ohio ed è dovuta andare in un altro stato perché aveva superato il termine. A me hanno fatto anche impressione le immagini dei/delle giovani antiabortisti, anche loro tanti nelle manifestazioni, come tanti e tante quelli a favore della legalizzazione dell’Ivg. L’8 luglio 2022 il Presidente Biden si accorge che sarebbe necessaria una legge federale ed emette un decreto per cercare di proteggere contraccezione e aborto medico (con la pillola Ru) ma non varrà in molti stati. Personalmente trovo che in questo nuovo millennio si debba ridefinire con forza che cosa vuol dire definire e definirsi nel proprio corpo, cosa che alcune delle discussioni recenti sui trans pongono in modo diverso. È come se andassimo avanti su due binari che non interagiscono tra di loro. Mi pare anche che tutto sia sulla difensiva, una sinistra conservatrice forse incapace di nuove idee.

La decisione successiva della Corte Suprema riguarda una limitazione dei poteri dell’Epa (l’ente per la protezione dell’ambiente). In realtà si ripresenta lo stesso modello dell’aborto: i democratici non hanno mai approvato una nuova legge e quindi hanno allargato i poteri dell’Epa dicendo che anche il cambiamento climatico vi rientrava. E fare una legge? E riportare la battaglia politica nei luoghi elettivi? L’estensione dei poteri dell’Epa lo ha potuto fare il presidente senza ricorrere a un dibattito nel Congresso e adesso un altro luogo non elettivo (di nomina), la Corte Suprema, lo toglie. A quando una tenzone politica, un dibattito, andare a convincere altri e altre piuttosto che evitare la discussione? Mi chiedo se per i motivi “giusti” (aborto legale, difesa dell’ambiente) la sinistra abbia scelto di non affrontare il dibattito nelle sedi della rappresentanza eletta (parlamento, congresso, ecc.) e ricorra a decreti presidenziali (o Dl) o, ancora, a sentenze o interpretazioni estensive contribuendo a svuotare di potere e significato le sedi elettive perché spesso sono di destra e quindi non approvavano le “leggi giuste”. E chiedersi perché la sinistra non vince le elez ...[continua]

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