Questo libro è frutto delle visite guidate nei Territori occupati organizzate dall’Icahd per diplomatici, giornalisti, ricercatori ed attivisti. Come è lecito aspettarsi da una guida, questo testo offre un’“indagine sul campo” dell’Occupazione, la principale fonte del conflitto tra israeliani e palestinesi. Descrive i principali “fatti compiuti”: le colonie, il blocco economico, il labirinto di checkpoint, la politica di demolizione delle case e di espropriazione della terra, la creazione di una “Grande Gerusalemme”, il controllo israeliano sulle risorse idriche palestinesi, la costruzione di un “muro divisorio”, ed altro ancora. Questo libro prende in esame anche le basi ideologiche, le strutture istituzionali e le logiche militari che stanno dietro l’espansione ed il controllo israeliano. Getta uno sguardo sulla “Matrice di controllo” israeliana, quel complesso sistema fatto di amministrazione, pianificazione, legislazione, creazione di “fatti compiuti”, per celare la brutale realtà dell’Occupazione e posare l’infrastruttura del controllo permanente di Israele nell’area che va dal Mediterraneo al fiume Giordano. Dato che questo libro è stato redatto da una organizzazione israeliana, e si concentra sull’Occupazione, è evidente che pone l’onere della responsabilità di risoluzione del conflitto sulle spalle di Israele. Ciò non assolve i palestinesi dalle proprie responsabilità, riconosce semplicemente l’enorme sbilanciamento di potere tra le due parti, e pertanto l’asimmetria nelle capacità di ciascuna di porre fine al conflitto.
Questo testo propone anche alcune delle domande cruciali emerse negli ultimi 41 anni di occupazione israeliana, ed in particolare: dove sta andando Israele? Verso un sincero tentativo di risolvere un conflitto secolare con i palestinesi o, eventualità più agghiacciante, verso una loro condizione di “immagazzinamento” permanente? L’analisi si addentra nei meccanismi con cui Israele è riuscita a perpetrare il controllo sui palestinesi e sulle loro terre. Si chiede inoltre: come fa Israele a “vendere” il controllo esercitato col pugno di ferro su milioni di persone private delle proprie terre e dei propri diritti come qualcosa di lontanamente giustificabile? Come fa a convincere non solo la propria gente, ma anche esponenti liberal internazionali -leader politici, intellettuali, giornalisti, gente comune, per non parlare di gran parte della comunità ebraica della diaspora- ad appoggiare una politica palesemente ingiusta, che si pone in evidente violazione del diritto internazionale e dei fondamentali diritti umani? Come ha fatto l’interpretazione israeliana del conflitto a liquidare la resistenza palestinese come mero terrorismo, rimuovendo dalla discussione le proprie politiche di Occupazione e il terrorismo di Stato messo in atto per applicarle? è ancora possibile mettere fine all’Occupazione, e come? Dato l’incondizionato appoggio del Congresso americano, vero e proprio asso nella manica di Israele, che chance hanno le pressioni internazionali? Qual è il nostro ruolo di società civile internazionale nel porre fine a questo conflitto dagli effetti destabilizzanti a livello globale?
Oltre a fornire informazioni e a sollevare questioni a nostro avviso fondamentali, questo libro è pensato per aiutare i sostenitori della “pace giusta” a reinquadrare il conflitto rimettendo l’Occupazione al centro del dibattito, un passaggio necessario per la costruzione di una campagna internazionale efficace. Suggerisce inoltre che una pace giusta prevede uno scenario “win win”, in cui, cioè, entrambe le parti escano vincenti, e possano fruire delle proprie libertà collettive ed individuali, in una regione messa finalmente in condizione di fiorire all’insegna della sicurezza e dello sviluppo economico.
Per quanto l’immagine che tracciamo sembri talvolta cupa, questo non è un libro disfattista. Ogni occupazione, ogni condizione di oppressione può essere fermata.
La campagna sponsorizzata dall’Icahd e dalle organizzazioni partner -palestinesi, israeliane- punta a mobilitare il vostro sostegno nella comune battaglia per raggiungere una pace giusta. L’Occupazione sfida noi tutti: governi, Ong, comunità di fedeli, sindacati, gruppi di attivisti e singoli cittadini impegnati. Il conflitto israelo-palestinese è ben più di una guerra locale tra due popoli. L’Occupazione israeliana rappresenta una sfida alle leggi internazionali ed ai diritti umani universali. Può davvero prevalere un sistema fondato sul controllo, la deportazione, la negazione dei diritti umani fondamentali e la repressione? Come dobbiamo interpretare il fatto che non siamo in grado di porre fine ad un’occupazione che cresce di giorno in giorno, davanti ai nostri occhi, sfidando il diritto internazionale e più di 200 risoluzioni Onu? Se l’occupazione e la repressione riusciranno a sconfiggere le aspirazioni di un popolo alla propria libertà ed ai propri diritti umani fondamentali, quali saranno le implicazioni per i popoli oppressi in altre parti del mondo, lontane dall’attenzione dell’opinione pubblica?
Se falliamo adesso, sarà molto più difficile prevalere sui Dayan, sui Kissinger, sugli Sharon, sui Barak e sui Cheney del futuro. Questo manuale è pensato per fornire al lettore gli strumenti adeguati a sostenere gli sforzi comuni di israeliani e palestinesi che auspicano una pace giusta per il Medio Oriente, ma anche un vero “nuovo ordine mondiale” fondato sui diritti umani universali e sulle leggi internazionali.
Shalom, Salaam, Pace, Jeff Halper
Predazione a "Ostacoli alla pace" di Jeff Halper
israele-palestina
Una Città n° 296 / 2023 ottobre
Articolo di Jeff Halper
Predazione a "Ostacoli alla pace" di Jeff Halper
Archivio
UN SOLO STATO DEMOCRATICO
Una Città n° 284 / 2022 maggio-giugno
Realizzata da Stefano Ignone
Realizzata da Stefano Ignone
Jeff Halper, antropologo, direttore dell’Israeli Committee Against House Demolitions (Icahd), è cofondatore di The People Yes! Network (Tpyn). Vive a Gerusalemme.
Qual è la situazione in Israele? A fine maggio si parlava di un&rsquo...
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LA MATRICE DEL CONTROLLO
Una Città n° 103 / 2002 Aprile
Realizzata da Barbara Bertoncin
Realizzata da Barbara Bertoncin
Jeff Halper, 53 anni, è il coordinatore dell’Icahd (Israeli Committee Against House Demolitions) e professore di Antropologia all’Università Ben Gurion. Sposato, con tre figli, vive in Israele dal 1973. Tu sei un antropologo, oggi però ti occupi di proget...
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NOI RICOSTRUIAMO
Una Città n° 148 / 2007 Maggio
Realizzata da Barbara Bertoncin
Realizzata da Barbara Bertoncin
Jeff Halper coordina l’Icahd, il Comitato Israeliano contro la demolizione delle case palestinesi (www.icahd.org). Vive a Gerusalemme. Per commemorare i 40 anni dall’inizio dell’Occupazione, avete lanciato una campagna in grande stile che prevede la ricos...
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L’ANTISIONISMO E’ ANTISEMITISMO?
Una Città n° 119 / 2004 Marzo
Realizzata da Barbara Bertoncin, Gianni Saporetti
Realizzata da Barbara Bertoncin, Gianni Saporetti
Jeff Halper, originario degli Stati Uniti, si è trasferito in Israele nel 1973. Già docente di Antropologia presso l’Università Ben Gurion del Negev, oggi è il coordinatore del Comitato Israeliano contro la demolizione delle case dei palestinesi (Icahd), ...
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ISRAELE, VA BENE, HAI VINTO
Una Città n° 237 / 2017 marzo
Realizzata da Barbara Bertoncin
Realizzata da Barbara Bertoncin
Jeff Halper, antropologo, già direttore dell’Israeli Committee Against House Demolitions (Icahd), è cofondatore di The People Yes! Network (Tpyn). Vive a Gerusalemme.
Tu da tempo denunci come in Israele-Palestina non ci siano pi&ugr...
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