Le affermazioni che iniziano con le parole: "I giovani...", come ad esempio: "I giovani non leggono", sono inutili, perché chiudono i problemi, per lo più in maniera banale, anziché aiutare a trovare risposte. E’ più interessante andare a vedere perché Danilo, Maria o Nadia leggano. Si potrà capire meglio perché quegli altri non lo fanno, e magari anche cosa si possa fare perché gli venga voglia di farlo. I giovani lettori qui intervistati sono studenti dell’Istituto agrario di Ponticelli (Napoli). Nessuno di loro aveva una biblioteca in casa, ma se la stanno costruendo; né aveva genitori "letterati", il che può essere un vantaggio. Le loro parole, ricordandoci la nostra adolescenza, ci dicono che niente può cancellare, né sostituire, le misteriose strade del libro.
(Giorni fa in classe ho letto l’inizio della Metamorfosi, poi ho chiesto quale dei familiari avrebbe continuato ad occuparsi del povero scarafaggio; le ragazze hanno risposto la sorella; i maschi la mamma: "sicuramente la mamma gli vuole ancora bene -dice uno- perché come diciamo a Napoli pure ’o scarrafone è bello a mamma soia". Il giorno dopo in biblioteca si affaccia timidamente il più piccolo e brutto della classe e chiede "professore, lo tenete qui il libro dello scarrafone?").

I vostri insegnanti mi hanno detto che siete lettori, alcuni accaniti, altri saltuari. Volete raccontare quali strade hanno portato ciascuno di voi al libro?
Maria. Io sono Maria, un’accanita. Ho cominciato da bambina con i fumetti, poi sono passata ai libri, più per noia, perché mi scocciavo di stare senza far niente. Poi ho visto che mi prendevano sempre di più...
In casa avevi una biblioteca?
Maria. No, me la sto facendo io adesso; allora prendevo i libri alla biblioteca della scuola. Il primo libro che presi fu Il principe e il povero. Poi dalle favole sono passata ai libri di letteratura. Nelle favole vedevo un mondo diverso da quello che vivevo io, evadevo dalla realtà e mi trovavo nel libro; i libri rappresentavano i miei sentimenti, il mio modo di essere, o una cosa che volevo essere, è questo che mi ha appassionato alla lettura. Alla scuola media ancora li prendevo alla biblioteca, poi mia sorella più grande ha iniziato ad acquistarli, abbiamo iniziato a fare la biblioteca a casa, generalmente le edizioni economiche.
Qualche insegnante ti consigliava?
Maria. No, li sceglievo io, magari perché mi piaceva il titolo, o quello che c’era dietro. Poi alla scuola superiore il professore mi ha consigliato una marea di libri, ne ho letti così tanti.
Ti capita di cominciare un libro e poi smetterlo?
Maria. Sì, ad esempio Il fu Mattia Pascal, non l’ho finito, non mi attirava. Invece tra quelli che ho letto ultimamente mi è piaciuto I dolori del giovane Werther, e Cent’anni di solitudine; da poco ho cominciato a leggere anche libri di argomento scientifico.
Quando avrai dei figli, come ti comporterai con loro riguardo alla lettura?
Maria. Gli consiglierò di leggere, perché è una esperienza bella, poi sarà una scelta loro. Se qualcuno mi avesse costretta a leggere penso che non l’avrei fatto.
E tu, come hai cominciato a leggere?
Susi. Io sono sempre stata molto curiosa, fin da piccolissima, ho cominciato per curiosità: leggevo i manifesti per la strada, i cartelloni pubblicitari, poi le fiabe che mi regalavano. Alle scuole medie l’insegnante ogni mese ci faceva leggere un libro, io sono molto svogliata, però leggevo; adesso leggo solo se qualcuno mi fa venire la curiosità.
Nadia. Io ho cominciato tardissimo, fino alla prima superiore non ho letto niente, tranne fumetti, Dylan dog, Topolino. In prima superiore la professoressa settimanalmente faceva portare delle fotocopie dei libri che più ci avevano interessato, e li leggevamo in classe. Leggendoli in classe, cominciai ad avere curiosità; poi leggendoli da sola l’effetto fu diverso, e a metà anno cominciai a comprarli.
Perché preferisci leggere da sola?
Nadia. Innanzitutto perché associo delle immagini, a un certo punto non riesco più a smettere, è come se fosse una droga. Quando leggi è come se tu vivessi un’altra vita parallela, o anche più vite, questo mi piace, anche perché forse non accetto la mia vita, ma questo è un altro discorso.
In quali personaggi più ti immedesimi, maschili o femminili?
Nadia. Maschili, sempre; femminili, è capitato poche volte, per esempio nei libri di Isabel Allende. Nel libro Jack Frusciante è uscito dal gruppo mi sono immedesimata nel personaggio di Martino. ...[continua]

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