21 ottobre. Psicologo.com
Sul sito del "Wall Street Journal” Joshua Fruhlinger ha parlato dei nuovi servizi di terapia online a partire dalla propria esperienza personale. Qualcuno aveva provato a lanciare servizi di assistenza psicologica a distanza già nei primi anni 2000, ma l’assenza di una comunicazione faccia-a-faccia era sembrata un ostacolo insormontabile. Ora, con le comunicazioni interpersonali sempre più spostate nel virtuale, la cosa non pare più un azzardo. Ci sono diversi siti che offrono consulenza psicologica a distanza, e funzionano proprio come una chat-room, ma crittografata e protetta: nessuno saprà mai cosa confidi al tuo terapista online. Su BetterHelp.com, per esempio, pagando 40 dollari alla settimana, e dopo aver compilato un questionario, si viene affidati a un terapeuta certificato che subito comincia a scriverti: "Cos’è che non va?”. Si finisce per chattare una o più volte al giorno. "Si potrebbe anche fare al telefono, o in video-conferenza, ma mi sento più libero di esprimermi nella chat-room”, conclude Joshua. (online.wsj.com)

22 ottobre. Il cliente ha sempre ragione
Qualche anno fa si parlava di "ropo” (research online, purchase offline, cioè cercare in rete e poi acquistare in negozio), per spiegare com’era cambiato il modo di acquistare con l’avvento di internet e degli smartphone. Proprio ieri siamo entrati in un grande rivenditore di elettrodomestici per cercare un adattatore da treppiede per tablet. I commessi non ne avevano mai sentito parlare: "Sicuri che esista?”. Siamo stati noi a illuminarli mostrando loro dal cellulare la pagina di Amazon in cui avremmo potuto ordinarlo ore prima, se non avessimo avuto un’affezione per il vecchio rapporto interpersonale col commesso. È questo il tema di un articolo del "Vancouver Sun” sulla crisi degli autosaloni  che, secondo uno studio del 2013, dal 2008 negli Usa hanno perso quattro clienti su cinque. La vecchia formula fondava il potere del rivenditore su di un cliente ignaro di tutto cui sciorinare col contagocce informazioni selezionate sul prodotto. Oggi il cliente entra nel negozio sapendone più del venditore, perché ha passato la sera prima su internet a documentarsi, oppure è connesso in quel momento. Anzi: perché dovrebbe proprio andarci, dal rivenditore quando può ordinare online? Per fortuna ci sono alcune cose che internet non può ancora fare: le guide di prova, per esempio, e l’assistenza post-vendita. "Queste -afferma Christian Chia della OpenRoad Auto- sono le uniche cose che possiamo offrire più del web”. Non solo: nei moderni autosaloni statunitensi si espongono solo uno o due veicoli, ma ci sono le macchine della realtà virtuale per fare le guide senza muoversi dal negozio, le poltrone massaggianti in sala d’aspetto, le vasche di palline per i bambini… È con questi servizi che il rivenditore moderno potrebbe sopravvivere, ma ciò non toglie che si debba stare anche sul web. Sul sito di OpenRoad, per esempio, c’è un blog con i consigli di guida in condizioni particolari e le news sui nuovi modelli. Chia prosegue: "Non c’è una distinzione netta tra ‘clienti’, affezionati al vecchio sistema, e ‘clienti di internet’, che non si schioderanno mai dal computer. Tutti sono un po’ dell’uno e un po’ dell’altro”. Proprio come noi, alla ricerca del nostro adattatore per treppiede, smartphone alla mano. (vancouversun.com)

24 ottobre. Cellulari e disastri
Il cellulare può rivelarsi uno strumento prezioso in occasione di un disastro, e per vari motivi: sicuramente per l’uso che ne può fare il possessore (chiamare i propri cari, i mezzi di soccorso, al limite anche usare l’applicazione-torcia), ma anche, ci spiega l’"Economist”, per i dati che si possono ricavare dal monitoraggio del traffico telefonico. Se ne parla in questi giorni con riferimento a Ebola. Una delle priorità di chi lotta per contenere l’epidemia è proprio verificare gli spostamenti delle persone che ne sono affette per monitorare le possibilità di contagio. Poiché ogni cellulare è a tutti gli effetti un segnalatore di posizione (i fan della cronaca nera lo sanno bene), seguire gli spostamenti delle persone che hanno contratto il virus potrebbe essere molto semplice, se queste hanno con sé il proprio cellulare. Qual è il problema? Che intanto l’accesso ai cosiddetti "Call-data record” (Cdr), ovvero i registri dei dati di chiamata, è limitato dalle leggi sulla privacy, ma poi c’è anche la resistenza degli operatori telefonici, che non hanno piacere di divulgare informazioni che potrebbero danneggiarli nella concorrenza con le altre compagnie. La questione non è affatto marginale, tant’è che se ne parlerà anche al summit dell’Onu del 7 novembre. (Economist.com)

26 ottobre. Ebola e wikipedia
La voce Ebola di wikipedia è stata vista 17 milioni di volte lo scorso mese, più delle pagine dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e del Centro per il controllo e la prevenzione, massima autorità americana. Dopo i primi anni in cui si diceva che su Wikipedia c’era di tutto, vero o meno, oggi questa enciclopedia viene percepita come la fonte più affidabile, anche quando si tratta di cose serie. Lo scetticismo iniziale nasceva dall’idea che chiunque potesse editare i testi. Oggi sappiamo che non è così. James Heilman, il medico che guida il Wikiproject Medicine, che monitora le voci riguardanti la salute, dice che Wikipedia è una "do-ocracy”, una fare-crazia, cioè il potere è di chi fa, purché il suo intervento rispetti tutta una serie di requisiti, di competenza, di validazione delle fonti, ecc. Ad oggi, l’85% di chi contribuisce alle voci mediche è laureato e gli altri stanno comunque studiando. In questi giorni all’Università della California inizierà un corso per gli studenti di medicina del quarto anno volto proprio alla redazione e revisione di articoli di Wikipedia. (nytimes.com)

27 ottobre. Domande
"Negli Stati Uniti il 30% di quello che si spende per la salute è per gli ultimi sei mesi di vita delle persone. Sono soldi ben spesi?”. Giuseppe Remuzzi. (Corriere della Sera)

3 novembre. Gerusalemme è in Israele?
Menachem Binyamim Zivotofsky è nato il 17 ottobre 2002 nello Shaare Zedek Hospital, a Gerusalemme Ovest. I suoi genitori, Ari e Naomi, sono cittadini americani e quindi anche Menachem è cittadino americano. Quando tuttavia la madre si è presentata all’ambasciata americana di Tel Aviv per scrivere città e Stato di nascita del figlio, ha scoperto che le cose non stavano come credeva. Dal 1948, per gli Usa, Gerusalemme è una città provvisoriamente senza uno Stato. Nel 2002 però il Congresso ha stabilito che i cittadini nati a Gerusalemme potevano scrivere Israele come Stato di nascita. I presidenti tuttavia non hanno dato corso a quel provvedimento e in effetti compete loro il riconoscimento dei confini degli Stati. Quindi alla domanda se Gerusalemme sia in Israele il Congresso risponde di sì e il Dipartimento di Stato di no. A dirimere questa curiosa, ma tutt’altro che banale, disputa tra un ragazzino oggi dodicenne (che però ha dalla sua parte il Congresso) e il Presidente degli Stati Uniti, sarà la Corte Suprema. (wsj.com)

4 novembre. Meglio l’Est o l’Ovest?
Anche se la Merkel, all’ipotesi di un premier della Germania Est ha sentenziato che non avrebbe lasciato entrare Karl Marx in quell’ufficio, a 25 anni dalla caduta del Muro, spiega l’"Economist”, la Germania si sta rivelando un paese molto più dell’Est di quanto vorrebbe ammettere: nel 1980 più del 90% delle madri della Germania Est lavoravano e non sarà un caso se oggi la Germania è il paese dove lavorano più donne. Anche l’ultima riforma sanitaria ha riabilitato la formula dei policlinici su cui si fondava la salute a Est. Ma il massimo è stato quando, alla luce dei cattivi risultati ottenuti ai test scolastici, una delegazione si è recata speranzosa a Helsinki per poi sentirsi dire che il famoso sistema finlandese aveva preso ispirazione dalla Germania Est. (theguardian.com)

5 novembre. Dati ai governi
Negli ultimi sei mesi le richieste da parte dei governi di tutto il mondo di accesso ai dati personali degli utenti di Facebook sono aumentate del 24%. Chiunque può verificarlo accedendo al Rapporto sulle richieste provenienti dagli enti governativi diramato da Facebook e da altri siti per l’ultimo semestre, gennaio-giugno 2014. Delle 34.946 richieste totali, gli Usa sono primatisti, con 15.433 richieste su 23.667 profili. Facebook ha acconsentito all’80% delle richieste. Come si è comportata l’Italia? Piuttosto stabile, negli ultimi tre trimestri: nell’ultimo periodo, ci sono state 1.896 richieste di dati Facebook su 2.658 utenti, con una percentuale di richieste effettivamente accolte dal colosso dei social network del 49,28%. Anche altri siti forniscono dati simili: potete controllare il numero di richieste e il tasso di "accettazione” di Google, Apple, Dropbox, Microsoft, Twitter e Yahoo. Buona navigazione!

5 novembre. Il treno della pace
La nuova metropolitana leggera di Gerusalemme, attraversando la città vecchia e il quartiere arabo, collega l’area occidentale della città con l’insediamento ebraico di Pisgat Zeev. Ne hanno parlato William Booth e Ruth Eglash del "Washington Post”. Sono ventitré fermate e nove miglia percorse in 46 minuti a meno di due dollari. Doveva servire a unire, qualcuno aveva parlato addirittura di "treno della pace”, ma le cose hanno preso un’altra piega, così ora sulle piattaforme ci sono guardie armate con la kippah a pattugliare le carrozze, regolarmente colpite dalle pietre dei ragazzini palestinesi. Dopo il conflitto di quest’estate, in alcune fermate in zona palestinese hanno cercato anche di sradicare i binari. Da luglio si contano più di 170 incidenti. Quindici dei ventitré treni sono stati gravemente danneggiati. All’interno i passeggeri viaggiano separati: ortodossi da una parte, donne e ragazze palestinesi da un’altra, i soldati tra di loro. Ma le tensioni non mancano: gli israeliani pensano che sarebbe meglio se non ci fossero fermate in aree palestinesi: "Loro non vogliono viaggiare con noi e noi non vogliamo loro”. Una donna palestinese racconta di come un israeliano l’abbia verbalmente aggredita perché il suo bambino piangeva: in effetti, ammette, se potesse farne a meno quel treno non lo prenderebbe.
(washingtonpost.com)

6 novembre. Se il prodotto è gratis…
"Se il prodotto è gratis, il prodotto sei tu”. Così recita la massima che mette in guardia dai servizi che ci vengono offerti apparentemente gratis. In realtà, lo scambio avviene con i nostri dati personali, in questo senso il prodotto siamo noi. Si sa che le informazioni generate dai miliardi di dispositivi connessi è una miniera d’oro per le imprese. Si stima che i dati degli abitanti dei 28 paesi europei nel 2020 varranno mille miliardi d euro. L’8% del Pil dell’intera Europa. L’operatore britannico Vodafone ha stimato che i dati dei loro utenti inglesi valgono potenzialmente 21 miliardi di euro. Ma non ci sono solo i dati telefonici, ci sono le transazioni bancarie, la geolocalizzazione, il tipo di acquisti che facciamo. Google guadagna 50 miliardi di dollari all’anno monetizzando le parole digitate nel suo motore di ricerca. Il consumatore non ha ancora preso coscienza del "valore” dei dati che produce. Ma le cose potrebbero cambiare in fretta. Qualcuno, intanto, si è già mosso. Agnès Jbeily ha creato Datanoos, una piattaforma di raccolta, analisi e monetizzazione dei dati. Così gli utenti tornano "proprietari” delle informazioni che li riguardano. In pratica, con il semplice telefono, l’utente trasmette i dati riguardanti i suoi acquisti, i suoi spostamenti, ecc., e Datanoos li rivende. Al consumatore arriva qualche decina di euro al mese. "D’altra parte perché non dovremmo beneficiare del valore creato dai nostri dati?”,  insiste la Jbeily. (lemonde.fr)

6 novembre. Sms
Gli adolescenti oggi mandano mediamente 83 sms al giorno e in generale i detentori di un telefono ne inviano 311 al mese, contro i 17 del 2003. Joëlle Menrath, esperta di scrittura istantanea, spiega che una delle novità di questo mezzo sta nel poter scrivere in ogni situazione, spesso in movimento, e nell’ammettere, nonostante i correttori (anzi spesso per colpa loro) errori. Non per questo il contenuto degli sms è banale: sono messaggi istintivi, impulsivi, che trasferiscono all’esterno la nostra interiorità, ma, attenzione, non a tutti, bensì al destinatario. L’sms è infatti una scrittura a due, che presuppone una certa complicità, anche se Menrath, nei suoi studi, rivela un uso inedito, e per ora difficile da decifrare, dei messaggi di testo: c’è chi scrive sms a se stesso. (www.liberation.fr)

7 novembre. Morte sospetta
Alexei Devotchenko, celebre attore russo, è stato trovato morto nel suo appartamento moscovita lo scorso mercoledì 5 novembre. Le circostanze del suo ritrovamento farebbero pensare a una morte violenta. L’attore russo aveva da tempo adottato una posizione molto critica nei confronti di Putin. Oltre a promuovere presso i suoi colleghi un boicottaggio delle produzioni più filo-governative e degli eventi mondani dell’establishment russo, aveva espresso tutta la sua contrarietà all’intervento in Ucraina, firmando insieme ad altri una lettera di condanna. "Lifenews”, giornale online russo, riferisce che il corpo è stato trovato in una pozza di sangue, coperto di profondi tagli, circondato da bottiglie di whisky e farmaci. Anche la polizia sospetterebbe un omicidio. Nel 2011, insignito di due premi nazionali come riconoscimento ai suoi successi, li aveva rifiutati: "Mi vergognerei di riceverli dalle mani di Putin. Ne ho abbastanza di questa Russia zarista”.

7 novembre. Testosterone
Invecchiare porta con sé tutta una serie di malanni, tra cui, per gli uomini, la perdita del desiderio e della potenza sessuale. Ora, la Food and Drug Administration si trova a decidere se gli integratori ormonali sono sicuri.
Già oggi, oltre due milioni di americani usano il testosterone in gel, iniezioni, ma anche in "pellet” da impiantare sotto la pelle. Secondo alcuni studiosi questo può portare a un aumento dei rischi cardiovascolari. Il testosterone è un ormone steroideo che, a partire dalla pubertà, abbassa la voce, allarga le spalle e aumenta le pulsioni sessuali. Dopo aver raggiunto il picco intorno ai trent’anni, cala progressivamente. Il calo di testosterone è associato anche all’aumento di peso, alla perdita di memoria, alla depressione. Le preoccupazioni cardiovascolari sono diventate importanti dopo che, a novembre 2013, uno studio, ampiamente pubblicizzato sul "Journal of American Medical Association”, condotto su quasi 9.000 veterani per valutare l’incidenza delle malattie coronariche, ha riscontrato che chi aveva utilizzato il testosterone aveva un rischio di infarto e ictus maggiore del 29% rispetto a chi non l’aveva fatto. Oltre a essere pericoloso, un trattamento con testosterone è anche costoso, fino a 300 dollari al mese. "E tuttavia -spiega Abraham Morgentaler, urologo all’Harvard Medical School- se curiamo il calo della vista, il calo dell’udito, la cattiva circolazione, le malattie oncologiche, perché non dovremmo curare anche il calo del testosterone se questo ci permette di avere una qualità di vita migliore?”.

9 novembre. Esuli a Malmö
La Svezia, con i suoi dieci milioni di abitanti, è proporzionalmente il paese che accoglie più richiedenti asilo. Narges, 14 anni, originaria dell’Afghanistan, con genitori fratelli e sorelle, ha trascorso prima alcuni anni in Iran. La scuola l’ha frequentata poco, ma da quando è in Svezia non manca un giorno alla "Mosaikskolan”, dove impara lo svedese, la matematica e l’inglese. Qui ci sono siriani, iracheni, rumeni... in tutto 58 nazionalità, spiega Rickard Sjövall, incaricato della logistica. I ragazzini immigrati passano tutti per il suo ufficio. Lo scorso anno sono stati più di 600.
Oltre agli insegnanti, ci sono pedagoghi, psicologi e docenti delle varie madrelingue.
Nonostante la campagna xenofoba della destra, il governo svedese, così come la maggioranza della popolazione, ci tiene a portare avanti questa politica di accoglienza che, per la verità non c’è sempre stata. Durante la Seconda guerra mondiale la Svezia chiuse i confini a ebrei e Rom fuggiti dalla Germania nazista. Qualcuno dice che all’origine dell’odierna generosità ci sarebbe la coscienza sporca. A dieci anni dalla guerra, la Svezia, nel 1956, diede rifugio a migliaia di ungheresi; nel 1968, fu la volta dei cechi e dei polacchi e poi degli iraniani, degli iracheni… Ogni settimana arrivano circa 800 siriani. La Svezia è l’unico paese che offre loro un soggiorno permanente. Non a caso un terzo dei siriani che hanno trovato rifugio in Europa sono qui. Nel 2008 il sindaco di Södertälje, città industriale di 80.000 abitanti a sud-ovest di Stoccolma, è stato invitato a parlare al Congresso: la sua città, da sola, aveva accolto più iracheni degli Stati Uniti. (liberation.fr)

12 novembre. Record
Alibaba, gigante cinese della vendita online, ha annunciato che ieri è stato battuto il record degli acquisti sui suoi siti: i cinesi hanno speso 9,3 miliardi di dollari in un solo giorno. (economist.com)