La sera imperversò una tempesta di neve; ci accecava e gelava il sangue nelle vene mentre ci trascinavamo verso il villaggio vicino. Ma, nonostante la tempesta, una cinquantina circa di orologiai, soprattutto persone anziane, vennero dai villaggi e città vicine -alcuni da sette miglia di distanza- per unirsi in una piccola riunione informale fissata per quella sera.
L’organizzazione della produzione di orologi, che permette agli uomini di conoscersi intimamente e di lavorare nelle proprie case, dove sono liberi di parlare, spiega perché il livello dello sviluppo intellettuale di questa popolazione sia più alto di quello dei lavoratori che passano tutta la loro vita nelle fabbriche, fin dall’infanzia. C’è più indipendenza e originalità tra i lavoratori artigiani. Ma l’assenza di una divisione tra capi e masse nella Federazione del Giura era pure una ragione per cui non c’era problema sul quale ogni membro della federazione non si sforzasse di dare una propria personale opinione. Qui vidi che i lavoratori non erano una massa guidata e resa schiava dei fini politici di pochi uomini: i loro capi erano semplicemente i loro compagni più attivi -iniziatori, piuttosto che capi. La chiarezza d’intuito, la capacità di dipanare complesse questioni sociali che notai fra questi lavoratori, specialmente tra quelli di mezza età, mi impressionarono profondamente; e sono fermamente persuaso che se la Federazione del Giura ha avuto un ruolo preminente nello sviluppo del socialismo, non è solo per le idee federalistiche e di auto-governo, nelle quali era campione, ma anche per l’espressione che venne data a queste idee dal buon senso degli orologiai del Giura. Senza il loro aiuto questi concetti avrebbero potuto rimanere mere astrazioni per molto tempo ancora.
(Pëtr Kropotkin, Memorie di un rivoluzionario, 1899)
in memoria

Una Città n° 239 / 2017 maggio
Articolo di reprint di Petr Kropotkin
LA VISITA - PETR KROPOTKIN
Visita alla tomba di Pëtr Kropotkin
Archivio
Ricordiamo Francesco, 21 giugno 2025
Una Città n° 310 / 2025 maggio-giugno
Ho avuto la fortuna di conoscere Francesco alla fine degli anni Sessanta, alcuni mesi prima che venisse a lavorare all’Einaudi, quando era ancora un redattore della Boringhieri. Eravamo all’Unione culturale di via Cesare Battisti, in una sala ...
Leggi di più
Stavo finendo il liceo...
Una Città n° 295 / 2023 settembre
Realizzata da Gianni Saporetti, Massimo Tesei
Realizzata da Gianni Saporetti, Massimo Tesei
Mio padre era morto nel 1927 di cancro allo stomaco. Più tardi ci saremmo detti spesso che aveva avuto fortuna.
Nel 1933 io stavo finendo il liceo, l’era nazista stava iniziando. Di circa 20 alunni ero l’unica ebrea e fino ad allora ...
Leggi di più
La vecchiaia
Una Città n° 310 / 2025 maggio-giugno
La vecchiaia influisce sulla percezione del mondo, la peggiora. Il peggioramento del mondo, d’altro canto, rende più buio l’orizzonte dei vecchi.
Le automobili. Il traffico.
Siamo venuti, mia moglie e io, da Torino a vivere ne...
Leggi di più
Cosa intendi dire?
Una Città n° 283 / 2022 aprile
Realizzata da Gianni Saporetti
Realizzata da Gianni Saporetti
Questa intervista è disponibile nel libro Cosa intendi dire?, ed. Una città, aprile 2023...
Leggi di più
IL SUD DI DOLCI E LA FIAT DI PANZIERI
Una Città n° 287 / 2022 ottobre
Giovanni Mottura, nato a Torino nel 1937, è stato un militante politico ed un intellettuale ben conosciuto nella sinistra italiana. Impegnatosi già da studente nell’Unione socialista indipendente di Cucchi e Magnani, aderì pi&ug...
Leggi di più