Non ci sono dubbi: la sfida alle primarie tra Hillary Clinton e Bernie Sanders era truccata. L’ex dirigente in capo Debbie Wasserman Schultz e il Democratic National Committee non erano imparziali. Hillary è stata anche aiutata da grandi media liberal di importanza come la Cnn e Msnbc e dai commentatori progressisti che, ora pieni di indignazione, adulavano Wasserman Schultz nei suoi apparentemente infiniti interventi come ospite. Aggiungeteci la disparità tra i contributi finanziari da parte dei donatori "d’élite” e i più di 400 delegati che hanno appoggiato Hillary ancora prima di cominciare le primarie e capirete che era come se Bernie avesse dovuto vincere una partita di baseball già in svantaggio 6-0 ancora prima che venisse lanciata la prima palla. Sin dall’inizio Hillary ha beneficiato delle tattiche organizzative anti-democratiche e dello squilibrio strutturale di influenza e di potere che hanno favorito il candidato principale del partito Democratico.
La maggior parte dei progressisti sa bene che le elezioni sono sempre una scelta tra "il minore dei due mali”. Ma rimangono abbastanza sostenitori di Bernie arrabbiati, depressi per la sua sconfitta, che sembrano non voler sporcare i loro principi radicali anche se il loro rifiuto di votare può solo dare forza a qualsiasi residua legittimazione Trump e la sua "destra alternativa” possano avere. Cosa farà Hillary se vincerà? Rappresenta l’ala di destra dell’amministrazione Obama che ha sostenuto i trattati di libero scambio internazionale come il Nafta (North American Free Trade Agreement) e il Tpp (Trans-Pacific Partnership). Non ci sono ragioni per pensare che cambi marcia. Guadagnare un vantaggio competitivo sul mercato libero internazionale significa abbassare il costo della manodopera e ridurre i programmi di welfare. Hillary ha fatto diverse concessioni ai sostenitori di Bernie e ha stilato con lui il programma di partito. Ma il sospetto è fondato. Dopo tutto, quando era presidente, Bill Clinton dichiarò che avrebbe "eliminato il welfare per come lo conosciamo”.
Hillary viene legittimamente rappresentata come un "falco liberal”. L’ossessione per le sue e-mail mentre era Segretario di Stato o gli attacchi oltraggiosi sul suo ruolo nel fallimento di Bengasi distraggono da cose ben più importanti. Hillary è acritica nei confronti della Nato e non sembra aver imparato nulla dalla guerra in Iraq e dal suo "errore” nel sostenerla. L’impegno di Hillary per un cambio di regime in Libia ha portato alla disintegrazione di uno stato sovrano, a conflitti ancora in atto tra tribù guerriere, alla diffusione degli estremisti fuori dal confine e all’aumento dell’instabilità regionale. Ha chiesto un aumento dei bombardamenti a supporto della divisa ed inefficace opposizione Siriana, di aumentare a presenza militare americana in Iraq e sostiene una "no fly ...[continua]
Esegui il login per visualizzare il testo completo.
Se sei un abbonato online, clicca qui accedere, oppure vai alla pagina Abbonamenti per acquistare l'abbonamento online.
Gli abbonati alla rivista hanno diritto all'abbonamento online gratuito!