Ci ha lasciati il nostro Giorgio Forti. Lui, che da ragazzo aveva conosciuto le leggi razziali e preso parte alla Resistenza, è stato una colonna del nostro sparuto gruppo di ebrei che si oppongono all’occupazione militare israeliana, fondato da Sveva Haertter nell’autunno del 2000, con le proteste e l’intifada seguite alla “passeggiata” di Sharon sulla Spianata delle Moschee, a Gerusalemme. Nel tentativo di render palese che non tutti gli ebrei sostengono le politiche di Israele, aveva organizzato ed era stato il principale oratore a diverse conferenze e a partecipatissimi incontri nelle scuole. Aveva anche contribuito fattivamente a mettere in piedi convegni con quei pochi israeliani che si oppongono all’occupazione: i refuseniks, ragazzi che rifiutano il servizio militare, l’antropologo Jeff Halper, il militante pacifista Michel Warschawski, Gideon Levy e Amira Hass, giornalisti coraggiosi. Ci aveva aiutato a prendere posizione per il Bds (Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni). Aveva preso parte agli incontri e teneva i contatti con l’Anpi, l’ong Vento di Terra e con European Jews for a Just Peace, di cui Rete-Eco è parte; scriveva loro regolarmente, l’ultima volta solo un mese fa.
Soprattutto, aveva fatto crescere germogli di sostegno attivo ai palestinesi, per cercare di frenarne la cacciata: in Cisgiordania, un ambulatorio materno-infantile e la Scuola di Gomme, minacciata di demolizione; a Gaza, una scuola laica dalla materna alle medie, il Remedial Education Center (Rec), in cui bambini e bambine andavano a lezione insieme. Grazie a lui, il Rec aveva ottenuto il Premio Feltrinelli dell’Accademia nazionale dei Lincei per un’impresa eccezionale di alto valore morale e umanitario.
Negli ultimi anni, Giorgio aveva guidato Rete-Eco nel sostenere l’Union Juive Française pour la Paix, con il cui aiuto nella Striscia di Gaza è stata costruita una torre idrica e funziona un vivaio.
‘Il ricordo del giusto sia una benedizione’, dice la tradizione ebraica, e Giorgio era un Giusto. Ma oggi siamo tutti più soli
Paola Canarutto (Rete degli Ebrei contro l’Occupazione)

Anche Giorgio Forti ci ha lasciato dopo 90 anni di vita spesa in modo impegnato sia per la scienza che per la militanza sociale.
Prof. Emerito della Facoltà di Scienze dell’Università degli Studi di Milano, socio dell’Accademia Nazionale dei Lincei, membro della Rete Ebrei Contro l’Occupazione (nel direttivo del Centro per la Salute Giulio A. Maccacaro di Castellanza).
Tra i fondatori di Medicina Democratica si è distinto per la difesa della vita a partire da quella “vegetale”, contro i pesticidi e gli OGM, per il rispetto di ogni forma del vivente correlata alla vita del nostro pianeta e della nostra specie. Durante il Processo di Porto Marghera, assieme a Vladimiro Scatturin, presentarono (udienza del 7.10.1998 nell’aula bunker di Mestre) la loro relazione sugli effetti nefasti del cloruro di vinile e di altri tossici sui lavoratori e sull’ecosfera della Laguna di Venezia. In piena collaborazione con Luigi Mara e contestualmente autonomia scientifica, nel reciproco rispetto. La consistenza delle sue argomentazioni contro le “interpretazioni” strumentali dei (lautamente pagati) consulenti delle difese sui meccanismi di cancerogenesi umana (ancora oggi in discussione in molti processi di malattie professionali, a partire dall’esposizione all’amianto) sono evidenti nella sua capacità espositiva nella udienza di cui è disponibile l’integrale registrazione. La chiarezza e la fermezza nelle proprie convinzioni come pure la attenzione alle posizioni degli altri ne hanno fatto, per sempre, uno scienziato, una persona mite ma anche un militante. Giorgio, ci mancherai.
Marco Caldiroli -anche a nome
di tutto il Consiglio Direttivo di Medicina Democratica