Io mi sono occupato, negli ultimi tempi, della vicenda di una persona, rimasta sconosciuta, ma che ha fatto delle cose eccezionali. La racconto in trenta secondi perché credo sia diventata conosciuta grazie alla televisione. Si tratta di un signore italiano, fascista, di Padova, che aveva combattuto prima in Etiopia e poi in Spagna con Franco, il quale nel 1938 si era abbastanza disincantato del fascismo, non aveva amato e apprezzato le leggi razziali. Questo signore nel 1943 faceva il suo mestiere di commerciante di bestiame a Budapest, e sorpreso là dall’8 settembre, si schierò con il re e con Badoglio contro Salò. Poi, benché nessuno glielo facesse fare, benché il suo problema fosse soltanto quello di tornare a casa al più presto, benché fosse un uomo isolato, si trovò, in base ad una serie di circostanze che non vi sto a raccontare, ma comunque abbastanza fortuite, nella possibilità di farsi passare per console di Spagna in Ungheria. Ed essendo la Spagna in quel tempo neutrale, come console di Spagna, il commerciante di bestiame padovano che parlava bene lo spagnolo trattò con i nazisti ungheresi, difese gli ebrei che la Spagna aveva in protezione come paese neutrale e riuscì a salvarne 5200. Non chiese niente, non ottenne una lira, anzi, quando poi entrò l’armata rossa a Budapest, ebbe dei guai in quanto italiano fascista, in quanto spagnolo, e, per poter ritornare in Italia, dovette procurarsi tutta una serie di attestati che riconoscessero che era una persona per bene, che aveva fatto del bene . Quando ritornò in Italia cominciò a raccontare questa storia, questa esperienza assolutamente straordinaria che aveva vissuto e notò che le persone a cui la raccontava, a cui la consegnava anche sotto forma di memoriale scritto, facevano finta di credergli, ma in realtà non gli credevano. Ed anche la moglie, a cui la raccontava in casa, un giorno gli disse che non gli credeva. E dopo un po’, passando gli anni, mi ha raccontato che lui stesso cominciava a non crederci più. Quando si trovava in questa situazione, dice che si metteva a passeggiare nel parco davanti a casa sua e cominciava mentalmente a ripercorrere tutte le date: “L’8 settembre del ’43. Ero effettivamente a Budapest quel giorno, quando un cameriere del ristorante mi diede la notizia dell’armistizio? Sì. Dopo è successo che mi hanno i ...[continua]
Esegui il login per visualizzare il testo completo.
Se sei un abbonato online, clicca qui accedere, oppure vai alla pagina Abbonamenti per acquistare l'abbonamento online.
Gli abbonati alla rivista hanno diritto all'abbonamento online gratuito!