Kadri Metaj è docente di filosofia estetica presso l’Università di Prishtina. L’intervista, raccolta alla vigilia degli ultimi drammatici avvenimenti, per altro previsti dal nostro interlocutore, sembra, purtroppo, ormai superata dalla nuova situazione creatasi.

Gli ultimi sviluppi della situazione nel Kosovo sono preoccupanti, soprattutto la nascita dell’Esercito di liberazione del Kosovo, che professa una lotta armata per l’indipendenza...
Per capire la situazione attuale del Kosovo, occorre tener presente che le condizioni di vita della popolazione sono andate progressivamente peggiorando. Basta pensare al deterioramento drastico dello stato di salute delle persone, con la diffusione di varie malattie, specialmente ai polmoni, come la tubercolosi, a fronte di una mancanza totale di assistenza e di aiuto. Sono circa 500.000 mila le persone che sono andate via, soprattutto giovani, il numero degli studenti da 40 mila è sceso a circa 12-13 mila, mentre profughi serbi dalle zone di guerra sono stati portati nel Kosovo. Come se non bastasse, in queste condizioni i villaggi albanesi vengono perquisiti quasi ogni giorno da parte della polizia serba in cerca di armi e i cittadini del Kosovo non hanno nessun tipo di difesa.
Allora, due o tre mesi fa c’è stata l’esplosione di questo nuovo fenomeno che qualcuno ha chiamato esercito di liberazione del Kosovo. Ci sono stati attentati soprattutto contro gruppi di poliziotti e contro collaborazionisti. Soprattutto dopo il funerale di una persona ammazzata dalla polizia, i veri rappresentanti dell’esercito per la liberazione del Kosovo sono usciti allo scoperto. In quell’occasione si è assistito ad una forte richiesta da parte della popolazione affinché i partiti appoggiassero apertamente l’esercito della liberazione del Kosovo. I partiti politici, dopo aver ricevuto visita da vari inviati per convincerli a prendere pubblicamente posizione a favore della politica dell’esercito di liberazione, hanno messo l’accento soprattutto sul fatto che loro lavorano in modo legale e anche se gli stessi attivisti politici hanno molti problemi col potere, tutto quello che fanno lo fanno apertamente e in modo legale. Il nostro lavoro politico viene considerato illegittimo, ma non è illegale.
Non c’è dubbio che il fenomeno dell’esercito di liberazione del Kosovo può comportare il pericolo che tutto il movimento venga trasformato da pacifico in violento e che gli esponenti politici albanesi del Kosovo vengano incriminati. Di questo fenomeno ne ha approfittato in un certo senso lo stato serbo per mettere a coprifuoco il Kosovo. In quasi ogni crocevia della strada che porta verso Drenica ci sono posti di blocco della polizia; nella strada che porta a Prishtina ci sono posti di blocco della polizia serba che fanno ogni tipo di controllo: fanno scendere dalle macchine, dagli autobus. E’ chiaro che una situazione simile potrebbe essere manipolata da chiunque. Io personalmente ho fatto una visita in quella regione, ma non ho visto uomini armati. Ho incontrato alcune persone, che abitano in quelle zone, che si sono professate come appartenenti all’esercito per la liberazione del Kosovo. Dicevano che ne avevano abbastanza di una politica pacifista e che dovevano fare qualcosa per fermare la pulizia etnica del Kosovo che i serbi stanno perseguendo con metodo. Come dicevo, già 400-500 mila persone hanno lasciato il Kosovo e ultimamente il presidente macedone ha chiesto di predisporre una specie di corridoio per mandare via la gente del Kosovo.
Ultimamente si sente nel Kosovo un forte odore di guerra o comunque di un peggioramento della situazione. C’è addirittura un progetto, del quale si parla sulla stampa serba, sulla divisione territoriale del Kosovo. Tutto questo dimostra che il punto di scoppio è molto vicino, è l’ultima goccia quella che manca.
La Serbia dice che la questione Kosovo è una questione interna della Serbia; gli albanesi del Kosovo sono per una repubblica indipendente. La comunità internazionale non accetta nessuna di queste due opzioni. Qual è la posizione dei partiti politici del Kosovo?
Quest’ultima domanda è il nocciolo della questione. La prima questione, ossia se il Kosovo sia da considerarsi una questione interna della Serbia, sembra ormai superata: anche l’opposizione serba quasi ogni giorno dichiara che il Kosovo è un problema internazionale. Tra l’altro in alcuni dialoghi informali con esponenti dell’opposizione serba, si sente dire: ormai il Kosovo s ...[continua]

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